Febbraio 2025: 10 mostre da vedere presto perché stanno per chiudere

Domus ha selezionato dieci mostre da non perdere in Italia e in Europa, che chiuderanno i battenti nelle prossime settimane.

1. Marcello Maloberti. Metal Panic, PAC, Milano, fino al 9 febbraio Con lavori inediti e opere “remixate”, Marcello Maloberti celebra il suo legame con la città di Milano negli spazi del PAC. Più che una retrospettiva, la mostra Metal Panic è un nuovo progetto che riflette la sintesi del lavoro dell’artista e delle diverse dimensioni che ha esplorato nel corso degli anni, dalle installazioni alla performance. Curata da Diego Sileo, la mostra sarà aperta al pubblico fino al 9 febbraio, e si chiuderà con la performance “Baciamano” (2025) che vedrà protagonista l’attore Ninetto Davoli nell’ultimo fine settimana dell’esposizione.

Marcello Maloberti, METAL PANIC, veduta della mostra al PAC Padiglione d'Arte Contemporanea 2024. Foto Andrea Rossetti

2. BAJ. Baj chez Baj, Palazzo Reale, Milano, fino al 9 febbraio Milano celebra Enrico Baj con una grande retrospettiva a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi, a cento anni dalla nascita dell’artista. Curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, l’esposizione raccoglie cinquanta lavori che ripercorrono la sua lunga carriera, dai primi anni Cinquanta al Duemila. Per la prima volta, l’opera “I Funerali dell’anarchico Pinelli” (1972) sarà integrata in un percorso antologico, creando un dialogo con altre opere del maestro della neoavanguardia italiana e internazionale.

Baj chez Baj, veduta dell’installazione. Foto: Lorenzo Palmieri

3. «I just don’t like eggs!» Andrea Fraser on collectors, collecting, collections., Fondazione Antonio dalle Nogare, Bolzano, fino al 22 febbraio Curata da Andrea Viliani con Vittoria Pavesi, “«I just don’t like eggs!» Andrea Fraser on collectors, collecting, collections” è la prima personale dedicata da un’istituzione italiana alla ricerca dell'artista, scrittrice e pensatrice Andrea Fraser. Il discorso curatoriale analizza le opere di Fraser sul collezionismo e il mercato dell’arte, e il suo contributo all’Institutional Critique. Con lavori dagli anni Ottanta a oggi, sono indagate la figura del collezionista, le dinamiche del mercato dell'arte e le intersezioni tra collezioni pubbliche e private, sottolineandone le istanze espressive e a volte contraddittorie.

“«I just don’t like eggs!» Andrea Fraser on collectors, collecting, collections”, Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano, 2024. Foto: Jürgen Eheim

4. Gabriele Basilico. Roma, Palazzo Altemps, Roma, fino al 23 febbraio Lo splendido Palazzo Altemps, progettato negli anni Settanta del Quattrocento da Melozzo da Forlì, fino al 23 febbraio 2025 ospita la mostra “Gabriele Basilico. Roma”, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea con il Museo Nazionale Romano, MUFOCO e Archivio Basilico, per celebrare gli ottant’anni dalla nascita del fotografo milanese. Curata da Matteo Balduzzi e Giovanna Calvenzi, la mostra presenta oltre cinquanta opere che esplorano il legame tra Basilico e la Capitale attraverso le fotografie di venti incarichi professionali svolti tra il 1985 e il 2011, testimoniando il suo sguardo sulla città.

Veduta dell'installazione © Eleonora Cerri Pecorella

5. Hew Locke. What Have We Here, British Museum, Londra, fino al 9 febbraio L’artista guyanese-britannico Hew Locke esplora il passato imperiale britannico in una mostra innovativa al British Museum. Attraverso oggetti della collezione e nuove opere, Locke interroga le complesse relazioni tra musei e colonialismo, focalizzandosi sulle interazioni storiche della Gran Bretagna con Africa, India e Caraibi. Tra le opere in mostra, “The Watchers” (2024), sculture antropomorfe che osservano i visitatori, aprendo un dialogo su storia, identità e appropriazione culturale.

Hew Locke, The Watchers. Installazione a tecnica mista, 2024. Per gentile concessione dell'artista, foto © Richard Cannon

6. Mike Kelley, Ghost and Spirit, Tate Modern, Londra, fino al 9 marzo Fino al 9 febbraio, la Tate Modern ospita la prima grande retrospettiva britannica su Mike Kelley (1954-2012), artista che ha esplorato media, cultura pop e filosofia per sfidare le strutture sociali. La mostra – che ruota attorno a un'opera inedita su fantasmi e identità intitolata “Under a Sheet/Existance Problems”– ripercorre la sua intera carriera, dalle sue rivoluzionarie sculture "craft", realizzate con tessuti, peluche e oggetti dell’ordinario, fino alle installazioni multimediali come “Day Is Done” (2005-2006), passando per lavori noti come “The Poltergeist” (1979) e “Kandors series” (1999-2011).

Mike Kelley Ahh... Gioventù! 1991/2008 © Mike Kelley Foundation for the Arts. Tutti i diritti riservati / VAGA presso ARS, NY e DACS, Londra.

7. Pop Forever, Tom Wesselmann &…, Louis Vuitton Foundation, Parigi, fino al 24 febbraio I quattro piani dell’edificio firmato da Frank Gehry ospitano le opere dell’artista statunitense Tom Wesselmann, in dialogo con altri artisti della Pop Art, per celebrare il movimento che ha rivoluzionato l’arte negli anni Cinquanta e Sessanta. Immerso nell’era Pop, Wesselmann ha accolto il vocabolario estetico della sua epoca, mescolando linguaggio pubblicitario, e soggetti classici della pittura come nature morte, nudi e paesaggi, ampliandone le possibilità espressive. La mostra ripercorre la sua carriera, sviluppando un confronto con altre icone della Pop Art come Warhol, Lichtenstein, Koons, fino a nuove interpretazioni di artisti contemporanei.

Tom Wesselmann, Still Life 60, 1973. Oil on shaped canvases. 310,5 x 845,8 x 219,7 cm, The Estate of Tom Wesselmann, New York. © Adagp, Paris, 2024 Foto: © Robert McKeever; Courtesy Gagosian Gallery

8. Marina Abramović Retrospective, Kunsthaus Zürich, Zurigo, fino al 16 febbraio La Kunsthaus di Zurigo presenta la prima retrospettiva completa di Marina Abramović in Svizzera, che ripercorre l’intera carriera di una delle più importanti artiste contemporanee al mondo. Oltre a opere seminali del suo lavoro e performance rievocate come “Imponderabilia” (1977) e “Luminosity” (1997), per Zurigo Abramović propone una nuova performance site specific, “Decompression Chamber” (2024). Si tratta di una stanza, con sedie sdraio rivolte verso l’esterno, in cui i visitatori sono invitati a indossare una cuffia antirumore per concedersi un momento di “decompressione”.

 Veduta dell'installazione Kunsthaus Zürich, 2024 Foto: Franca Candrian, Kunsthaus Zürich, Opere: © Courtesy of the Marina AbramovićArchives / 2024, ProLitteris, Zürich

9. Fluxus and Beyond: Ursula Burghardt, Benjamin Patterson, Museum Ludwig, Colonia, fino al 9 febbraio La mostra “Fluxus and Beyond: Ursula Burghardt, Benjamin Patterson” al Museum Ludwig esplora Fluxus attraverso due artisti ai margini del movimento: Ursula Burghardt e Benjamin Patterson. Attivi nella vivace scena artistica di Colonia negli anni Sessanta, si incontrarono nello studio di Mary Bauermeister all’inizio del decennio. La mostra analizza le origini di Fluxus nella città tedesca, con richiami alle scene di Parigi e New York, nel contesto storico postbellico, seguendo l’evoluzione dei due artisti, con un focus particolare sulla produzione musicale di Patterson e sul suo ritorno all’arte nel 1988 dopo un’interruzione di 22 anni.

Veduta dell'installazione, Museum Ludwig, Colonia 2024 Foto: Rheinisches Bildarchiv/Marc Weber. Proprietà di Benjamin Patterson

10. Medardo Rosso. Inventing Modern Sculpture, Mumok, Vienna, fino al 23 febbraio Artista e teorico dell'arte, Medardo Rosso è stato un pioniere del modernismo, noto per il suo approccio anti-eroico e sperimentale alla scultura, con cui sfidò le convenzioni tradizionali. Il Mumok di Vienna gli dedica una retrospettiva con oltre cinquanta sculture, fotografie, collage e disegni, approfondendo il suo metodo processuale e creativo. In mostra anche opere di artisti del Novecento che sono stati in qualche modo influenzati dal lavoro di Medardo Rosso, da Bacon a Warhol, creando un dialogo con la sua arte rivoluzionaria, e in linea con la pratica artistica di Rosso, che spesso prevedeva di non esporre da solo, ma in “conversazione” con altri.

Veduta della mostra: Medardo Rosso. Inventing Modern Sculpture, October 18, 2024 to February 23, 2025. Louise Bourgeois, Child devoured by kisses, 1999, Private collection, Courtesy of Xavier Hufkens. Eugène Carrière, Elise riant, 1895, Galerie Jocelyn Wolff. Eugène Carrière, Le Sommeil (Jean-René Carrière), 1897, Galerie Jocelyn Wolff.  Medardo Rosso, Aetas aurea, ca. 1886, Wax over plaster, Amedeo Porro Fine Arts Lugano/London

Il primo mese del 2025 volge al termine, e così anche alcune grandi mostre protagoniste dello scorso inverno chiuderanno i battenti a febbraio. Per evitare ripensamenti di ogni sorta per non essere riusciti a vederle, Domus vi consiglia dieci mostre che vale la pena visitare prima che chiudano nelle prossime settimane.

A Milano, imperdibili Marcello Maloberti al PAC e la retrospettiva di Enrico Baj a Palazzo Reale, mentre a Bolzano Andrea Fraser svela le dinamiche del collezionismo alla Fondazione Antonio dalle Nogare. Restando in Italia, a Roma, le fotografie di Gabriele Basilico a Palazzo Altemps raccontano la capitale dialogando con le opere custodite dal Museo Nazionale Romano.  

A Londra Hew Locke al British Museum rilegge le dinamiche del colonialismo nel mondo dell’arte, mentre la Tate Modern ospita l’incredibile retrospettiva dedicata a Mike Kelley in collaborazione con il Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, la Bourse de Commerce di Parigi, e il Moderna Museet di Stoccolma. Dall’Italia alla Gran Bretagna, dalla Svizzera alla Germania, ecco dieci appuntamenti da segnare in agenda per il mese alle porte.

Immagine di apertura:  Marina Abramović Retrospective, veduta dell'installazione Kunsthaus Zürich, 2024 Foto: Franca Candrian, Kunsthaus Zürich, Opere: © Courtesy of the Marina AbramovićArchives / 2024, ProLitteris, Zürich

1. Marcello Maloberti. Metal Panic, PAC, Milano, fino al 9 febbraio Marcello Maloberti, METAL PANIC, veduta della mostra al PAC Padiglione d'Arte Contemporanea 2024. Foto Andrea Rossetti

Con lavori inediti e opere “remixate”, Marcello Maloberti celebra il suo legame con la città di Milano negli spazi del PAC. Più che una retrospettiva, la mostra Metal Panic è un nuovo progetto che riflette la sintesi del lavoro dell’artista e delle diverse dimensioni che ha esplorato nel corso degli anni, dalle installazioni alla performance. Curata da Diego Sileo, la mostra sarà aperta al pubblico fino al 9 febbraio, e si chiuderà con la performance “Baciamano” (2025) che vedrà protagonista l’attore Ninetto Davoli nell’ultimo fine settimana dell’esposizione.

2. BAJ. Baj chez Baj, Palazzo Reale, Milano, fino al 9 febbraio Baj chez Baj, veduta dell’installazione. Foto: Lorenzo Palmieri

Milano celebra Enrico Baj con una grande retrospettiva a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi, a cento anni dalla nascita dell’artista. Curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, l’esposizione raccoglie cinquanta lavori che ripercorrono la sua lunga carriera, dai primi anni Cinquanta al Duemila. Per la prima volta, l’opera “I Funerali dell’anarchico Pinelli” (1972) sarà integrata in un percorso antologico, creando un dialogo con altre opere del maestro della neoavanguardia italiana e internazionale.

3. «I just don’t like eggs!» Andrea Fraser on collectors, collecting, collections., Fondazione Antonio dalle Nogare, Bolzano, fino al 22 febbraio “«I just don’t like eggs!» Andrea Fraser on collectors, collecting, collections”, Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano, 2024. Foto: Jürgen Eheim

Curata da Andrea Viliani con Vittoria Pavesi, “«I just don’t like eggs!» Andrea Fraser on collectors, collecting, collections” è la prima personale dedicata da un’istituzione italiana alla ricerca dell'artista, scrittrice e pensatrice Andrea Fraser. Il discorso curatoriale analizza le opere di Fraser sul collezionismo e il mercato dell’arte, e il suo contributo all’Institutional Critique. Con lavori dagli anni Ottanta a oggi, sono indagate la figura del collezionista, le dinamiche del mercato dell'arte e le intersezioni tra collezioni pubbliche e private, sottolineandone le istanze espressive e a volte contraddittorie.

4. Gabriele Basilico. Roma, Palazzo Altemps, Roma, fino al 23 febbraio Veduta dell'installazione © Eleonora Cerri Pecorella

Lo splendido Palazzo Altemps, progettato negli anni Settanta del Quattrocento da Melozzo da Forlì, fino al 23 febbraio 2025 ospita la mostra “Gabriele Basilico. Roma”, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea con il Museo Nazionale Romano, MUFOCO e Archivio Basilico, per celebrare gli ottant’anni dalla nascita del fotografo milanese. Curata da Matteo Balduzzi e Giovanna Calvenzi, la mostra presenta oltre cinquanta opere che esplorano il legame tra Basilico e la Capitale attraverso le fotografie di venti incarichi professionali svolti tra il 1985 e il 2011, testimoniando il suo sguardo sulla città.

5. Hew Locke. What Have We Here, British Museum, Londra, fino al 9 febbraio Hew Locke, The Watchers. Installazione a tecnica mista, 2024. Per gentile concessione dell'artista, foto © Richard Cannon

L’artista guyanese-britannico Hew Locke esplora il passato imperiale britannico in una mostra innovativa al British Museum. Attraverso oggetti della collezione e nuove opere, Locke interroga le complesse relazioni tra musei e colonialismo, focalizzandosi sulle interazioni storiche della Gran Bretagna con Africa, India e Caraibi. Tra le opere in mostra, “The Watchers” (2024), sculture antropomorfe che osservano i visitatori, aprendo un dialogo su storia, identità e appropriazione culturale.

6. Mike Kelley, Ghost and Spirit, Tate Modern, Londra, fino al 9 marzo Mike Kelley Ahh... Gioventù! 1991/2008 © Mike Kelley Foundation for the Arts. Tutti i diritti riservati / VAGA presso ARS, NY e DACS, Londra.

Fino al 9 febbraio, la Tate Modern ospita la prima grande retrospettiva britannica su Mike Kelley (1954-2012), artista che ha esplorato media, cultura pop e filosofia per sfidare le strutture sociali. La mostra – che ruota attorno a un'opera inedita su fantasmi e identità intitolata “Under a Sheet/Existance Problems”– ripercorre la sua intera carriera, dalle sue rivoluzionarie sculture "craft", realizzate con tessuti, peluche e oggetti dell’ordinario, fino alle installazioni multimediali come “Day Is Done” (2005-2006), passando per lavori noti come “The Poltergeist” (1979) e “Kandors series” (1999-2011).

7. Pop Forever, Tom Wesselmann &…, Louis Vuitton Foundation, Parigi, fino al 24 febbraio Tom Wesselmann, Still Life 60, 1973. Oil on shaped canvases. 310,5 x 845,8 x 219,7 cm, The Estate of Tom Wesselmann, New York. © Adagp, Paris, 2024 Foto: © Robert McKeever; Courtesy Gagosian Gallery

I quattro piani dell’edificio firmato da Frank Gehry ospitano le opere dell’artista statunitense Tom Wesselmann, in dialogo con altri artisti della Pop Art, per celebrare il movimento che ha rivoluzionato l’arte negli anni Cinquanta e Sessanta. Immerso nell’era Pop, Wesselmann ha accolto il vocabolario estetico della sua epoca, mescolando linguaggio pubblicitario, e soggetti classici della pittura come nature morte, nudi e paesaggi, ampliandone le possibilità espressive. La mostra ripercorre la sua carriera, sviluppando un confronto con altre icone della Pop Art come Warhol, Lichtenstein, Koons, fino a nuove interpretazioni di artisti contemporanei.

8. Marina Abramović Retrospective, Kunsthaus Zürich, Zurigo, fino al 16 febbraio  Veduta dell'installazione Kunsthaus Zürich, 2024 Foto: Franca Candrian, Kunsthaus Zürich, Opere: © Courtesy of the Marina AbramovićArchives / 2024, ProLitteris, Zürich

La Kunsthaus di Zurigo presenta la prima retrospettiva completa di Marina Abramović in Svizzera, che ripercorre l’intera carriera di una delle più importanti artiste contemporanee al mondo. Oltre a opere seminali del suo lavoro e performance rievocate come “Imponderabilia” (1977) e “Luminosity” (1997), per Zurigo Abramović propone una nuova performance site specific, “Decompression Chamber” (2024). Si tratta di una stanza, con sedie sdraio rivolte verso l’esterno, in cui i visitatori sono invitati a indossare una cuffia antirumore per concedersi un momento di “decompressione”.

9. Fluxus and Beyond: Ursula Burghardt, Benjamin Patterson, Museum Ludwig, Colonia, fino al 9 febbraio Veduta dell'installazione, Museum Ludwig, Colonia 2024 Foto: Rheinisches Bildarchiv/Marc Weber. Proprietà di Benjamin Patterson

La mostra “Fluxus and Beyond: Ursula Burghardt, Benjamin Patterson” al Museum Ludwig esplora Fluxus attraverso due artisti ai margini del movimento: Ursula Burghardt e Benjamin Patterson. Attivi nella vivace scena artistica di Colonia negli anni Sessanta, si incontrarono nello studio di Mary Bauermeister all’inizio del decennio. La mostra analizza le origini di Fluxus nella città tedesca, con richiami alle scene di Parigi e New York, nel contesto storico postbellico, seguendo l’evoluzione dei due artisti, con un focus particolare sulla produzione musicale di Patterson e sul suo ritorno all’arte nel 1988 dopo un’interruzione di 22 anni.

10. Medardo Rosso. Inventing Modern Sculpture, Mumok, Vienna, fino al 23 febbraio Veduta della mostra: Medardo Rosso. Inventing Modern Sculpture, October 18, 2024 to February 23, 2025. Louise Bourgeois, Child devoured by kisses, 1999, Private collection, Courtesy of Xavier Hufkens. Eugène Carrière, Elise riant, 1895, Galerie Jocelyn Wolff. Eugène Carrière, Le Sommeil (Jean-René Carrière), 1897, Galerie Jocelyn Wolff.  Medardo Rosso, Aetas aurea, ca. 1886, Wax over plaster, Amedeo Porro Fine Arts Lugano/London

Artista e teorico dell'arte, Medardo Rosso è stato un pioniere del modernismo, noto per il suo approccio anti-eroico e sperimentale alla scultura, con cui sfidò le convenzioni tradizionali. Il Mumok di Vienna gli dedica una retrospettiva con oltre cinquanta sculture, fotografie, collage e disegni, approfondendo il suo metodo processuale e creativo. In mostra anche opere di artisti del Novecento che sono stati in qualche modo influenzati dal lavoro di Medardo Rosso, da Bacon a Warhol, creando un dialogo con la sua arte rivoluzionaria, e in linea con la pratica artistica di Rosso, che spesso prevedeva di non esporre da solo, ma in “conversazione” con altri.