Guillermo del Toro ha ridisegnato Pinocchio, tirandone fuori un capolavoro

Con il contributo determinante dell’illustratore Gris Grimley, il regista ribalta il classico di Collodi, creando un inno alla disubbidienza che è un tradimento dell’originale: ma non è forse questo il senso stesso dell’attività creativa?

Il classico non è un totem ma il territorio di sperimentazione. Il classico è il canovaccio sul quale variare, inventare, modificare e mettere in scena una visione nuova, è la base da manipolare, sovvertire, cambiare e distruggere (se necessario). Per questo Il Pinocchio di Guillermo Del Toro (dal 4 dicembre in sala e dal 9 dicembre su Netflix) è un capolavoro di stile e un magnifico tradimento.

Del Toro ragiona con gli occhi prima ancora che con la testa e per questo film d’animazione in stop motion (il suo primo) fa il vero lavoro del regista: aggrega talenti e li coordina verso una visione unica. La visione in questione è quella di un mondo di burattini in cui Pinocchio è l’unico davvero senza fili.

Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022
Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022

Ripensare Pinocchio

L’obiettivo è rivoluzionare tutto e sovvertire la storia originale, cioè quella di un burattino che sogna di diventare un bambino vero e per riuscirci dovrà diventare ubbidiente, smettere di dire bugie, andare a scuola e conformarsi. La storia di Collodi è dell’800 ma l’idea di ordine che esprime sembra uscita da un precetto fascista. Il film di Del Toro quindi non spinge a conformarsi ma al contrario è un inno alla disobbedienza, ai non allineati e a chi non risponde a nessuna autorità, per questo l’idea di ambientarlo nell’Italia fascista è subito perfetta: nel periodo di massimo conformismo e allineamento, c’è un personaggio che nessuno riesce a irreggimentare.

È la solita Italia quella che apre il film, la solita visione di paesaggi toscani da immaginario straniero, ma poi sempre di più scende nel gotico; ambienti, posti ed edifici scivolano verso il minaccioso, il poco rassicurante fino all’apertamente ostile – incredibile e fumettoso il palazzone razionalista in cui i bambini vengono addestrati alla massima obbedienza, cioè a diventare soldati.

Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022
Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022

L’opera di Gris Grimly

Il meglio il film lo dà con l’eccezionale design dei personaggi, lavoro affidato a Gris Grimly, illustratore di libri per l’infanzia che tra il 2000 e oggi si è fatto notare per uno stile che unisce il disturbante e l’inquietante all’accogliente, di fatto un entry level per bambini al mondo oscuro, tramite un tratto e idee capaci di trovare quel punto perfetto tra repulsione e attrazione per l’inconsueto.

Tra i primi lavori di Grimly c’era proprio un volume di Pinocchio illustrato, per il quale aveva concepito un design completamente nuovo, in cui il burattino non è un prodotto rifinito e ripulito come vuole la tradizione e come poi ha imitato Disney, ma anzi è un abbozzo di essere umano di legno, creato con foga e rabbia da un Geppetto ubriaco e in lutto per la morte del figlio vero, in una notte di pioggia.

Disegni Gris Grimly, Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022
Disegno di Gris Grimly, Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022

Folletto dal sorriso ampio e portatore di caos, faccia da pazzo e chiodi sporgenti, gambe troppo sottili come un ragno e un solo orecchio. È molto più vicino ad un ciocco di legno che ad un burattino in un mondo in cui gli umani stessi sono disegnati (o meglio “modellati”) come se fossero fatti di legno. Da Geppetto ai gerarchi, tutti sembrano intagliati, sono tutti fatti della sua stessa materia, solo che lui sembra più vicino al legno grezzo di loro, più selvaggio.

Disegno di Gris Grimly, Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022
Disegno di Gris Grimly, Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022

Pinocchio come storia di morte

Sono idee che vanno a braccetto con una trama in cui Pinocchio, un po’ come nella favola originale, fa avanti e indietro con un regno dei morti anche questo concepito in maniera imprevedibile per un film americano attingendo ad immaginari new age poveri (sembrano visual da copertina di libro sulla meditazione) rielaborati dallo stile raffinato di Gris Grimly, con chimere mascherate che fanno da fatine e conigli dal corpo scheletrico che quando non giocano a carte trasportano bare.

L’al di là è tutto tappezzato da bare e quindi da legno, come del resto è di legno il crocefisso a cui Geppetto lavora e che, proprio per il materiale di cui è fatto, Pinocchio scambia per un suo simile. Divino e terreno, istituzionale e ribelle, tutto della stessa materia.

Disegno di Gris Grimly, Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022
Disegni di Gris Grimly, Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022

Grimly, è evidente, non è l’unico talento coinvolto per smontare e rimontare la storia di Pinocchio a piacimento, c’è anche Patrick McHale, genio dietro la serie animata seminalissima Adventure Time e poi ad un’altra serie tutta sua (malatissima) che sì trova su Netflix: Over The Garden Wall. Anche lui è tutto immaginazione infantile ma nero dentro e ha scritto questa sceneggiatura in cui anche l’assunto fondamentale di Pinocchio è rivoltato come un guanto per rivolgere contro questa storia le sue stesse armi.

Il Pinocchio di Guillermo Del Toro infatti non è più una tensione verso la vita, la ricerca da parte di un burattino della possibilità di diventare vero, ma una storia piena di morte. Morte ovunque, a partire dal vero figlio di Geppetto che muore all’inizio, fino ad un finale che va oltre la fine dell’avventura dei personaggi per arrivare a mostrare la loro serena dipartita per raggiunti limiti di età. Tutto con un tono che, nel miglior stile Del Toro, sa associare gli opposti: il funereo e il gioioso. Quell’idea tipica della cultura messicana che il passaggio al mondo dei morti non sia una tragedia.

Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022
Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022

Pure un personaggio marginale come la Volpe (che in questa versione ha il ruolo di Mangiafuoco) ha le sembianze di una scintilla di fuoco umano con accanto una scimmia cieca da un occhio, anch’essa al pari di Pinocchio un abbozzo di essere vivente, come aiutante. La descrizione migliore di questo strano punto d’incontro di diversi mood, alla fine, l’ha data Grimly stesso in un’intervista al magazine online Inside the Magic: “Quando ero ragazzo volevo illustrare fumetti, invece mi sono ritrovato una carriera da illustratore per l’infanzia. E mi sono dovuto adattare [...] alterando le influenze dei fumetti che leggevo per farle entrare nei confini di quello che è appropriato per un bambino. Ecco perché ho uno stile dark ma anche stravagante”.

Disegno di Gris Grimly, Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022
Disegno di Gris Grimly, Pinocchio, Guillermo Del Toro, 2022

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