Gli assoluti: 20 tavoli di design imperdibili

Dai tavoli più “sculturali” a quelli “minimali”: 20 progetti iconici selezionati da Domusweb.

Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand, tavolo “LC 6”, 1928, oggi Cassina Come molti degli arredi disegnati dal trio Le Corbusier, Jeanneret, Perriand “LC 6” rappresenta il concetto stesso di “modernità”: programmaticamente immaginato con l’asciuttezza di una macchina. Formalmente neutro, si adatta quindi anche allo uso negli uffici.

Entrato in produzione nel 1974, presenta un basamento in acciaio verniciato, nei colori nero, azzurro, grigio, verde, fango e avorio, e piani in cristallo o vetro stampato, rovere naturale o tinto nero, noce canaletto o ancora in marmo di Carrara bianco o nero Marquiña.   Dimensioni: cm l.170 x p.75 x h.71

Alvar Aalto, “Aalto Table”, Artek, 1935 Ininterrottamente in produzione dalla data del suo disegno, questo tavolo identifica l’essenza del design nordico, in particolare per il dettaglio della gamba in legno massiccio curvato, sagomata a L e semplicemente avvitata al piano. Aalto definiva questa invenzione di gamba “la sorella minore della colonna”.

Struttura in betulla laccata naturale e piano, con spessore totale di 4 cm, disponibile nelle finiture impiallacciato betulla, laminato bianco, linoleum nero. Da sempre viene utilizzato sia in situazioni domestiche che contract. Esiste nella versione rettangolare, in quella rotonda e in particolari combinazione Dimensioni: cm l.120 x p.60 x h.74; cm. l.135 x p.85 x h.74; cm l.120-150 x p.75-85 x h.74;  cm l.182 x p.91 x h.74; cm l.210-240 x p.100 x h.74;  diam.125-100-70-60 x h.74

Luigi Caccia Dominioni, tavolo “Cavalletto”, Azucena, 1947/48, oggi B&B Italia Disegnato per il palazzo nobiliare della famiglia Caccia Dominioni, in piazza sant’Ambrogio a Milano, il tavolo “Cavalletto” fu il primo arredo a entrare in produzione per Azucena: ancora oggi stupisce per la assoluta essenzialità. La particolare forma del piano diede luogo alla definizione “ovale Caccia”.

Rientrato in produzione nel 2018, il tavolo “a cavalletto” presenta struttura in piatto e tondino di ferro e piano in legno laccato. Dimensioni: cm l.180 x p.130 x h.71, in seguito venne realizzato anche da l.210 x p.140

Franco Albini, tavolo “Cavalletto”, Poggi, 1950, oggi Cassina Caratterizzato da una forma geometricamente articolata, il “Cavalletto” ben rappresenta la filosofia di Albini rispetto al furniture design, con la proposta di mobili leggeri, dimensionalmente ridotti e quindi realmente pluri-funzionali. 

Rientrato in produzione nel 2008, questo tavolo “a cavalletto” presenta struttura e piano in noce canaletto oppure in frassino naturale o tinto nero. Assemblato mediante apposite minuterie è dotato di tiranti in ottone brunito con funzione di controventatura.   Dimensioni: cm l.180 x p.70 x h.71

Jean Prouvé, tavolo “Trapèze”, 1950/54, oggi Vitra Progettato in origine per la sala conferenze della Cité Universitarie d’Antony, dimostra la straordinaria capacità di Prouvè di modellare la lamiera di ferro e di nobilitare così al massimo un materiale in partenza di origine industriale.

“Trapèze” presenta piano in laminato ad alta pressione, gambe e traversa in lamiera d‘acciaio pressopiegata, verniciata a polvere, sempre in colore nero. È disponibile in due Dimensioni: cm l.223 x p.72,5 x h.72; cm l.332 x p.72,5 x h.72

Eero Saarinen, tavolo “Pedestal” (detto anche “Tulip” o “150°”), Knoll International, 1956 Sosteneva Saarinen che, con questo progetto, si sarebbe messa in ordine, una volta per tutte, la grande confusione di “gambe” che si usualmente verifica sotto un tavolo: obbiettivo perfettamente raggiunto, in particolare negli straordinari modelli ovali di grandissime dimensioni. Oggi è, senza dubbio alcuno, il tavolo più iconico sul mercato.

Base con stelo unico centrale in fusione d’alluminio a sostenere un piano, circolare o ovale, in diverse finiture: laminato, marmo, granito o impiallacciato in legno. Dimensioni circolare: cm diam. 91-107-120-137-152 x h.72
Dimensioni ovale: cm l.198 x p.121 x h.73; l.244 x p.137 x h.73

Piet Hein, Bruno Mathsson, collezione “Super-elliptical”, Fritz Hansen, 1964-68 Più che un tavolo un vero teorema geometrico sulla costruzione dell’ellissi (non per nulla il progetto parte dalle intuizioni di Piet Hein, filosofo e matematico) con il raggiungimento di dimensioni notevolissime. Particolarmente interessante il disegno della gamba che, nella sua tripartizione, pare illustrare un diagramma delle forze.

Il modello si caratterizza per la forma del piano, mediazione tra l’ovale e il rettangolo. Gambe tripartite in tondino verniciato e piano dal caratteristico bordo rastremato in numerose varianti di finitura (impiallacciato in essenza, in laminato, ecc.). Dello stesso modello esiste una variante elaborata da Arne Jacobsen con base metallica a due gambe con traverso. Dimensioni: cm l.135 x p.90 x h.72; cm l.150-170 x p.100 x h.72; cm l.180-300 x p.120 x h.72

Warren Platner, collezione “Platner”, Knoll International, 1966 Un tavolo altamente dimostrativo: la ripetizione di un elemento semplice, quale un tondino metallico curvato in due dimensioni, può creare una straordinaria icona di stile. Come testimoniato dalla presenza di questo pezzo in molti dei set cinematografici americani dell’epoca.

Il tavolo Platner fa parte dell’omonima collezione che comprende tavolini bassi, sedie da pranzo e poltrone. La struttura è costruita con tondini metallici sagomati in verticale e orizzontale, trattati con nichelatura e rivestiti con vernice protettiva trasparente. Oggi sono previste anche le finiture bronzo e oro 18K. Il piano è in cristallo trasparente con bordi smussati. Dimensioni: diam. cm 135 x h.70

Carlo Scarpa, tavolo “Doge”, Simon International, 1968, oggi Simon/Cassina Carlo Scarpa disegnava gli arredi con la stessa intensità con cui progettava l’architettura degli interni. Ne è prova, in questo tavolo-capolavoro, la dimensione dilatata, “quasi ambientale”, e la ricchezza dei dettagli, dalla spazzolatura dell’acciaio alle viti a vista.

Oltre alla versione originale in acciaio satinato, la struttura del tavolo è ora disponibile in alluminio lucido, color canna di fucile e rame lucido oppure rosso opaco. I piani sono in vetro float o in due versioni di marmo, bianco Carrara e nero Marquiña. Viti brunite a vista, inserti distanziatori in ottone. Dimensioni: cm l.260-306-356-432 x p.102 x h.72

Superstudio, tavolo quadrato “Quaderna”, Zanotta, 1970 Testimonianza dell’unico fase utopistica del design italiano, il tavolo “Quaderna” fa parte di un’ampia gamma di progetti ove il Superstudio immaginava che una quadrettatura da quaderno andasse a ricoprire non solo i mobili, ma anche l’architettura e il territorio.

Struttura in legno tamburato placcato in laminato Print, colore bianco, stampato in serigrafia a quadretti neri con interasse di tre centimetri. Dimensioni: cm l.111 x p.111 x h.72; cm l.126 x p.126 x h.72; cm l.180 x p.90 x h.72

Angelo Mangiarotti, collezione “Eros”, Skipper, 1970, oggi Agapecasa Un giunto “per gravità”, che solo con un materiale pesante si poteva ottenere, risolve la forma del più bel tavolo in marmo mai disegnato: a bordo del piano sono scavate quattro asole in cui si incastrano gambe tronco-coniche che, come diceva Mangiarotti, alludono “al giunto maschio-femmina, che per fortuna funziona ancora”.

Tavoli realizzati in marmo bianco di Carrara, nero Marquina, grigio Carnico, verde Alpi e Emperador dark (possono essere forniti anche con finitura bicolore, utilizzando i marmi bianco e nero per piano e supporti). La soluzione costruttiva prevede un incastro a gravità tra piano e gamba, ottenuto grazie alla sezione tronco-conica della gamba che accoglie il piano bloccandolo nella posizione stabilita. Presentano diverse forme (quadrata, rettangolare, ellittica, tonda o triangolare). Dimensioni tavoli con incastro sul bordo: cm l. 240 x p.100 x h.72; cm l.145 x p.145 x h.72; cm l.170 x p.170 x h.72;  

Enzo Mari, tavolo “Frate”, Driade, 1974 Non sempre i nomi dei mobili pongono un riferimento così preciso alla realtà tipologica dell’oggetto come nel caso di questo tavolo: “Frate” da “fratino” (la mensa lunga e stretta che arredava i refettori dei conventi) oppure da “fratello”. Evidente evocazione di una essenzialità dei segni che, all’inizio degli anni ‘70, anticipa di gran lunga il minimalismo.

Struttura in profilati di acciaio verniciati nero antracite collegati da una trave in massello di faggio. Piano in vetro temperato spessore 12 mm. Dimensioni: cm l.130-200-210-225-275-300 x p.80 x h.72

Vittorio Livi, tavolo “Ragno”, Fiam, 1984 Un tavolo come magia tecnico realizzativa. Il risultato della monomatericità e della curvatura del vetro produce infatti un effetto di sospensione e di spaesamento. “Ragno” ha aperto la strada, nel tempo, a una molteplicità di copie e citazioni.

Monolite in vetro curvato da 15 mm, trasparente o extralight. Dimensioni: cm l.188 x p.98 x h.75; l.228 x p.108 x h.75

Norman Foster, sistema “Nomos”, 1986 “Nomos” di Foster provocò, alla sua presentazione, una sorta di rivoluzione: la spina centrale da cui si dipartivano gambe e piedi restituiva l’idea di un grande ragno, la trasparenza del piano rinnegava dettami tipici del mondo dell’ufficio dando visibilità alle gambe degli. Ben presto gli architetti cominciarono a usarlo anche in situazioni domestiche.

Sistema di tavoli e scrivanie con struttura in tubolare di metallo, piani in cristallo temperato trasparente o extra chiaro retroverniciato oppure in laminato a forte spessore o in essenza. Nelle versioni per ufficio è attrezzabile con sovrastrutture e schermi e presenta, per l’elettrificazione, una caratteristica “vertebra” snodata in materiale plastico, agganciata alla struttura. Dimensioni: sono possibili composizioni di diversa lunghezza e profondità, tra cui cm l.80-120-160 x p.60-80-100-120-160

Elliott Littman, tavolo “Lybra”, Driade, 1992 Scultore-scrittore prestato al design, Littmann riesce nell’impresa di “alleggerire” persino una travatura reticolare, ecco dunque che questo tavolo, dalle dimensioni veramente significative, appare lieve come l’ala di un insetto.

Struttura in acciaio verniciato di colore grigio argento, piano in vetro temperato, spessore 12 mm. Dimensioni: cm l.270/324 x p.120/144 x h.72

Achille Castiglioni, tavolo “95”, è De Padova, 1995 Achille Castiglioni era, in certo qual modo, un designer “illusionista” così, in questo progetto, mette in atto i suoi poteri facendo “fluttuare” il piano. In realtà è sufficiente una staffa, tra la gamba in legno e il piano in marmo (ovvero nel punto progettuale più critico per la tipologia del tavolo) a creare questo magico effetto di sospensione.

Gambe in massello di frassino tinto all’anilina carbone. Staffe in fusione di alluminio, verniciate a polvere color nero opaco. Piano, con bordo sagomato elicoidale, in marmo Calacatta Oro, Valentine Grey, Grey Stone, Gris du Marais o Pietra d’Avola o in legno impiallacciato rovere affumicato, con bordo in massello di rovere affumicato. Dimensioni: rettangolare cm l.220-280 x p.100 x h.71,5;                      quadrato cm 140 x 140 x h.71,5; 180 x 180 x h.71,5                      rotondo cm diam. cm 140-180 x h.71,5

Jean Nouvel, tavolo “Less”, 1994, Unifor, poi “LessLess”, Molteni   Inizialmente progettato per gli uffici della Fondation Cartier di Parigi, il tavolo “Less” si è trasformato in un simbolo condiviso del design minimalista: sia pur realizzato in metallo (prima acciaio quindi alluminio) esso raggiunge infatti un alto grado di dematerializzazione e “trasparenza”. Jean Nouvel voleva che il pubblico si chiedesse: “Comment c’est fait? Comment ça tient?»: cosa che puntualmente si verifica.  

Collezione di tavoli rettangolari o quadrati interamente realizzati in alluminio e laccati in diversi colori. Si caratterizza per il profilo sottilissimo del piano (la rigidità è ottenuta curvando la lamiera secondo piani inclinati). Dimensioni: cm  l.190 x p.90 x h.72; l.160 x p.80 x h.72; l. 230 x p.100 x h.72; l.140 x p.140 x h.72; l.100 x p.100 x h.72

Bruno Fattorini, Robin Rizzini, tavolo “Robin”, MDF Italia, 2012 Può il cemento volare? Questa la domanda che pare porci il tavolo “Robin”. Gli spessori ridotti delle gambe e del piano contrastano infatti con le notevolissime dimensioni raggiunte e con l’applicazione del cemento sulla superficie: un effetto straniante che si è immediatamente trasformato in un “classico”.

Il piano, di spessore 30 mm, è costituito da un pannello composito (intelaiatura interna in profilato di acciaio, riempimento in nido d’ape resinato e pelli di alluminio) stratificato ad alta pressione con applicazione superficiale di cemento. Le gambe sono realizzate da tubo d’acciaio, diametro 30 mm, con tirante strutturale e applicazione superficiale di cemento. Dimensioni: tavoli rettangolari e quadrati disponibili in differenti misure. cm l.160-180-200-240 x p.90 x h.73; cm l.100-220-240-260-280-300 x p.100 x h.73; cm l.120-260-280-300 x p.120 x h.73; cm l.140 x p.140 x h.73

Edward Barber & Jay Osgerby, tavolo “Tobi-Ishi”, B&B Italia, 2012 Nella grande diatriba tra tavoli essenziali e tavoli sculturali, “Tobi-Ishi” spezza evidentemente una lancia in favore dei secondi. Monolitico e materico, riprende progettualmente la suggestione delle grandi pietre isolate che caratterizzano i giardini giapponesi.

Piano in MDF, gambe in resina poliuretanica ad alta densità, finitura in boiacca di cemento o verniciato (lucido o satinato). Successivamente anche in marmo bianco Carrara o nero Marquinia e, dal 2017, in versione cemento per uso outdoor. Dimensioni: cm. l.240 x p.114 cm x h.73.5 cm

Tokujin Yoshioka, collezione “Element”, Desalto, 2013 Una sfida alla gravità: il tavolo “Element” rinuncia alla canonica perpendicolarità tra supporto e piano per giocare la carta dell’equilibrio instabile. Il progetto, chiaramente complesso dal punto di vista ingegneristico, raggiunge viceversa la semplicità di un ideogramma giapponese.

Tavolo smontabile con struttura in acciaio, piani in metallo o MDF, in finiture laccate o materiche spatolate a mano.   Dimensioni: con piano tondo: cm diam.140-160 x h.72; con piano rettangolare a un supporto cm l.200-240 x p.99 x h.72; rettangolare a due supporti cm l.300 x p.99 x h.72; quadrato cm l.148x p. 148 x h.72

Il tavolo è l’ultimo tra le grandi tipologie di arredo a venire definito autonomamente. Se infatti si può sostenere che la sedia fosse già conosciuta dagli antichi Egizi, il tavolo “non esiste” ancora nel XVIII secolo e persino i grandi banchetti reali vengono attrezzati con piani e strutture provvisorie, posizionate in centro ai saloni da ballo e coperte da lunghe tovaglie. Ecco dunque che il tavolo, come da noi conosciuto nell’epoca moderna, deriva piuttosto dalle scrivanie o da situazioni povere, quali i tavoli da stiro, da lavoro (in particolare da tappezziere) o i tavoli nelle cucine contadine.

Oggi la grande forbice che si presenta a chi dovesse scegliere un tavolo, oltreché nella scelta della forma del piano, dal rotondo, più conviviale, al quadrato, che condiziona fortemente la forma della stanza, al classico rettangolare, consiste nelle due opposte opzioni: tavolo “sculturale” o tavolo “minimale”. Il primo si imporrà per il suo disegno, in particolare del basamento, e per la materia e/o il colore importanti.  Ovviamente richiederà, in abbinamento, sedie molto semplici e austere. Il secondo invece, più funzionale, tenderà alla leggerezza e a un disegno “bidimensionale” e quindi potrà accettare anche sedie tessili dagli importanti rivestimenti.

Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand, tavolo “LC 6”, 1928, oggi Cassina Entrato in produzione nel 1974, presenta un basamento in acciaio verniciato, nei colori nero, azzurro, grigio, verde, fango e avorio, e piani in cristallo o vetro stampato, rovere naturale o tinto nero, noce canaletto o ancora in marmo di Carrara bianco o nero Marquiña.   Dimensioni: cm l.170 x p.75 x h.71

Come molti degli arredi disegnati dal trio Le Corbusier, Jeanneret, Perriand “LC 6” rappresenta il concetto stesso di “modernità”: programmaticamente immaginato con l’asciuttezza di una macchina. Formalmente neutro, si adatta quindi anche allo uso negli uffici.

Alvar Aalto, “Aalto Table”, Artek, 1935 Struttura in betulla laccata naturale e piano, con spessore totale di 4 cm, disponibile nelle finiture impiallacciato betulla, laminato bianco, linoleum nero. Da sempre viene utilizzato sia in situazioni domestiche che contract. Esiste nella versione rettangolare, in quella rotonda e in particolari combinazione Dimensioni: cm l.120 x p.60 x h.74; cm. l.135 x p.85 x h.74; cm l.120-150 x p.75-85 x h.74;  cm l.182 x p.91 x h.74; cm l.210-240 x p.100 x h.74;  diam.125-100-70-60 x h.74

Ininterrottamente in produzione dalla data del suo disegno, questo tavolo identifica l’essenza del design nordico, in particolare per il dettaglio della gamba in legno massiccio curvato, sagomata a L e semplicemente avvitata al piano. Aalto definiva questa invenzione di gamba “la sorella minore della colonna”.

Luigi Caccia Dominioni, tavolo “Cavalletto”, Azucena, 1947/48, oggi B&B Italia Rientrato in produzione nel 2018, il tavolo “a cavalletto” presenta struttura in piatto e tondino di ferro e piano in legno laccato. Dimensioni: cm l.180 x p.130 x h.71, in seguito venne realizzato anche da l.210 x p.140

Disegnato per il palazzo nobiliare della famiglia Caccia Dominioni, in piazza sant’Ambrogio a Milano, il tavolo “Cavalletto” fu il primo arredo a entrare in produzione per Azucena: ancora oggi stupisce per la assoluta essenzialità. La particolare forma del piano diede luogo alla definizione “ovale Caccia”.

Franco Albini, tavolo “Cavalletto”, Poggi, 1950, oggi Cassina Rientrato in produzione nel 2008, questo tavolo “a cavalletto” presenta struttura e piano in noce canaletto oppure in frassino naturale o tinto nero. Assemblato mediante apposite minuterie è dotato di tiranti in ottone brunito con funzione di controventatura.   Dimensioni: cm l.180 x p.70 x h.71

Caratterizzato da una forma geometricamente articolata, il “Cavalletto” ben rappresenta la filosofia di Albini rispetto al furniture design, con la proposta di mobili leggeri, dimensionalmente ridotti e quindi realmente pluri-funzionali. 

Jean Prouvé, tavolo “Trapèze”, 1950/54, oggi Vitra “Trapèze” presenta piano in laminato ad alta pressione, gambe e traversa in lamiera d‘acciaio pressopiegata, verniciata a polvere, sempre in colore nero. È disponibile in due Dimensioni: cm l.223 x p.72,5 x h.72; cm l.332 x p.72,5 x h.72

Progettato in origine per la sala conferenze della Cité Universitarie d’Antony, dimostra la straordinaria capacità di Prouvè di modellare la lamiera di ferro e di nobilitare così al massimo un materiale in partenza di origine industriale.

Eero Saarinen, tavolo “Pedestal” (detto anche “Tulip” o “150°”), Knoll International, 1956 Base con stelo unico centrale in fusione d’alluminio a sostenere un piano, circolare o ovale, in diverse finiture: laminato, marmo, granito o impiallacciato in legno. Dimensioni circolare: cm diam. 91-107-120-137-152 x h.72
Dimensioni ovale: cm l.198 x p.121 x h.73; l.244 x p.137 x h.73

Sosteneva Saarinen che, con questo progetto, si sarebbe messa in ordine, una volta per tutte, la grande confusione di “gambe” che si usualmente verifica sotto un tavolo: obbiettivo perfettamente raggiunto, in particolare negli straordinari modelli ovali di grandissime dimensioni. Oggi è, senza dubbio alcuno, il tavolo più iconico sul mercato.

Piet Hein, Bruno Mathsson, collezione “Super-elliptical”, Fritz Hansen, 1964-68 Il modello si caratterizza per la forma del piano, mediazione tra l’ovale e il rettangolo. Gambe tripartite in tondino verniciato e piano dal caratteristico bordo rastremato in numerose varianti di finitura (impiallacciato in essenza, in laminato, ecc.). Dello stesso modello esiste una variante elaborata da Arne Jacobsen con base metallica a due gambe con traverso. Dimensioni: cm l.135 x p.90 x h.72; cm l.150-170 x p.100 x h.72; cm l.180-300 x p.120 x h.72

Più che un tavolo un vero teorema geometrico sulla costruzione dell’ellissi (non per nulla il progetto parte dalle intuizioni di Piet Hein, filosofo e matematico) con il raggiungimento di dimensioni notevolissime. Particolarmente interessante il disegno della gamba che, nella sua tripartizione, pare illustrare un diagramma delle forze.

Warren Platner, collezione “Platner”, Knoll International, 1966 Il tavolo Platner fa parte dell’omonima collezione che comprende tavolini bassi, sedie da pranzo e poltrone. La struttura è costruita con tondini metallici sagomati in verticale e orizzontale, trattati con nichelatura e rivestiti con vernice protettiva trasparente. Oggi sono previste anche le finiture bronzo e oro 18K. Il piano è in cristallo trasparente con bordi smussati. Dimensioni: diam. cm 135 x h.70

Un tavolo altamente dimostrativo: la ripetizione di un elemento semplice, quale un tondino metallico curvato in due dimensioni, può creare una straordinaria icona di stile. Come testimoniato dalla presenza di questo pezzo in molti dei set cinematografici americani dell’epoca.

Carlo Scarpa, tavolo “Doge”, Simon International, 1968, oggi Simon/Cassina Oltre alla versione originale in acciaio satinato, la struttura del tavolo è ora disponibile in alluminio lucido, color canna di fucile e rame lucido oppure rosso opaco. I piani sono in vetro float o in due versioni di marmo, bianco Carrara e nero Marquiña. Viti brunite a vista, inserti distanziatori in ottone. Dimensioni: cm l.260-306-356-432 x p.102 x h.72

Carlo Scarpa disegnava gli arredi con la stessa intensità con cui progettava l’architettura degli interni. Ne è prova, in questo tavolo-capolavoro, la dimensione dilatata, “quasi ambientale”, e la ricchezza dei dettagli, dalla spazzolatura dell’acciaio alle viti a vista.

Superstudio, tavolo quadrato “Quaderna”, Zanotta, 1970 Struttura in legno tamburato placcato in laminato Print, colore bianco, stampato in serigrafia a quadretti neri con interasse di tre centimetri. Dimensioni: cm l.111 x p.111 x h.72; cm l.126 x p.126 x h.72; cm l.180 x p.90 x h.72

Testimonianza dell’unico fase utopistica del design italiano, il tavolo “Quaderna” fa parte di un’ampia gamma di progetti ove il Superstudio immaginava che una quadrettatura da quaderno andasse a ricoprire non solo i mobili, ma anche l’architettura e il territorio.

Angelo Mangiarotti, collezione “Eros”, Skipper, 1970, oggi Agapecasa Tavoli realizzati in marmo bianco di Carrara, nero Marquina, grigio Carnico, verde Alpi e Emperador dark (possono essere forniti anche con finitura bicolore, utilizzando i marmi bianco e nero per piano e supporti). La soluzione costruttiva prevede un incastro a gravità tra piano e gamba, ottenuto grazie alla sezione tronco-conica della gamba che accoglie il piano bloccandolo nella posizione stabilita. Presentano diverse forme (quadrata, rettangolare, ellittica, tonda o triangolare). Dimensioni tavoli con incastro sul bordo: cm l. 240 x p.100 x h.72; cm l.145 x p.145 x h.72; cm l.170 x p.170 x h.72;  

Un giunto “per gravità”, che solo con un materiale pesante si poteva ottenere, risolve la forma del più bel tavolo in marmo mai disegnato: a bordo del piano sono scavate quattro asole in cui si incastrano gambe tronco-coniche che, come diceva Mangiarotti, alludono “al giunto maschio-femmina, che per fortuna funziona ancora”.

Enzo Mari, tavolo “Frate”, Driade, 1974 Struttura in profilati di acciaio verniciati nero antracite collegati da una trave in massello di faggio. Piano in vetro temperato spessore 12 mm. Dimensioni: cm l.130-200-210-225-275-300 x p.80 x h.72

Non sempre i nomi dei mobili pongono un riferimento così preciso alla realtà tipologica dell’oggetto come nel caso di questo tavolo: “Frate” da “fratino” (la mensa lunga e stretta che arredava i refettori dei conventi) oppure da “fratello”. Evidente evocazione di una essenzialità dei segni che, all’inizio degli anni ‘70, anticipa di gran lunga il minimalismo.

Vittorio Livi, tavolo “Ragno”, Fiam, 1984 Monolite in vetro curvato da 15 mm, trasparente o extralight. Dimensioni: cm l.188 x p.98 x h.75; l.228 x p.108 x h.75

Un tavolo come magia tecnico realizzativa. Il risultato della monomatericità e della curvatura del vetro produce infatti un effetto di sospensione e di spaesamento. “Ragno” ha aperto la strada, nel tempo, a una molteplicità di copie e citazioni.

Norman Foster, sistema “Nomos”, 1986 Sistema di tavoli e scrivanie con struttura in tubolare di metallo, piani in cristallo temperato trasparente o extra chiaro retroverniciato oppure in laminato a forte spessore o in essenza. Nelle versioni per ufficio è attrezzabile con sovrastrutture e schermi e presenta, per l’elettrificazione, una caratteristica “vertebra” snodata in materiale plastico, agganciata alla struttura. Dimensioni: sono possibili composizioni di diversa lunghezza e profondità, tra cui cm l.80-120-160 x p.60-80-100-120-160

“Nomos” di Foster provocò, alla sua presentazione, una sorta di rivoluzione: la spina centrale da cui si dipartivano gambe e piedi restituiva l’idea di un grande ragno, la trasparenza del piano rinnegava dettami tipici del mondo dell’ufficio dando visibilità alle gambe degli. Ben presto gli architetti cominciarono a usarlo anche in situazioni domestiche.

Elliott Littman, tavolo “Lybra”, Driade, 1992 Struttura in acciaio verniciato di colore grigio argento, piano in vetro temperato, spessore 12 mm. Dimensioni: cm l.270/324 x p.120/144 x h.72

Scultore-scrittore prestato al design, Littmann riesce nell’impresa di “alleggerire” persino una travatura reticolare, ecco dunque che questo tavolo, dalle dimensioni veramente significative, appare lieve come l’ala di un insetto.

Achille Castiglioni, tavolo “95”, è De Padova, 1995 Gambe in massello di frassino tinto all’anilina carbone. Staffe in fusione di alluminio, verniciate a polvere color nero opaco. Piano, con bordo sagomato elicoidale, in marmo Calacatta Oro, Valentine Grey, Grey Stone, Gris du Marais o Pietra d’Avola o in legno impiallacciato rovere affumicato, con bordo in massello di rovere affumicato. Dimensioni: rettangolare cm l.220-280 x p.100 x h.71,5;                      quadrato cm 140 x 140 x h.71,5; 180 x 180 x h.71,5                      rotondo cm diam. cm 140-180 x h.71,5

Achille Castiglioni era, in certo qual modo, un designer “illusionista” così, in questo progetto, mette in atto i suoi poteri facendo “fluttuare” il piano. In realtà è sufficiente una staffa, tra la gamba in legno e il piano in marmo (ovvero nel punto progettuale più critico per la tipologia del tavolo) a creare questo magico effetto di sospensione.

Jean Nouvel, tavolo “Less”, 1994, Unifor, poi “LessLess”, Molteni Collezione di tavoli rettangolari o quadrati interamente realizzati in alluminio e laccati in diversi colori. Si caratterizza per il profilo sottilissimo del piano (la rigidità è ottenuta curvando la lamiera secondo piani inclinati). Dimensioni: cm  l.190 x p.90 x h.72; l.160 x p.80 x h.72; l. 230 x p.100 x h.72; l.140 x p.140 x h.72; l.100 x p.100 x h.72

  Inizialmente progettato per gli uffici della Fondation Cartier di Parigi, il tavolo “Less” si è trasformato in un simbolo condiviso del design minimalista: sia pur realizzato in metallo (prima acciaio quindi alluminio) esso raggiunge infatti un alto grado di dematerializzazione e “trasparenza”. Jean Nouvel voleva che il pubblico si chiedesse: “Comment c’est fait? Comment ça tient?»: cosa che puntualmente si verifica.  

Bruno Fattorini, Robin Rizzini, tavolo “Robin”, MDF Italia, 2012 Il piano, di spessore 30 mm, è costituito da un pannello composito (intelaiatura interna in profilato di acciaio, riempimento in nido d’ape resinato e pelli di alluminio) stratificato ad alta pressione con applicazione superficiale di cemento. Le gambe sono realizzate da tubo d’acciaio, diametro 30 mm, con tirante strutturale e applicazione superficiale di cemento. Dimensioni: tavoli rettangolari e quadrati disponibili in differenti misure. cm l.160-180-200-240 x p.90 x h.73; cm l.100-220-240-260-280-300 x p.100 x h.73; cm l.120-260-280-300 x p.120 x h.73; cm l.140 x p.140 x h.73

Può il cemento volare? Questa la domanda che pare porci il tavolo “Robin”. Gli spessori ridotti delle gambe e del piano contrastano infatti con le notevolissime dimensioni raggiunte e con l’applicazione del cemento sulla superficie: un effetto straniante che si è immediatamente trasformato in un “classico”.

Edward Barber & Jay Osgerby, tavolo “Tobi-Ishi”, B&B Italia, 2012 Piano in MDF, gambe in resina poliuretanica ad alta densità, finitura in boiacca di cemento o verniciato (lucido o satinato). Successivamente anche in marmo bianco Carrara o nero Marquinia e, dal 2017, in versione cemento per uso outdoor. Dimensioni: cm. l.240 x p.114 cm x h.73.5 cm

Nella grande diatriba tra tavoli essenziali e tavoli sculturali, “Tobi-Ishi” spezza evidentemente una lancia in favore dei secondi. Monolitico e materico, riprende progettualmente la suggestione delle grandi pietre isolate che caratterizzano i giardini giapponesi.

Tokujin Yoshioka, collezione “Element”, Desalto, 2013 Tavolo smontabile con struttura in acciaio, piani in metallo o MDF, in finiture laccate o materiche spatolate a mano.   Dimensioni: con piano tondo: cm diam.140-160 x h.72; con piano rettangolare a un supporto cm l.200-240 x p.99 x h.72; rettangolare a due supporti cm l.300 x p.99 x h.72; quadrato cm l.148x p. 148 x h.72

Una sfida alla gravità: il tavolo “Element” rinuncia alla canonica perpendicolarità tra supporto e piano per giocare la carta dell’equilibrio instabile. Il progetto, chiaramente complesso dal punto di vista ingegneristico, raggiunge viceversa la semplicità di un ideogramma giapponese.