Gli Assoluti: 20 carte da parati imperdibili

Tipologia decorativa non sempre in auge, eppure fortemente ancorata nella tradizione dell’artigianato come del design industriale, la carta da parati segna la via massimalista all’arredo della casa, rinnovandosi con una ricerca inesauribile di codici e stili.

Carta da parati con arco di trionfo, Albrecht Dürer, 1515   Opera summa del maestro tedesco, composta da 192 fogli e grande 3,57 per 2,95 metri, raffigura un monumento allegorico della vita di Massimiliano I d'Asburgo e della sua famiglia.

Alcuni esemplari della carta, originariamente stampata in 700 copie, sono oggi conservati al Germanisches Nationalmuseum di Norimberga.
     

Les vues d’Amerique du Nord, Jean-Julien Deltil, 1834, Zuber La serie delle "Panoramiques", prodotta dalla più antica manifattura di carta da parati di Francia con la tecnica della tavola di legno, fu originariamente progettata nel 1797 ed è ancora oggi realizzata con le stesse plance originali. Les vues d’Amerique du Nord, una maestosa e ottimistica veduta americana che si estende su tutta una parete, fu resa nuovamente celebre negli anni ’60, quando Jackie Kennedy lo scelse come nuova decorazione al suo ingresso alla Casa Bianca.

Laekspur, William Morris, Jeffrey&C0, 1874   Nonostante un consenso non sempre unanime, William Morris è forse il designer che ha maggiormente magnificato la tipologia decorativa della carta da parati, non solo attraverso una produzione prolifica e fortunata che ancora oggi è ampiamente distribuita, ma soprattutto con un disegno capace restituire in chiave romantica la ricchezza e spontaneità del mondo vegetale senza ripercorrerlo in maniera iperrealistica. Tra i suoi motivi più noti, ricordiamo Ramo di salice, Acanthus, James’, Laekspur, e Saladin.  

Indian wallpaper, Christopher Dresser, 1879 Considerato il primo designer industriale, Christopher Dresser sviluppa un’ampia produzione di carte da parati che si distanzierà dalla visione di Morris. Asciutto, piatto, fortemente segnato dalle simmetrie, il disegno di Dresser mette in luce l’essenza dei motivi naturali, sempre centrati sul rigoroso primato della linea.

Roses, Charles Rennie Mackintosh, 1915-1923 Se Mackintosh è considerato il superamento definitivo del naturalismo e dello storicismo inglese, il suo celebre pattern della rosa – disegnato in collaborazione con la moglie Margaret MacDonald insieme a Herbert e Frances MacNair- tradisce un riferimento figurativo esplicito, seppur stilizzato attraverso segni circolari sfalsati. Richiamo alla simbologia medievale oltre che massonica, la rosa nelle sue numerose variazioni si afferma come elemento ricorrente per impreziosire mobili, tessuti e carte da parati.

Claudia, Dagobert Peche, Flammersheim & Steinmann, 1923 Tra gli autori più prolifici della Wiener Werkstätte, di cui fu peraltro anche il direttore, Dagobert Peche produrrà circa 45 disegni per tessuti e carte da parati di cui Claudia, uno dei più celebri, ben racconta la pluralità di riferimenti iconografici soggiacenti, dal classicismo al Biedermier, pur distinguendosi per la sintesi nitida e la qualità formale espressa attraverso l’astrattezza di piani e contorni.

Brasilliance, Dorotyh Draper, 1937 Prima esplosione tropicale celebrata dalle carte da parati, Brasilliance riprende il tema botanico mutandone la latitudine e magnificando la foglia di banano come un’espressione lussureggiante e vitale del massimalismo decorativo. La carta fu progettata da Dorotyh Draper per l’atrio dell’hotel californiano Arrowhead Springs e divenne un riferimento per una lunga serie di epigoni ispirati dal fogliame delle piante caraibiche e sudamericane.

Mediterranea, Fornasetti, Cole and Son, ’40 Disegnata per l’atrio della residenza di Piero Fornasetti a Milano, questa carta è un inno al paesaggio urbano e all’architettura vernacolare mediterranea. Nell’intricata sovrapposizione di case ed edifici, tutti votati a valorizzare il più piccolo dettaglio, è il colore dorato ad accendere il bianco e nero del disegno mettendo in rilievo la curva dolce delle cupole.

Michael Clark, Woods, Cole and Sone, 1959 Rappresentazione accurata di un bosco di betulla nei mesi invernali, spesso associata alla carta da parati destinata alle camere dei bambini, Woods di Michael Clark si è affermata negli anni come un nuovo classico per la misura in cui restituisce i dettagli di un ambiente naturale con spiccato realismo. Disponibile, oltre che nella classica versione originale in bianco e nero, anche in un’ampia cartella colori.

Kabuki, Florence Broadhurst, ‘60 Autrice di oltre cinquecento modelli di carta da parati, la pittrice australiana Florence Broadhurst guardò spesso all’arte giapponese reinterpretandone i motivi naturalistici o facendosi ispirare da elementi decorativi astratti. Con Kabuki, il ventaglio dell’omonima rappresentazione teatrale è riproposto in una rigorosa composizione dal tratto geometrico, tra i pezzi più noti della produzione della Broadhurst.

Les Touches, Brunschwig & Fils, 1965 Tra i più celebri motivi astratti della produzione di carta da parati di tutti i tempi, questo motivo puntinato sembra quasi rimandare con le sue ondulazioni ad un vaghissimo motivo decorativo, pur rimanendo però nel quadro della massima indeterminatezza. Atemporale e versatile, è disponibile in un’ampia cartella colori.

St. Laurent, de Gournay, 1986 Riproduzione di una carta da parati in stile chinoiserie del XVIII nella casa di Saint Laurent e Pierre Bergé, il disegno St. Laurent, rigorosamente dipinto a mano su carta Xuan a Shanghai dal marchio francese de Gournay, prende vita su carte maxi formato a tutta altezza che si impongono come veri e propri affreschi domestici.

RGB, Carnovsky, Jannelli & Volpi, 2010 Gli artisti Silvia Quintanilla e Francesco Rugi giocano con la sovrapposizione di motivi nei colori primari per conferire profondità lisergica ai disegni di Ulissa Aldrovandi, Carlo Linneo, e Pierre Joseph Bonnaterre, qui riproposti su grande scala per rafforzarne l’effetto suggestivo.

Layers Paper, Richard Hutten, Designwall, 2012 Originariamente commissionata dalla curatrice Suzanne Oxenaar per decorare un albergo temporaneo a Tokyo, questa carta da parati fu originariamente pensata da Richard Hutten come una successione di scotch di motivi diversi che ricopriva tutte le superfici della stanza, e solo successivamente adattata in un unico rullo. Il suo gusto per i simboli e parole di uso quotidiano, qui combinati in maniera spontanea e quasi casuale, ne sottolinea il tratto bonariamente pop, avvicinandolo all’estetica di una installazione temporanea.

Job 04 Alt Deutsch, Studio Job, NLXY, 2014 Il decorativismo massimalista dello studio di Anversa si esprime al meglio con Alt Deutsch, carta da parati che ripropone in chiave ludica una selezione dei motivi dal loro archivio. L’intricata composizione, lunga nove metri e senza alcuna ripetizione di figure, è messa in risalto dal contorno nero intorno ad ogni elemento, mentre l’aura gotica viene sfatata, ad uno sguardo più ravvicinato, dall’ironico ed irriverente gusto pop dei singoli disegni.

Interactive wallpaper, Alexandre Echasseriau, 2016 Stampata con un inchiostro conduttore e collegata ad una control box esterna, questa carta da parati musicale si attiva al tocco della mano, trasformando le pareti della stanza in un campo di gioco sonoro da esplorare e personalizzare anche grazie a tracce musicali da scaricare dal sito dedicato.

Bloom, twenty2, (3D or anaglyph wallpaper), 2017 Carta da parati sperimentale, sviluppata dall’azienda americana twenty2 insieme al Pratt Institute, riproduce il disegno di un cactus arricchendolo di profondità attraverso dei livelli di colore sfalsati. Per osservare il suo effetto tridimensionale, è necessario indossare gli appositi occhiali dotati di due filtri di colore complementari.

Clean-up, Alhambretto, Wall&Deco, 2017 Riproposizione dell’effetto terrazzo che tanto ha segnato il gusto per gli interni di questi anni, Clean-up si distingue per la composizione di linee verticali e diagonali che si ergono su uno sfondo graniglia. Concepita per la sala da bagno, la carta è dotata di una guaina impermeabilizzante in fibra di vetro per resistere agli ambienti umidi.

Luna II, Senem Oezdogan, Texturae, 2017 Carta da parati vinilica di grandissimo formato (1 metro x 1 metro), Luna II conferisce un respiro particolarmente ampio e leggero alla stanza. Il suo motivo astratto, ispirato alle notti atlantiche, combina macchie di colore scure e accenni cromatici vivaci che si ergono su sfondo bianco.

Geometrico rosa e verde, Elena Carozzi Ispirata alle piastrelle presenti ad ogni latitudine nelle case del Mediterraneo, questa carta da parati dipinta a mano in tecnica mista restituisce profondità grazie all’effetto tridimensionale dei cubi che tradiscono il rigore geometrico attraverso variazioni di dimensioni e inclinazioni.

Inventata in Cina come incisione su pannelli di legno e traghettata in Europa già nel Quattrocento, la carta da parati è stata per secoli una presenza scontata anche in dimore non necessariamente agiate. Un elemento che fa riflettere, quello della sua imprescindibilità, soprattutto in un’epoca in cui, nonostante un ritorno fortunato cominciato più di una decina di anni fa, continuiamo a relegarla ad un vezzo decorativo non necessario, di inclinazione massimalista, da limitare magari ad una sola porzione di muro.

Eppure, il desiderio di marcare le pareti della propria casa con disegni dall’effetto simbolico appare ancora oggi come un bisogno essenziale, capace di enfatizzare quella sorta di bozzolo che ogni stanza finisce inevitabilmente per delineare seppur rimandando, in maniera apparentemente contraddittoria, ai luoghi e immaginari altri raccontati dalla carta, lontano dal nostro quotidiano. La presenza pressoché esclusiva della flora e del mondo naturale sulla carta da parati fino alla seconda metà del Novecento sembra confermare questo paradosso: in una casa che si fa sempre più urbana, il richiamo alla libertà e alla bellezza naturale diventa evocativo e consolatorio, e dunque necessario.

Oggi, quando persino la riproduzione industriale dei rulli di carta da parati sembra essere superata da servizi di stampa digitale personalizzata, l’ortodossia dei motivi naturali appare inevitabilmente come un passato remoto, mentre il futuro si apre a motivi personalizzati capaci di giocare con l’iperrealismo o l’assoluta astrazione. Nel frattempo, sorprende scoprire quanto gli ultimi dieci anni siano stati prolifici di inventiva progettuale, tra effetti 3d, interazioni sonore, e riscoperte d’archivio sopra le righe. Forse un modo di dire che, nonostante le oscillazioni del pendolo del gusto, gli spunti offerti ai designer da questo supporto rimane troppo preziosi, e non è ancora tempo di sostituirli con banali servizi on demand.

Carta da parati con arco di trionfo, Albrecht Dürer, 1515

  Opera summa del maestro tedesco, composta da 192 fogli e grande 3,57 per 2,95 metri, raffigura un monumento allegorico della vita di Massimiliano I d'Asburgo e della sua famiglia.

Alcuni esemplari della carta, originariamente stampata in 700 copie, sono oggi conservati al Germanisches Nationalmuseum di Norimberga.
     

Les vues d’Amerique du Nord, Jean-Julien Deltil, 1834, Zuber

La serie delle "Panoramiques", prodotta dalla più antica manifattura di carta da parati di Francia con la tecnica della tavola di legno, fu originariamente progettata nel 1797 ed è ancora oggi realizzata con le stesse plance originali. Les vues d’Amerique du Nord, una maestosa e ottimistica veduta americana che si estende su tutta una parete, fu resa nuovamente celebre negli anni ’60, quando Jackie Kennedy lo scelse come nuova decorazione al suo ingresso alla Casa Bianca.

Laekspur, William Morris, Jeffrey&C0, 1874

  Nonostante un consenso non sempre unanime, William Morris è forse il designer che ha maggiormente magnificato la tipologia decorativa della carta da parati, non solo attraverso una produzione prolifica e fortunata che ancora oggi è ampiamente distribuita, ma soprattutto con un disegno capace restituire in chiave romantica la ricchezza e spontaneità del mondo vegetale senza ripercorrerlo in maniera iperrealistica. Tra i suoi motivi più noti, ricordiamo Ramo di salice, Acanthus, James’, Laekspur, e Saladin.  

Indian wallpaper, Christopher Dresser, 1879

Considerato il primo designer industriale, Christopher Dresser sviluppa un’ampia produzione di carte da parati che si distanzierà dalla visione di Morris. Asciutto, piatto, fortemente segnato dalle simmetrie, il disegno di Dresser mette in luce l’essenza dei motivi naturali, sempre centrati sul rigoroso primato della linea.

Roses, Charles Rennie Mackintosh, 1915-1923

Se Mackintosh è considerato il superamento definitivo del naturalismo e dello storicismo inglese, il suo celebre pattern della rosa – disegnato in collaborazione con la moglie Margaret MacDonald insieme a Herbert e Frances MacNair- tradisce un riferimento figurativo esplicito, seppur stilizzato attraverso segni circolari sfalsati. Richiamo alla simbologia medievale oltre che massonica, la rosa nelle sue numerose variazioni si afferma come elemento ricorrente per impreziosire mobili, tessuti e carte da parati.

Claudia, Dagobert Peche, Flammersheim & Steinmann, 1923

Tra gli autori più prolifici della Wiener Werkstätte, di cui fu peraltro anche il direttore, Dagobert Peche produrrà circa 45 disegni per tessuti e carte da parati di cui Claudia, uno dei più celebri, ben racconta la pluralità di riferimenti iconografici soggiacenti, dal classicismo al Biedermier, pur distinguendosi per la sintesi nitida e la qualità formale espressa attraverso l’astrattezza di piani e contorni.

Brasilliance, Dorotyh Draper, 1937

Prima esplosione tropicale celebrata dalle carte da parati, Brasilliance riprende il tema botanico mutandone la latitudine e magnificando la foglia di banano come un’espressione lussureggiante e vitale del massimalismo decorativo. La carta fu progettata da Dorotyh Draper per l’atrio dell’hotel californiano Arrowhead Springs e divenne un riferimento per una lunga serie di epigoni ispirati dal fogliame delle piante caraibiche e sudamericane.

Mediterranea, Fornasetti, Cole and Son, ’40

Disegnata per l’atrio della residenza di Piero Fornasetti a Milano, questa carta è un inno al paesaggio urbano e all’architettura vernacolare mediterranea. Nell’intricata sovrapposizione di case ed edifici, tutti votati a valorizzare il più piccolo dettaglio, è il colore dorato ad accendere il bianco e nero del disegno mettendo in rilievo la curva dolce delle cupole.

Michael Clark, Woods, Cole and Sone, 1959

Rappresentazione accurata di un bosco di betulla nei mesi invernali, spesso associata alla carta da parati destinata alle camere dei bambini, Woods di Michael Clark si è affermata negli anni come un nuovo classico per la misura in cui restituisce i dettagli di un ambiente naturale con spiccato realismo. Disponibile, oltre che nella classica versione originale in bianco e nero, anche in un’ampia cartella colori.

Kabuki, Florence Broadhurst, ‘60

Autrice di oltre cinquecento modelli di carta da parati, la pittrice australiana Florence Broadhurst guardò spesso all’arte giapponese reinterpretandone i motivi naturalistici o facendosi ispirare da elementi decorativi astratti. Con Kabuki, il ventaglio dell’omonima rappresentazione teatrale è riproposto in una rigorosa composizione dal tratto geometrico, tra i pezzi più noti della produzione della Broadhurst.

Les Touches, Brunschwig & Fils, 1965

Tra i più celebri motivi astratti della produzione di carta da parati di tutti i tempi, questo motivo puntinato sembra quasi rimandare con le sue ondulazioni ad un vaghissimo motivo decorativo, pur rimanendo però nel quadro della massima indeterminatezza. Atemporale e versatile, è disponibile in un’ampia cartella colori.

St. Laurent, de Gournay, 1986

Riproduzione di una carta da parati in stile chinoiserie del XVIII nella casa di Saint Laurent e Pierre Bergé, il disegno St. Laurent, rigorosamente dipinto a mano su carta Xuan a Shanghai dal marchio francese de Gournay, prende vita su carte maxi formato a tutta altezza che si impongono come veri e propri affreschi domestici.

RGB, Carnovsky, Jannelli & Volpi, 2010

Gli artisti Silvia Quintanilla e Francesco Rugi giocano con la sovrapposizione di motivi nei colori primari per conferire profondità lisergica ai disegni di Ulissa Aldrovandi, Carlo Linneo, e Pierre Joseph Bonnaterre, qui riproposti su grande scala per rafforzarne l’effetto suggestivo.

Layers Paper, Richard Hutten, Designwall, 2012

Originariamente commissionata dalla curatrice Suzanne Oxenaar per decorare un albergo temporaneo a Tokyo, questa carta da parati fu originariamente pensata da Richard Hutten come una successione di scotch di motivi diversi che ricopriva tutte le superfici della stanza, e solo successivamente adattata in un unico rullo. Il suo gusto per i simboli e parole di uso quotidiano, qui combinati in maniera spontanea e quasi casuale, ne sottolinea il tratto bonariamente pop, avvicinandolo all’estetica di una installazione temporanea.

Job 04 Alt Deutsch, Studio Job, NLXY, 2014

Il decorativismo massimalista dello studio di Anversa si esprime al meglio con Alt Deutsch, carta da parati che ripropone in chiave ludica una selezione dei motivi dal loro archivio. L’intricata composizione, lunga nove metri e senza alcuna ripetizione di figure, è messa in risalto dal contorno nero intorno ad ogni elemento, mentre l’aura gotica viene sfatata, ad uno sguardo più ravvicinato, dall’ironico ed irriverente gusto pop dei singoli disegni.

Interactive wallpaper, Alexandre Echasseriau, 2016

Stampata con un inchiostro conduttore e collegata ad una control box esterna, questa carta da parati musicale si attiva al tocco della mano, trasformando le pareti della stanza in un campo di gioco sonoro da esplorare e personalizzare anche grazie a tracce musicali da scaricare dal sito dedicato.

Bloom, twenty2, (3D or anaglyph wallpaper), 2017

Carta da parati sperimentale, sviluppata dall’azienda americana twenty2 insieme al Pratt Institute, riproduce il disegno di un cactus arricchendolo di profondità attraverso dei livelli di colore sfalsati. Per osservare il suo effetto tridimensionale, è necessario indossare gli appositi occhiali dotati di due filtri di colore complementari.

Clean-up, Alhambretto, Wall&Deco, 2017

Riproposizione dell’effetto terrazzo che tanto ha segnato il gusto per gli interni di questi anni, Clean-up si distingue per la composizione di linee verticali e diagonali che si ergono su uno sfondo graniglia. Concepita per la sala da bagno, la carta è dotata di una guaina impermeabilizzante in fibra di vetro per resistere agli ambienti umidi.

Luna II, Senem Oezdogan, Texturae, 2017

Carta da parati vinilica di grandissimo formato (1 metro x 1 metro), Luna II conferisce un respiro particolarmente ampio e leggero alla stanza. Il suo motivo astratto, ispirato alle notti atlantiche, combina macchie di colore scure e accenni cromatici vivaci che si ergono su sfondo bianco.

Geometrico rosa e verde, Elena Carozzi

Ispirata alle piastrelle presenti ad ogni latitudine nelle case del Mediterraneo, questa carta da parati dipinta a mano in tecnica mista restituisce profondità grazie all’effetto tridimensionale dei cubi che tradiscono il rigore geometrico attraverso variazioni di dimensioni e inclinazioni.