Melbourne. Gli occhi dei designer puntati sulla città post pandemica

Ecco cosa abbiamo visto in uno dei primi eventi di design in presenza di quest'anno. Protagoniste le comunità, la città del futuro e la sostenibilità.

Andando verso l’aeroporto per prendere il mio primo volo dell’anno, mi sono soffermata su ciò che mi circondava nel nord di Sydney. Come al solito ho notato siepi e cespugli potati. Tra gli edifici, i parchi, lungo le stazioni ferroviarie e persino sullo spartitraffico, le siepi rappresentano la nevrosi locale di reprimere la natura. Circondata dalla campagna e dal mare, North Sydney lavora continuamente – talvolta inevitabilmente – per domare e coltivare la sua natura selvaggia e tentacolare. Nonostante questo attento senso dell’ordine, Melbourne sembrava giovane, dinamica e tranquilla. Grazie al lungo fine settimana di tempo insolitamente caldo, la gente si riversava in maniera disordinata sui marciapiedi e riempiva i tetti all’aperto. Avendo vissuto uno dei più rigidi lockdown della pandemia a livello mondiale, vi era un forte entusiasmo di tornare a riunirsi. 

L’antico compito dei progettisti di ordinare, trattenere e reprimere è stato sostituito da un nuovo imperativo di rispondere, facilitare e rinunciare al controllo.

Il Coronavirus e l’estate nera degli incendi australiani del 2020 ci hanno catapultati in una dimensione fuori controllo e caotica. Nel 2021, la Melbourne Design Week ha rispecchiato tale sconvolgimento, suggerendo il modo in cui questi spazi possono essere utilizzati al fine di riflettere nuove priorità di comunità, sostenibilità e persino igiene. L’antico compito dei progettisti di ordinare, trattenere e reprimere è stato sostituito da un nuovo imperativo di rispondere, facilitare e rinunciare al controllo. 

Connessione

Una mostra ha ipotizzato come il transportation design potrebbe cambiare dopo la pandemia per rassicurare i pendolari sul ritorno al trasporto pubblico dopo il lockdown. Con ‘Transport Yourself’, Daniella Bassin e Lauren Levy hanno immaginato un nuovo sistema composto da piccoli gruppi da viaggio che permettono agli utenti di connettersi e disconnettersi, riunirsi e separarsi, collegandosi tra loro in lunghe catene simili a serpenti che possono portarli da porta a porta ovunque sia necessario: una proposta fittizia, seppur irrealizzabile, per il trasporto pubblico del futuro. Per creare connessioni tra i rivenditori e i progettisti locali, alt.material ha scelto di dar vita alla mostra ‘Community’ distribuita in 18 vetrine nei quartieri di Collingwood e Fitzroy. La mostra rappresentava una risposta diretta alle norme stabilite dal lockdown in stile vittoriano di fare esercizio fisico e acquisti entro un raggio di 5 km da casa, evitando il più possibile i luoghi chiusi. Tra i pezzi forti vi era l’amaca in legno massiccio di Adam Cornish, un risultato della possibilità di prendere le cose con più calma durante la chiusura e di collaborare con i produttori in maniera totalmente nuova. Concentrandosi sul ciclo di vita dei materiali, Elliot Bastianon ha presentato gli oggetti come una piattaforma di crescita di minerali di cristallo blu che richiama l’attenzione sulla capacità di alcuni materiali di crescere, decomporsi e cambiare mentre “seguono il loro corso”.

COMMUNITY presented by alt. material during Melbourne Design Week 2021. Photo: Tobias Titz Photography
COMMUNITY presentato da alt.material durante la Melbourne Design Week 2021. Foto Tobias Titz Photography

Materiale

Con questo approccio al materiale, il progettista lavora meno verso un risultato precostituito, piuttosto si avvicina ad esso come farebbe uno scienziato, mettendo insieme gli elementi in modo sperimentale per vedere cosa succede, permettendo al risultato stesso di essere ogni volta diverso. La mostra ‘Drift’ di Tom Fereday presentata da Friends and Associates ha immerso 100 forme di vetro al quarzo fuso nel Mar di Tasmania, ognuna delle quali sviluppa la propria patina mediante le lente e potenti maree dell’oceano piuttosto che attraverso l’energia artificiale delle macchine. Questo processo di finitura passiva ha creato una serie di oggetti irriproducibili, permettendo agli stessi di fare il proprio corso anziché concepire precedentemente un risultato e plasmare una serie di oggetti identici che corrispondano a tale visione. L’idea di giocare con il carattere arbitrario dei materiali è stata per alcuni artisti un risultato diretto dell’effetto delle restrizioni imposte dal lockdown circa il processo di collaborazione. In ‘What is This?’, un’installazione di Anastasia Le Fey e Holly Durant, con un film di Lucy Pijenburg e Sara Reallick, oggetti di scena apparivano accanto a strane protesi appese a ganci da macellaio, mentre sacchi della spazzatura intrecciati in intricate bolle serpentine ci guidavano nello spazio. In un’intervista hanno descritto in termini di deferenza post-umanistica come siano state costrette a fare un passo indietro, a causa dell’impossibilità di riunirsi per collaborare, in modo da consentire al materiale stesso di “raccontare la propria storia”, ha affermato Le Fey, diventando “un collaboratore nel lavoro”.

Drift presented by Tom Fereday Photography by Kristoffer Paulsen
Drift presentato da Tom Fereday. Foto Kristoffer Paulsen

Trasformazione

Un evento intitolato ‘A new suburban ambition’ all’Università Monash ha esaminato l’eventuale rivitalizzazione dei quartieri dopo la pandemia, un’area matura con un potenziale di trasformazione in densità, offerta e sostenibilità. A Brisbane, Peter Nelson ha descritto il problema dell’assenza di quartieri intermedi, caratterizzati dalla tipica casa unifamiliare di periferia a un solo piano occasionalmente interrotta, ma non ben collegata a case in città o ad appartamenti di alto livello. Alicia Pozniak e Stefan Preuss hanno proposto una rinnovata attenzione allo “sviluppo a media densità”, richiedendo alle agenzie governative di guidare il cambiamento attraverso progetti dimostrativi e standard migliori per produrre edifici a basse emissioni e a prezzi accessibili che “spostino la percezione di cosa sia una casa”. A Stoccolma, in Giappone, a Singapore, a Vienna e a Berlino gli alloggi governativi sono diventati alcuni tra i più desiderati. Il messaggio è stato chiaro: il governo potrebbe giocare un ruolo molto più importante come progettista, sviluppatore e partner nella definizione di nuovi standard di alloggi sostenibili a prezzi accessibili e nello sviluppo dei quartieri in queste aree fondamentali della città.

Render of Organic Waste to Energy presented by WOWOWA
Render di Organic Waste to Energy presentato da WOWOWA Architecture e Six Degrees in A New Normal durante la Melbourne Design Week 2021.

In parte proposta di valore, in parte mostra, ‘A New Normal’ ha riunito i principali architetti australiani per dimostrare come Melbourne potrebbe sfruttare a proprio favore le tecnologie esistenti per diventare completamente sostenibile entro il 2030. Questa mostra avvincente ha mostrato ai residenti della città come potrebbero essere le conversazioni astratte sulla sostenibilità delle risorse se realizzate nella loro casa, auto, quartiere o città. In una serie di spazi interni ed esterni, Finding Infinity ha presentato prototipi e costi di 15 progetti realizzabili per trasformare gli edifici della città, il ciclo dei rifiuti, la rete dei trasporti, le infrastrutture idriche ed energetiche e la produzione alimentare. I progetti sono eccezionali nel loro equilibrio tra creatività e fattibilità. Grimshaw, Greenshoot e Greenaway Architects hanno proposto una stazione di servizio per veicoli elettrici che sostituirebbe la vendita di benzina con un servizio di conversione dell’elettrificazione, trasformando le auto esistenti in veicoli elettrici di nuova generazione. Così come il progetto di Hassell riutilizza un parcheggio nella piccola Collins Street per creare una microgrid di auto elettriche collegate in serie che diventerebbe una sorta di area di servizio moderna una volta che i pendolari sono tornati a casa. Un altro progetto di WOWOWA Architects, che rende piacevole il cambiamento, prevede un impianto di digestione anaerobica dei rifiuti per alimentare una piscina e una sauna, il semplice atto quotidiano dello smaltimento responsabile dei rifiuti che costituisce un vantaggio per l’intera comunità. Il progetto scompone la città, permettendoci di vedere luoghi conosciuti con occhi nuovi e di anticipare la loro trasformazione. Vi è la possibilità di investire nell’ulteriore sviluppo di questi progetti, con i visitatori invitati a contribuire a un processo che potrebbe iniziare a ottenere i primi risultati dopo dieci anni. Quella che consideriamo una trasformazione astratta, lontana e potenzialmente distruttiva dovrebbe iniziare ora, mentre possiamo ancora beneficiarne.  

Il cambiamento arriverà per noi, prevedendolo o meno. I nostri migliori piani potrebbero essere sconvolti; le case bruceranno, i confini si chiuderanno, le specie si estingueranno. Il cambiamento è particolare, ma potrebbe essere interessante, magnifico e persino divertente scegliere un risultato non ancora completo, non ancora scritto. La Melbourne Design Week 2021 ci mostra cosa può accadere quando facilitiamo e permettiamo il cambiamento, piuttosto che lottare a tutti i costi per contenerlo.

La Melbourne Design Week si è svolta dal 26 marzo al 6 aprile 2021.

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