Giorgetto Giugiaro è considerato uno dei più grandi maestri del design automobilistico del XX secolo. Nato a Garessio, in Piemonte, nel 1938, ha saputo interpretare e anticipare i gusti di intere generazioni, tracciando le linee guida dell’automobile moderna. La sua carriera inizia giovanissimo con Bertone e Ghia, per poi fondare nel 1968 l’Italdesign, laboratorio creativo e tecnico che avrebbe segnato profondamente il design industriale internazionale. Il suo stile si distingue per una visione funzionalista, spesso minimalista, ma sempre innovativa. Giugiaro ha coniugato estetica e praticità, ridefinendo l’automobile non solo come oggetto di mobilità, ma come espressione culturale e industriale. Ha saputo muoversi con disinvoltura tra vetture utilitarie e supercar, city car e prototipi visionari, mantenendo una cifra stilistica coerente: linee pulite, equilibrio delle proporzioni, e un costante dialogo tra forma e funzione.
Il lavoro di Giugiaro ha attraversato decenni e confini, influenzando il modo in cui pensiamo, costruiamo e viviamo l’automobile. Dalla city car più accessibile alla supercar più esclusiva, ogni sua creazione porta con sé una lezione di equilibrio, semplicità e innovazione. Il suo genio ha saputo leggere i bisogni della società e trasformarli in forme concrete, funzionali e belle. Ne abbiamo selezionate 10 tra le più significative, per celebrare questo maestro del design, ma anche del pensiero.
Alfa Romeo Alfasud (1971)

Progettata per motorizzare il Sud Italia — da cui il nome — l’Alfasud è una berlina compatta dalla linea sobria ma personale. Giugiaro disegna una carrozzeria aerodinamica, equilibrata e moderna, mantenendo il fascino sportivo Alfa Romeo. Anche qui troviamo l’attenzione ai volumi, alla visibilità e all’ergonomia. L’Alfasud segnò l’ingresso della casa milanese nel segmento delle medie a trazione anteriore, con un design che ancora oggi appare sorprendentemente attuale.
Lotus Esprit (1972)

Tra le supercar degli anni Settanta, la Lotus Esprit spicca per la sua linea tagliente, pura, ispirata ai prototipi futuristici. Giugiaro applica qui il suo stile definito “origami”, fatto di superfici piane e spigoli vivi, che conferisce alla vettura un look radicale e avveniristico. La Esprit diventa famosa anche grazie a James Bond-Roger Moore in La spia che mi amava del 1977, dove si trasforma anche in un sottomarino. Un’auto da sogno, nata da un disegno rigoroso e rivoluzionario.
Volkswagen Golf (1974)

Con la prima Golf, Giugiaro cambia per sempre l’identità della berlina compatta. L’erede del Maggiolino non poteva più essere una vettura dalle forme tonde e retrò: serviva una linea moderna, geometrica e sobria. La Golf Mk1 nasce così, con volumi netti e superfici tese, una carrozzeria due volumi compatta ma spaziosa e una versatilità senza precedenti. Il successo fu immediato: milioni di esemplari venduti, generazioni di famiglie e appassionati conquistati. Ancora oggi, la Golf resta un punto di riferimento nel segmento.
BMW M1 (1978)

Pensata come risposta tedesca alle supercar italiane, la M1 è forse la BMW più “latina” mai costruita. Giugiaro disegna una carrozzeria bassa, larga, filante, con fari a scomparsa e una coda tronca in stile racing. È un’auto estrema, pensata per correre e affascinare. La M1 è diventata un’icona, anche per la sua rarità: ne furono prodotte solo 453. Il suo design resta tra i più apprezzati della storia della Casa dell’Elica.
Fiat Panda (1980)
.jpeg.img.png/1585832370460.png)
La Panda è una delle massime espressioni del design razionale di Giugiaro. Progettata per essere l’auto del popolo degli anni Ottanta, unisce economia produttiva e funzionalità in una forma squadrata e onesta. I sedili piatti e ripiegabili, l’interno lavabile, il portellone posteriore ampio: ogni elemento è pensato per essere utile. Giugiaro la definì “una scatola magica”, capace di adattarsi a tutto, dalla città alla campagna. Ancora oggi la Panda è un’icona di praticità e intelligenza progettuale.
DeLorean DMC-12 (1981)

Resa celebre dal film Ritorno al futuro, la DeLorean DMC-12 è uno dei progetti più iconici di Giugiaro. La carrozzeria in acciaio inox non verniciato, le porte ad ali di gabbiano e il profilo basso e spigoloso ne fanno una scultura su ruote. Il design è tanto originale quanto polarizzante, ma è entrato nell’immaginario collettivo in modo indelebile. Un’auto che, nel bene o nel male, ha superato i confini dell’automotive per diventare pop culture.
Fiat Uno (1983)

Evoluzione naturale del concetto Panda, la Uno porta il minimalismo funzionale in un segmento più alto. Linee morbide ma decise, un coefficiente aerodinamico sorprendente per l’epoca — 0,34 — e una grande abitabilità interna. Il design è pulito, accessibile, quasi senza tempo. La Uno vinse il titolo di Auto dell’Anno nel 1984 e divenne un pilastro della mobilità urbana ed extraurbana in Europa e America Latina.
Saab 9000 (1984)

Frutto della collaborazione tra Saab e Italdesign, la 9000 è una grande berlina cinque porte che unisce solidità nordica e gusto mediterraneo. Giugiaro disegna un corpo vettura sobrio, razionale, con volumi ben distribuiti e interni spaziosi. Eleganza e funzionalità trovano un punto di sintesi perfetto, tanto che la 9000 diventa un simbolo dell’affidabilità scandinava con un’anima italiana. È anche una delle poche auto Saab a essere prodotta in larga scala fuori dalla Svezia.
Fiat Punto (1993)

Con la Punto, Giugiaro porta la compatta Fiat nel mondo moderno. Lo stile è più curvilineo e dinamico, ma sempre fedele all’equilibrio tra estetica e funzionalità. Le superfici levigate, i fari posteriori verticali, l’ampia vetratura: ogni scelta è volta a migliorare la visibilità, la sicurezza e il comfort. La Punto fu un grande successo commerciale e aprì la strada alla Fiat degli anni Duemila.
Bugatti EB112 (1993)

L’EB112 è un concept car che unisce eleganza classica e tecnologia moderna. Giugiaro rompe gli schemi del design sportivo anni Novanta proponendo una berlina di lusso ispirata alle Bugatti degli anni Trenta. Linee morbide, forme tondeggianti, cofano lungo e posteriore tronco: un’estetica sontuosa e senza tempo. Non entrò mai in produzione, ma rimane un esempio audace di reinterpretazione del passato con occhi futuri.

Una casa si chiude alla strada per aprirsi al paesaggio
Il progetto unifamiliare firmato da Elena Gianesini dialoga con il paesaggio vicentino, combinando tranquillità e stile contemporaneo, grazie a geometrie essenziali e alla copertura metallica Mazzonetto.