Gli Umani del Kunstmuseum St. Gallen

Sette artisti e le loro visioni indipendenti sul mondo svelano dati che li immergono in realtà inaccessibili ai media tradizionali.

Candice Breitz TLDR, 2017, Courtesy l'artista e KOW, Berlin, Installazione Kunstmuseum St.Gallen

Al Kunstmuseum St. Gallen, Francesco Arena, Ed Atkins con Simon Thompson, Rosella Biscotti, Candice Breitz, Daniela Ortiz e Artur Zwmijewski sono i sette protagonisti che strenuamente mantengono alto lo sguardo sul loro tempo, percependone non tanto un'impercettibile luce ma molteplici forme di oscurità. Sebbene tutte le età dell’uomo per quelli che esperiscono la contemporaneità siano oscure, anche The Humans connota l’avvento di persone che sanno come vedere frammenti lucidi della verità presente. La prospettiva di questi artisti su eventi attuali apre diverse strade interpretative e una vista più acuta, approfondita sul nostro mondo.

La collettiva al Kunstmuseum prova quanto il riportare la realtà sia un inganno, un processo eternamente riflessivo, una sorta di oroboro composto da fatti che si auto generano e che si auto alimentano, così come da narrative che creano a loro volta altri fatti e altri racconti, che possono poi essere diffusi viralmente. Un riportare di dati circolare, nel quale la notizia viene dichiarata proprio come se fosse già confermata da molteplici fonti quando è appena emanata da una singola e possibilmente fraudolenta documentazione. The Humans, proprio per dimostrare dove risieda il contrario, comincia con il noto Sky News Live (2015) di Ed Atkins e Simon Thompson un live stream di Sky News inglesi trasmesse su sei diversi monitor piatti di medio-grandi dimensioni. In questo modo si registra un continuo cambiamento, un costante aggiornamento sotto tutti gli aspetti e in ogni parte del mondo su come viviamo il presente. Immaginato dall’art-star Atkins e dal suo amico Thompson come una sorta di ultimato del ready-made, a seguire viene presentato un precedente e molto meno ambizioso film caratterizzato da quattordici ore di girati tratti dal rinomato programma dello Science Channel, dal titolo How it’s Made, composto da spezzoni di tre minuti che mostrano il processo di manifattura di vari oggetti, dei quali non si conoscerà mai la versione finale, perché volutamente tagliata, omessa dal montaggio.

Candice Breitz, TLDR, 2017, Cortesy l'artista e KOW, Berlino, Installazione fotografica Kunstmuseum St.Gallen, 2018
Candice Breitz, TLDR, 2017, Cortesy l'artista e KOW, Berlino, Installazione fotografica Kunstmuseum St.Gallen, 2018

La mostra include anche l’oscuro TLDR (2017), l’installazione video multi-canale che è stata commissionata ed ha debuttato proprio nel 2017 alla B3 Biennale. TLDR è un ritratto di una comunità di prostitute che vivono e lavorano a Cape Town. Il lavoro cresce attorno ad una serie di interviste e ad un workshop intensivo con le partecipanti selezionate, estendendo una conversazione in conto tra Breitz e la SWEAT (Sex Workers Education & Advocacy Taskforce), l’organizzazione no-profit con la quale le lavoratrici del sesso sono affiliate. Quasi imprescindibile sequel di Love Story (2016), TDLR invita a riflettere sulla relazione tra la testimonianza, il privilegio della verità e la visibilità, mettendo in guardia dall’affossamento dell’attenzione all’interno dell’economia di un’informazione che feticizza la celebrità e che cresce florida nell’intrattenimento. Inserendosi nelle pieghe della spesso inquieta relazione tra arte e attivismo, il lavoro si auto-giudica per domandarsi schiettamente  se e come gli artisti che vivono nel presente, con le loro vite privilegiate possano avere successo nell’amplificare chiamate per implementare una giustizia sociale e per rappresentare comunità marginali con correttezza.

Un’altra artista come Daniela Ortiz presenta un altro video di denuncia FDTD forcible drugging to deport (2012). Il lavoro traccia le deportazioni commesse dagli USA, ddichiarando che nel 2011 era stato condotto il più alto numero di deportazioni da parte di due dipartimenti: la United States Immigration e la Customs Enforcement Agency. Dal 2003, ai deportati venivano somministrate dosi fino a 55mg di ansiolitici, sedativi, tranquillizzanti e rilassanti muscolari. I farmaci utilizzati erano Haldol, Cogentin e Ativan. Nel 2006 il governo peruviano ha firmato il Free Trade Agreement con gli USA, il cui obiettivo era eliminare gli ostacoli dell’immigrazione di fronte al libero afflusso di merci, consolidando l’accesso a diverse merci e ai servizi, tutelando gli investimenti privati tra i due Paesi. Destabilizzando il concetto definitorio di realtà del consenso, la mostra vanta paesaggi umani che caratterizzano le notizie false come completamento di un desiderio ad ampio raggio, con l’idea di rendere un servizio a futuri più speranzosi e a realtà inarrivabili che al Kunstmuseum, però sembrano altrove, anacronistiche, mentre la verità sorge come un nuovo accesso di lettura di fronte alla realtà del giorno in arrivo.

Titolo mostra:
The Humans
Date di apertura:
15 settembre 2018 – 17 marzo 2019
A cura di:
Lorenzo Benedetti
Luogo:
Kunstmuseum St. Gallen
Indirizzo:
Museumstrasse 32, St. Gallen, Switzerland

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