In Franciacorta, un progetto artistico creato con i lavoratori

Berlucchi ha coinvolto i suoi lavoratori per un progetto artistico, guidato da Valerio Rocco Orlando e curato da Caroline Corbetta. Ecco com’è andata.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1079, maggio 2023.

In un momento in cui le parole comunità, solidarietà, partecipazione e dignità del lavoro circolano con grande intensità, ma spesso abusate e strumentalizzate, nei discorsi della gente comune e soprattutto in quelli dei salotti della politica, il progetto che Academia Berlucchi ha inaugurato lo scorso marzo sulla collina dove sorge il Castello di Borgonato, in Franciacorta, spicca. Per onestà culturale e umanità, oltre che per avere sostanziato correttamente un’altra definizione spesso applicata scorrettamente: arte partecipata. 

“Vite operose”, progetto artistico inaugurale della Casa dei Talenti Berlucchi, primo di una triade che si irraggerà anche su Brescia e Bergamo a celebrare un territorio molto operoso eletto a Capitale italiana della cultura 2023, ha chiamato all’azione i lavoratori della nota casa vinicola, guidati dall’artista Valerio Rocco Orlando e sotto la curatela di Caroline Corbetta, per esprimere, con una frase, le mille sfaccettature del lavoro e anche la dimensione umana degli stessi lavoratori. 

Alla fine, dopo le sessioni dei laboratori a cui hanno partecipato su base settimanale a titolo volontario una ventina di persone (su un centinaio), la frase scelta per essere appesa sotto forma di neon sulla torre, davanti alle vigne, ben visibile dal territorio circostante di giorno ma soprattutto quando finisce il turno di lavoro serale e la luce del neon si accende, è “Il lavoro ha diversi volti”. 

Il fulcro del lavoro artistico è stato istituire un patto di fiducia, mettersi in gioco in uno spazio senza gerarchie, un processo che ha sorpreso ed emozionato i partecipanti, oltre a chi non ha potuto prendere parte ai workshop ma si è fatto raccontare l’esperienza fatta. Nei prossimi mesi si avvieranno le altre due tappe del progetto, con nuove sessioni di laboratorio e altrettante sculture al neon, coinvolgendo la comunità degli studenti del Politecnico delle Arti a Bergamo e quella dei mediatori culturali che operano nel Museo di Santa Giulia a Brescia.

Immagine di apertura: Dettaglio del Castello di Borgonato con la scritta al neon, lunga quasi 6 m e realizzata a mano

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