Gli assoluti: 20 scrivanie imperdibili

Una carrellata tra grandi classici e battitori liberi del tavolo da lavoro. Un oggetto che continua a mutare forma seguendo tanto l’innovazione e la tecnica quanto i nostri stili di vita.

Scrivania da ufficio, Henry Van der Velde, 1899 Ampia scrivania con due cassettiere portanti, riprende in maniera composta e simmetrica gli stilemi dell’Art Nouveau, tra cui il profilo sinuoso del piano, il gioco di corrispondenze tra le mensole, finanche ai piccoli dettagli dati dalle bordature e dal disegno delle maniglie.

Legno di rovere

Scrivania, Sven Markelius, Nordiska, 1930 Imponente scrivania razionalista originariamente disegnata da Markelius per la propria abitazione, si distingue per le forme generose intersecate da piani da appoggio e per l’accostamento originale tra legno di ebano Macassar e lo zoccolo placcato in nichel.

Ebano Macassar, metallo placcato. Dimensioni 255 x 80 x 72 cm

S285, Marcel Breuer, Adico, Thonet, 30s Tra gli emblemi dell’arredo Bauhaus, la S285 incarna una composizione particolarmente armoniosa tra tubolare metallico e legno, nonché tra curvature e spigoli. Che la rendono, oltre la nozione di grande classico, un vero arredo senza tempo.

Acciaio inossidabile e legno. Dimensioni 12 0x 70 x 75 cm

Cavour, Carlo Mollino, Zanotta, 1949 Espressione di una tensione aerodinamica risolta attraverso un sistema di contrappesi visivi, Cavour è una scrivania che fa del contrasto – quello tra il volume definito dei suoi cassetti e la leggerezza della sua struttura portante e del suo piano trasparente – il suo punto di distinzione.

Piano in cristallo associato a una struttura in rovere, naturale o wengé. Dimensioni 247 x 90 x 45 cm

Eames Desk Unit (EDU), Charles e Ray Eames, Herman Miller/Vitra, 1949 Animati dalla stessa visione che aveva guidato il progetto della Eames House a Los Angeles, Charles e Ray concepiscono una serie di arredi funzionali, ma non severi, basati sul concetto modulare di una struttura in acciaio standardizzata da declinare in mobili contenitori, room divider, scaffali etc. Un imprinting seriale che si riscontra anche nella Eames Desk Unit, dove la base metallica sembra prendere corpo attraverso l’assemblaggio di pannelli in compensato e masonite di differenti colori. I piedini sono regolabili per adattarsi alle variazioni del suolo.

Ripiano in legno a strati, compensato di betulla, metallo. Pannelli: alluminio, compensato di betulla, Smalto trasparente. Dimensioni 152,5 x 71 x 74 cm

Cavalletto, Franco Albini, Franca Helg, Produzione Poggi, Cassina, 1950 L’uso dei tiranti già sperimentato con Veliero rivive in questa scrivania dalla forma aerea e sospesa la cui eleganza scaturisce tanto dalla sua natura intrinsecamente architettonica, quando dalla forma levigata dei suoi componenti.

Legno, filo metallico. Dimensioni 180 x 70 x 70 cm

Walnut Conoid Desk, George Nakashima, 1958 Architetto, designer e falegname, George Nakashima esalta con Conoid Desk la bellezza del legno di noce e delle sue venature, sublimando la tradizione vernacolare americana attraverso il disegno di una struttura articolata che contrappone al parallelepipedo dei cassetti una astuta gamba con biforcazione incrociata ed un piano con bordo vivo.

Legno di noce. Dimensioni 155,3 x 89,9 x 72,7 cm

T96, Osvaldo Borsani, Tecno, 1956 Scrivania aperta, meno monolitica e impostata rispetto alle tipologie delle dirigenziali più comuni dell’epoca, T96 si distingue per l’accogliente forma ad angolo e per le due cassettiere girevoli laterali. Insieme ad altri arredi, la scrivania fu commissionata da Enrico Mattei a Osvaldo Borsani per il palazzo ENI di San Donato Milanese.

Alluminio pressofuso, legno di noce o palissandro. Dimensioni 250 x 95 x 72 cm

Arco, BBPR, Olivetti, 1963 Struttura in metallo laccato nero che sostiene un piano da lavoro e aggancia un sistema di cassetti a sospensione, Arco si distingue per la linea aerodinamica dei suoi profili ad incastro che, replicati in diverse dimensioni, danno vita ad una serie di scrivanie da ufficio modulabili.

Metallo verniciato, policarbonato effetto legno. Dimensioni 111 x 42 x h 69 cm.

Action Office I, George Nelson, Herman Miller, 1965 Sistema di arredi integrato a pianta aperta studiato per assecondare non solo la più stretta ergonomia, ma anche usi e abitudini meno rigidi e in divenire, Action Office I vede la luce dopo uno studio antropologico della vita in ufficio compiuto entro la divisione ricerca e sviluppo di Herman Miller. La scrivania si distingue per le gambe a T in alluminio, piccoli spazi contenitori a scomparsa e un’anta a scorrimento per “chiudere” il lavoro la sera e ritrovarlo, come se niente fosse, l’indomani mattina.

Alluminio pressofuso, legno. Dimensioni 127 x 84 x 82 cm

Quaderna 2830, Superstudio, Zanotta, 1970 La più celebre quadrettatura della storia del design, reticolo spaziale trasformato in soglia metafisica verso l’esplorazione di un nuovo immaginario, rivide anche in versione scrivania, senza naturalmente smentire né l’uso del laminato né il lineare profilo geometrico.    

Struttura in legno tamburato placcato in laminato Print, colore bianco, a stampa digitale a quadretti neri con interasse di 3 cm. Dimensioni 180 x 81 x 72 cm

Boomerang, Maurice Calka, Leleu-Deshays, 1970 Forma ingombrante e al tempo stesso gioiosa grazie al morbido tripudio delle sue forme, si ispira al boomerang australiano pur rileggendolo in chiave massimalista ed asimmetrica, da cui il carattere simpaticamente pop. Prodotta in edizione limitata in soli 35 pezzi, di cui una versione bianca destinata a Georges Pompidou all’Eliseo.

Fibra di vetro. Dimensioni 183 x 107 x 76 cm

Platone, Giancarlo Piretti, Anonima Castelli, 1969 Incontro fortunato tra plastica e metallo capace di sintetizzare al meglio le più virtuose sperimentazioni di un decennio, Platone è uno scrittoio pieghevole dalla struttura in tubolare di acciaio cromato e giunti in lega di alluminio pressofuso. Il piano in poliuretano dai bordi smussati è prodotto in vari colori e si distingue per la presenza di spazi concavi dove riporre la cancelleria. 

Acciaio, alluminio, poliuretano. Dimensioni 82 x 64,5 x 69 cm

Ventaglio, Charlotte Perriand, Cassina, 1972 Charlotte Perriand disegna un tavolo dal perimetro spezzato, con un piano composto da 14 assi: aperta per l’appunto a ventaglio, la scrivania diventa un dispositivo adatto a usi molteplici. Utilizzato da una sola persona, Ventaglio mostra il phisique du rôle di una dirigenziale, offrendo una differenziazione tra lo spazio di lavoro e quello destinato agli incartamenti. Usato in collettività, permette di accogliere diverse persone secondo una formazione versatile e variabile.

Legno. Dimensioni 233 x 156 x 73 cm

Scrittarello, Achille Castiglioni, De Padova, 1996 La forma compatta e gli angoli smussati – si noti il dettaglio della leggerissima sagomatura del piano - fanno di Scrittarello un arredo funzionale attento alle esigenze domestiche. È il gioco di equilibri, però, a determinare il fascino di questo scrittorio di fine secolo, dove la struttura dai legni incrociati in faggio si combina ad inventive ali planari dove riporre libri o fascicoli.

Faggio naturale o frassino tinto color carbone, e vernice acrilica trasparente. Piano e vassoi in multistrato di betulla rivestiti in laminato bianco/impiallacciati in frassino, con la stessa finitura. Dimensioni 129 x 65 x 72 cm

NesTable, Jasper Morrison, Vitra, 2007 Con NesTable Jasper Morrison firma un nuovo supernormal per il XXI secolo: non una scrivania, ma un leggio per favorire un’attività lavorativa oramai sganciata dal vincolo di un tavolo fisso. Regolabile in altezza, NesTable accoglie il computer portatile e può essere riposizionato e regolato in altezza, combinandosi con ogni tipo di seduta.

Tubo in acciaio verniciato a polvere, tubo estensibile in acciao cromato, piede in alluminio con finitura texturizzata a polvere, vassoio in poliuretano. Dimensioni 550 x 350x 554/770 cm

Hub, Matteo Ragni, Fantoni, 2014 Scrivania per l’era moderna dall’inedita struttura a baldacchino, Hub non predispone solo un grande spazio di lavoro collettivo e versatile, ma anche il suo contrario: delineando una sorta di “volume mentale” attraverso i pannelli blu fonoassorbenti, protegge la concentrazione e facilita il lavoro individuale anche in presenza di altri colleghi. Il profilo lineare ne predispone poi anche l’affiancamento modulare, così da ricavare un vero e proprio hub della vita da ufficio.

Metallo, mobilitato. Dimensioni 164 x 164 x 160 cm

Scrivania Kaari, Ronan e Erwan Bouroullec, Artek, 2015 Rilettura della lezione di Alvar Aalto, la scrivania Kaari fa parte di un sistema integrato completo di scaffali, tavolini e attaccapanni dalla natura essenziale e discreta. Come spesso accade, è il nome a spiegare il senso del progetto: Kaari, in filandese, significa arco, esattamente il ruolo strutturale ricoperto dalla fascia d’acciaio piegata che fornisce un supporto diagonale all’intera struttura.

Rovere massello, fascia d’acciaio piatta, laminato o linoleum, ABS. Dimensioni 150 x 65 x 75 cm

Radicàl Fake, Patricia Urquiola, Cappellini, 2018 Il terrazzo è la finitura del momento, ma Patricia Urquiola non lo prende troppo sul serio. Il falso di Radicàl Fake allude infatti ad una presa in giro esercitata attraverso l’applicazione del marmo veneziano, che nel caso di questa scrivania non è una superficie piena e cementizia, ma solo un rivestimento in pasta di resina levigata. Le forme squadrate, di matrice costruttivista, sono inconsuete per Urquiola, eppure le permettono di combinare tavolo e piani di appoggio in un volume compatto e multifunzionale.

Legno di rovere e resina. Dimensioni 132 x 120 x 93 cm

Ore Streams, Formafantasma, 2019 Esito di una ricerca sul riciclaggio dei componenti elettronici, Ore Streams è una linea di arredi ricavati dall’assemblaggio di vecchi case, tastiere, schede madri, etc. Come e più di altri designer della loro generazione, l’attività progettuale del duo Formafantasma è guidata dal processo più che dalla ricerca della forma. Eppure, l’esito combinatorio di questi materiali di scarto ha il pregio di presentare un risultato compiuto e ricercato, lontano dall’estetica spesso improvvisata e senza rifiniture dei bricoleur contemporanei affascinati dal DIY.

Lamiera, componenti elettroniche. Dimensioni varie

Tavolo, scrivania, tavolo da pranzo: quanto è netto il confine tra queste tipologie di arredo? Se è vero che la crescente fluidità tra vita lavorativa e sfera privata rendono sempre più porosa una distinzione che prima ci appariva scontata, è altrettanto vero che la scrivania continua a mantenere salda una vocazione legata ad una funzione specifica: la scrittura e la vita in ufficio.

Come tutti gli altri arredi, ha attraversato la storia del design facendosi ibridare dalle innovazioni di stili e materiali. Nata come mobile in legno ben presto dotato di cassetti, troverà nel movimento Bauhaus una rivoluzione formale che, liberandola da ogni orpello, esalterà il valore della sua linearità. Con la produzione seriale, in primis quella americana, farà nella modularità un dispositivo tanto pratico quanto gioioso. Nei tanti progetti felici del dopoguerra italiano, poi, si affaccerà negli interni borghesi come una struttura architettonica, marcata da una spiccata aerodinamica o da una tensione tra contrappesi. Mentre nella successiva stagione pop non esiterà a sdrammatizzarsi, scherzando con la plastica e con volumi iperbolici.

Da ufficio o domestica, condivisa o strettamente individuale, la scrivania è un arredo che si declina in funzione della sua natura pubblica o privata, plurale o singolare. Eppure, gli ultimi anni ci hanno sorprendentemente abituato a riconsiderare questi assunti. In tutti quegli ambienti in cui l’organizzazione del lavoro si fa orizzontale, la scrivania dirigenziale sembra avere perso la sua aura: mostrare attraverso l’arredo e in maniera plateale una struttura gerarchica appare a molti superato. L’epoca d’oro dell’open space ha per lungo tempo privilegiato scrivanie da ufficio modulari, con o senza partizioni. Oggi, all’era del cloud computing, la scrivania sembra essere tentata da una smaterializzazione, che la rende in alcuni casi prossima a reincarnarsi in un leggio destinato al solo computer portatile. A meno che, e solo l’esperienza dell’home working protratto nel tempo potrà confermato, lo scrittoio sia destinato a riaffermarsi come spazio personale, angolo di calma e raccoglimento nuovamente irrinunciabile.

Scrivania da ufficio, Henry Van der Velde, 1899 Legno di rovere

Ampia scrivania con due cassettiere portanti, riprende in maniera composta e simmetrica gli stilemi dell’Art Nouveau, tra cui il profilo sinuoso del piano, il gioco di corrispondenze tra le mensole, finanche ai piccoli dettagli dati dalle bordature e dal disegno delle maniglie.

Scrivania, Sven Markelius, Nordiska, 1930 Ebano Macassar, metallo placcato. Dimensioni 255 x 80 x 72 cm

Imponente scrivania razionalista originariamente disegnata da Markelius per la propria abitazione, si distingue per le forme generose intersecate da piani da appoggio e per l’accostamento originale tra legno di ebano Macassar e lo zoccolo placcato in nichel.

S285, Marcel Breuer, Adico, Thonet, 30s Acciaio inossidabile e legno. Dimensioni 12 0x 70 x 75 cm

Tra gli emblemi dell’arredo Bauhaus, la S285 incarna una composizione particolarmente armoniosa tra tubolare metallico e legno, nonché tra curvature e spigoli. Che la rendono, oltre la nozione di grande classico, un vero arredo senza tempo.

Cavour, Carlo Mollino, Zanotta, 1949 Piano in cristallo associato a una struttura in rovere, naturale o wengé. Dimensioni 247 x 90 x 45 cm

Espressione di una tensione aerodinamica risolta attraverso un sistema di contrappesi visivi, Cavour è una scrivania che fa del contrasto – quello tra il volume definito dei suoi cassetti e la leggerezza della sua struttura portante e del suo piano trasparente – il suo punto di distinzione.

Eames Desk Unit (EDU), Charles e Ray Eames, Herman Miller/Vitra, 1949 Ripiano in legno a strati, compensato di betulla, metallo. Pannelli: alluminio, compensato di betulla, Smalto trasparente. Dimensioni 152,5 x 71 x 74 cm

Animati dalla stessa visione che aveva guidato il progetto della Eames House a Los Angeles, Charles e Ray concepiscono una serie di arredi funzionali, ma non severi, basati sul concetto modulare di una struttura in acciaio standardizzata da declinare in mobili contenitori, room divider, scaffali etc. Un imprinting seriale che si riscontra anche nella Eames Desk Unit, dove la base metallica sembra prendere corpo attraverso l’assemblaggio di pannelli in compensato e masonite di differenti colori. I piedini sono regolabili per adattarsi alle variazioni del suolo.

Cavalletto, Franco Albini, Franca Helg, Produzione Poggi, Cassina, 1950 Legno, filo metallico. Dimensioni 180 x 70 x 70 cm

L’uso dei tiranti già sperimentato con Veliero rivive in questa scrivania dalla forma aerea e sospesa la cui eleganza scaturisce tanto dalla sua natura intrinsecamente architettonica, quando dalla forma levigata dei suoi componenti.

Walnut Conoid Desk, George Nakashima, 1958 Legno di noce. Dimensioni 155,3 x 89,9 x 72,7 cm

Architetto, designer e falegname, George Nakashima esalta con Conoid Desk la bellezza del legno di noce e delle sue venature, sublimando la tradizione vernacolare americana attraverso il disegno di una struttura articolata che contrappone al parallelepipedo dei cassetti una astuta gamba con biforcazione incrociata ed un piano con bordo vivo.

T96, Osvaldo Borsani, Tecno, 1956 Alluminio pressofuso, legno di noce o palissandro. Dimensioni 250 x 95 x 72 cm

Scrivania aperta, meno monolitica e impostata rispetto alle tipologie delle dirigenziali più comuni dell’epoca, T96 si distingue per l’accogliente forma ad angolo e per le due cassettiere girevoli laterali. Insieme ad altri arredi, la scrivania fu commissionata da Enrico Mattei a Osvaldo Borsani per il palazzo ENI di San Donato Milanese.

Arco, BBPR, Olivetti, 1963 Metallo verniciato, policarbonato effetto legno. Dimensioni 111 x 42 x h 69 cm.

Struttura in metallo laccato nero che sostiene un piano da lavoro e aggancia un sistema di cassetti a sospensione, Arco si distingue per la linea aerodinamica dei suoi profili ad incastro che, replicati in diverse dimensioni, danno vita ad una serie di scrivanie da ufficio modulabili.

Action Office I, George Nelson, Herman Miller, 1965 Alluminio pressofuso, legno. Dimensioni 127 x 84 x 82 cm

Sistema di arredi integrato a pianta aperta studiato per assecondare non solo la più stretta ergonomia, ma anche usi e abitudini meno rigidi e in divenire, Action Office I vede la luce dopo uno studio antropologico della vita in ufficio compiuto entro la divisione ricerca e sviluppo di Herman Miller. La scrivania si distingue per le gambe a T in alluminio, piccoli spazi contenitori a scomparsa e un’anta a scorrimento per “chiudere” il lavoro la sera e ritrovarlo, come se niente fosse, l’indomani mattina.

Quaderna 2830, Superstudio, Zanotta, 1970 Struttura in legno tamburato placcato in laminato Print, colore bianco, a stampa digitale a quadretti neri con interasse di 3 cm. Dimensioni 180 x 81 x 72 cm

La più celebre quadrettatura della storia del design, reticolo spaziale trasformato in soglia metafisica verso l’esplorazione di un nuovo immaginario, rivide anche in versione scrivania, senza naturalmente smentire né l’uso del laminato né il lineare profilo geometrico.    

Boomerang, Maurice Calka, Leleu-Deshays, 1970 Fibra di vetro. Dimensioni 183 x 107 x 76 cm

Forma ingombrante e al tempo stesso gioiosa grazie al morbido tripudio delle sue forme, si ispira al boomerang australiano pur rileggendolo in chiave massimalista ed asimmetrica, da cui il carattere simpaticamente pop. Prodotta in edizione limitata in soli 35 pezzi, di cui una versione bianca destinata a Georges Pompidou all’Eliseo.

Platone, Giancarlo Piretti, Anonima Castelli, 1969 Acciaio, alluminio, poliuretano. Dimensioni 82 x 64,5 x 69 cm

Incontro fortunato tra plastica e metallo capace di sintetizzare al meglio le più virtuose sperimentazioni di un decennio, Platone è uno scrittoio pieghevole dalla struttura in tubolare di acciaio cromato e giunti in lega di alluminio pressofuso. Il piano in poliuretano dai bordi smussati è prodotto in vari colori e si distingue per la presenza di spazi concavi dove riporre la cancelleria. 

Ventaglio, Charlotte Perriand, Cassina, 1972 Legno. Dimensioni 233 x 156 x 73 cm

Charlotte Perriand disegna un tavolo dal perimetro spezzato, con un piano composto da 14 assi: aperta per l’appunto a ventaglio, la scrivania diventa un dispositivo adatto a usi molteplici. Utilizzato da una sola persona, Ventaglio mostra il phisique du rôle di una dirigenziale, offrendo una differenziazione tra lo spazio di lavoro e quello destinato agli incartamenti. Usato in collettività, permette di accogliere diverse persone secondo una formazione versatile e variabile.

Scrittarello, Achille Castiglioni, De Padova, 1996 Faggio naturale o frassino tinto color carbone, e vernice acrilica trasparente. Piano e vassoi in multistrato di betulla rivestiti in laminato bianco/impiallacciati in frassino, con la stessa finitura. Dimensioni 129 x 65 x 72 cm

La forma compatta e gli angoli smussati – si noti il dettaglio della leggerissima sagomatura del piano - fanno di Scrittarello un arredo funzionale attento alle esigenze domestiche. È il gioco di equilibri, però, a determinare il fascino di questo scrittorio di fine secolo, dove la struttura dai legni incrociati in faggio si combina ad inventive ali planari dove riporre libri o fascicoli.

NesTable, Jasper Morrison, Vitra, 2007 Tubo in acciaio verniciato a polvere, tubo estensibile in acciao cromato, piede in alluminio con finitura texturizzata a polvere, vassoio in poliuretano. Dimensioni 550 x 350x 554/770 cm

Con NesTable Jasper Morrison firma un nuovo supernormal per il XXI secolo: non una scrivania, ma un leggio per favorire un’attività lavorativa oramai sganciata dal vincolo di un tavolo fisso. Regolabile in altezza, NesTable accoglie il computer portatile e può essere riposizionato e regolato in altezza, combinandosi con ogni tipo di seduta.

Hub, Matteo Ragni, Fantoni, 2014 Metallo, mobilitato. Dimensioni 164 x 164 x 160 cm

Scrivania per l’era moderna dall’inedita struttura a baldacchino, Hub non predispone solo un grande spazio di lavoro collettivo e versatile, ma anche il suo contrario: delineando una sorta di “volume mentale” attraverso i pannelli blu fonoassorbenti, protegge la concentrazione e facilita il lavoro individuale anche in presenza di altri colleghi. Il profilo lineare ne predispone poi anche l’affiancamento modulare, così da ricavare un vero e proprio hub della vita da ufficio.

Scrivania Kaari, Ronan e Erwan Bouroullec, Artek, 2015 Rovere massello, fascia d’acciaio piatta, laminato o linoleum, ABS. Dimensioni 150 x 65 x 75 cm

Rilettura della lezione di Alvar Aalto, la scrivania Kaari fa parte di un sistema integrato completo di scaffali, tavolini e attaccapanni dalla natura essenziale e discreta. Come spesso accade, è il nome a spiegare il senso del progetto: Kaari, in filandese, significa arco, esattamente il ruolo strutturale ricoperto dalla fascia d’acciaio piegata che fornisce un supporto diagonale all’intera struttura.

Radicàl Fake, Patricia Urquiola, Cappellini, 2018 Legno di rovere e resina. Dimensioni 132 x 120 x 93 cm

Il terrazzo è la finitura del momento, ma Patricia Urquiola non lo prende troppo sul serio. Il falso di Radicàl Fake allude infatti ad una presa in giro esercitata attraverso l’applicazione del marmo veneziano, che nel caso di questa scrivania non è una superficie piena e cementizia, ma solo un rivestimento in pasta di resina levigata. Le forme squadrate, di matrice costruttivista, sono inconsuete per Urquiola, eppure le permettono di combinare tavolo e piani di appoggio in un volume compatto e multifunzionale.

Ore Streams, Formafantasma, 2019 Lamiera, componenti elettroniche. Dimensioni varie

Esito di una ricerca sul riciclaggio dei componenti elettronici, Ore Streams è una linea di arredi ricavati dall’assemblaggio di vecchi case, tastiere, schede madri, etc. Come e più di altri designer della loro generazione, l’attività progettuale del duo Formafantasma è guidata dal processo più che dalla ricerca della forma. Eppure, l’esito combinatorio di questi materiali di scarto ha il pregio di presentare un risultato compiuto e ricercato, lontano dall’estetica spesso improvvisata e senza rifiniture dei bricoleur contemporanei affascinati dal DIY.