Nel 1984 Luigi Ghirri ideava Viaggio in Italia, un progetto che avrebbe cambiato per sempre la fotografia italiana contemporanea. Venti fotografi – tra cui Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Guido Guidi, Mimmo Jodice – furono chiamati a raccontare il Paese con uno sguardo nuovo: niente più viaggi esotici, reportage sensazionalistici o analisi formaliste, ma l’Italia quotidiana, periferica, antieroica.
Quarant’anni dopo, il collettivo Cesura raccoglie quell’eredità con “I-Talìa”, il progetto fotografico che attraversa questa volta Friuli Venezia Giulia, Calabria e Sardegna per restituire un affresco dell’Italia contemporanea.
“Un 'Viaggio in Italia' 2.0”, commenta Alex Majoli, pluripremiato reporter (World Press Photo Award, Guggenheim Fellowship USA e Canada), membro di Magnum Photos nonché fondatore del gruppo. D’altronde, è da questa visione che anni fa nasceva Cesura.
Fotografare credo sia anche un atto politico. L’arte, in generale, per me è un atto politico.
Alex Majoli
In Sardegna, dove il gruppo ha incontrato paesaggi e comunità resilienti, nasce il video che Domus presenta in anteprima esclusiva: un racconto visivo che intreccia lo sguardo dei fotografi con l’energia dell’isola.
Cesura, “I-Talìa”, Sardegna, 2025. Courtesy Cesura
Un fare collettivo
Era il 2008 quando, sulle colline piacentine, Majoli – rientrato dopo anni a New York – diede vita a una realtà di sperimentazione e trasmissione: “Cercavo un posto dove sperimentare e alcuni dei miei assistenti vivevano in questa collina sperduta”, poi “è stato tutto molto naturale: con il passare del tempo si sono moltiplicati fino a che non siamo diventati un collettivo”.
Il ritorno in Italia, però, non è solo fisico: “C’erano tanti ragazzi che volevano fare la vita che facevo io. Gli ho detto: beh, ma perché non iniziate dall’Italia”.
Da qui prende forma il metodo Cesura, con il format “Photobuster”: incursioni brevi ma intense sul territorio urbano, sempre in dialogo con le comunità locali. “Arrivi in un paesino, in un villaggio, in una città e produci nel lasso di tempo – spesso molto ristretto – che hai a disposizione. Per fare un paragone direi che è come una jam session: si lavora intensamente e poi si espone, lì, direttamente”.
Dalla provincia all'Italia, l'I-Talìa di provincia
“Photobuster”, ha già fatto tappa e documentato città italiane e straniere come Stradella, Riva del Garda, Palermo, Rimini, Sofia.
“Il nome I-Talìa, è arrivato dopo. In realtà abbiamo cominciato dalla provincia di Pavia. Poi abbiamo iniziato a fotografare anche il resto del Paese. Abbiamo continuato e continueremo a farlo”.
Ideato tra il 2023 e il 2024, sostenuto da Strategia Fotografia 2024 (Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC) e realizzato in collaborazione con Munaf, “I-Talìa” è solo l'ultimo capitolo di un grande progetto, pensato come un ritratto collaborativo del Paese costantemente in fieri e costruito a più mani, proprio come si faceva una volta, nelle botteghe degli artisti-artigiani.
Per fare un paragone, direi che è come una jam session, si lavora intensamente e poi si espone, lì, direttamente.
Alex Majoli
“Nel team di Cesura ci sono fotografi con dna più reportagistico-documentaristico, altri con una vena più astratta" racconta Majoli, "in Friuli Venezia Giulia hanno lavorato Alex Zoboli, Chiara Fossati, Marco Durante, Giorgio Dirindin; in Calabria Andrea Nicotra, Alessandro Sala, Camilla Pedretti, Marco Zanella; in Sardegna Pablo Riccomi, Arianna Arcara, Giorgio Salimeni, Maria Elisa Ferraris”.
Abbiamo iniziato a fotografare anche il resto del Paese. Abbiamo continuato e continueremo a farlo.
Alex Majoli
Ottanta fotografie del progetto sono entrate nella collezione del Munaf – Museo Nazionale di Fotografia, portando dentro l’istituzione la vita della provincia italiana: dalle feste medievali come la Sartiglia di Oristano alle danze arbëreshë delle Vallje calabresi; dalla quotidianità nei centri di accoglienza di Trieste e Cosenza, all’attivismo di A Foras contro le servitù militari in Sardegna; fino alle manifestazioni dei Kiwis in Italy e agli adolescenti che crescono lontano dalle metropoli.
L' architettura che misura il cambiamento
In queste tappe emerge con forza anche una lettura architettonica: in Calabria Marco Zanella ha fotografato le strutture in cemento abbandonate della Sila; in Sardegna Pablo Riccomi ha raccontato le pale eoliche con uno sguardo insieme politico e architettonico; a Monfalcone le immagini mostrano enormi navi, con prue che sembrano incastrarsi tra i palazzi abitati dalla stessa gente che lavora in cantiere.
“L’architettura e il paesaggio sono sempre stati documentati per lasciare traccia del cambiamento” racconta Majoli.
“I palazzi vengono costruiti e demoliti, le strade chiuse, aperte, modificate, ampliate, via via che emergono nuovi interessi e nuove necessità. Fotografarli significa renderli visibili ai cittadini di oggi, e soprattutto a quelli di domani, costruire un archivio.
È questa, la missione del fotografo, da sempre”.
- Mostra:
- “I-Talìa”
- Curata da:
- Cesura
- Dove:
- Museo Nazionale di Fotografia (Munaf), Cinisello Balsamo, Italia
- Date:
- Dal 27 settembre 2025
