Ai confini dell'impero culturale

Con la nomina di Ilaria Bonacossa a curatrice, si apre una nuova fase per il Museo d'Arte contemporanea di Villa Croce: le prime due mostre sono un inizio incoraggiante, ma solo il tempo potrà misurarne l'efficacia sia in termini curatoriali sia di consenso.

È nuova, fresca, con tante idee e soprattutto senza pregiudizi la nuova curatrice del Museo d'Arte contemporanea di Villa Croce a Genova, Ilaria Bonacossa, vincitrice di un concorso indetto dalla Fondazione Cultura di Palazzo Ducale. Dopo un decennio in cui il Museo, guidato da Sandra Solimano, ha avuto momenti altalenanti anche per le assenze della politica, diversamente da altre istituzioni cittadine considerate come veri e propri fiori all'occhiello, si apre una nuova fase.

Lavorare a Genova ha un significato particolare, proprio in un luogo che ha visto passare gran parte delle neo-avanguardie. Dal Gruppo Letterario '63, per opera dello scrittore Edoardo Sanguineti, del poeta visivo Rodolfo Vitone (padre dell'artista Luca), editore della rivista Marcatre, e dello storico dell'arte Eugenio Battisti, docente nell'università genovese, fino all'Arte Povera. Infatti la prima mostra del nascente movimento, inventato dal genovese Germano Celant, avvenne alla Galleria La Bertesca di Trentalance e Masnata.

In un periodo – gli anni Sessanta del Novecento – in cui le gallerie private sostituivano il pubblico nella diffusione della cultura artistica contemporanea, come fece Paolo Minetti alla Galleria Il Deposito commissionando a Gordon Matta-Clark l'unico lavoro italiano — operare in questo territorio, ai confini dell'impero culturale, è un'azione meritevole e difficile per la ritrosia dei liguri — a cui lo scrivente appartiene — verso il nuovo.
In apertura e qui sopra: "Slideshows" la mostra con il lavoro di Massimo Grimaldi al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova (29 settembre – 18 novembre)
In apertura e qui sopra: "Slideshows" la mostra con il lavoro di Massimo Grimaldi al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova (29 settembre – 18 novembre)
L'inizio della Bonacossa è incoraggiante con la proposizione delle prime due mostre, ma solo il tempo potrà misurarne l'efficacia sia in termini curatoriali sia di consenso. La prima è la personale di Massimo Grimaldi "Slideshows" (29 settembre – 18 novembre), la cui ricerca si concentra sulle immagini realizzate dall'autore nelle aree di conflitto, dove hanno sede gli ospedali di Emergency. Grimaldi, quando vinse il premio indetto dal MAXXI per il 2PER100 da destinare a opere d'arte pubbliche, destinò il 92% dei 700.000 € previsti dal bando alla costruzione di un Centro sanitario pediatrico di Emergency in Sudan. Sicuramente un gesto meritorio e politically correct in antitesi con la concezione di un'arte legata al mercato. Nella mostra genovese la scelta allestitiva dell'artista insieme con la Bonacossa è spiazzante per chi ha sempre frequentato il museo: la disposizione a terra dei computer Apple lascia un grande vuoto attorno, in una logica di display "alla Fondazione Sandretto" e dalla quale il Museo può trarre solo benefici. Il lavoro di Grimaldi, tuttavia, risulta forte nel concetto ma debole nell'esecuzione. Come spesso accade, ci si affida più alla processualità di un gesto piuttosto che considerarne anche la qualità linguistica. Qualità che, in questo caso, è affidata alle singole tragedie umane espresse dalle sofferenze dei volti, pertanto rimane un lavoro a metà che andrebbe sicuramente approfondito.
<i>Guilty</i> di Jeff Koons e Ivana Porfiri. Photo Andrea Ferrari
Guilty di Jeff Koons e Ivana Porfiri. Photo Andrea Ferrari
Completamente diverso è il progetto Guilty, curato da Maria Cristina Didero, realizzato da Ivana Porfiri e Jeff Koons per il collezionista Dakis Joannau, e presentato in occasione del 52° Salone Nautico di Genova. Dakis Joannou è un collezionista greco-cipriota, appassionato di arte, design e navi, di cui possiede una piccola flotta privata. Nell'ottobre del 2008 ha varato uno straordinario yatch di 35 metri dal nome Guilty disegnato da Ivana Porfiri e costruito in Italia, la cui decorazione – un camouflage psichedelico – è stata concepita come un'opera site-specific dall'artista americano Jeff Koons. Il dazzle camouflage fu inventato nel 1917 dal pittore e artista inglese Norman Wilkinson e venne subito adottato sia dalla Royal Navy sia dalla US Navy. Si è trattato di pitturare la nave seguendo disegni e forme optical, adottando diverse tonalità di colore che rendono bidimensionale un oggetto tridimensionale. Trasformando così un volume in una superficie della quale non sono chiare le varie parti, pertanto risulta difficile per il nemico bombardare con precisione.
Operare in questo territorio, ai confini dell'impero culturale, è un'azione meritevole e difficile per la ritrosia dei liguri verso il nuovo.
Una fase del trasferimento di <i>Guilty</i> di Jeff Koons e Ivana Porfiri a Genova
Una fase del trasferimento di Guilty di Jeff Koons e Ivana Porfiri a Genova
In questo modo, si determina, grazie anche al sole, un perfetto mimetismo. "Guilty è anche un racconto oltre che un progetto" – afferma la progettista Ivana Porfiri – "Nasce come evoluzione di un rapporto consolidato con un armatore e un cantiere. Gli elementi alla base di questo progetto sono semplici: una barca dalle dimensioni vincolate dal posto barca già in possesso dell'armatore e l'utilizzo di uno stampo di scafo già esistente in cantiere, per poter produrre in tempi record una nuova barca. L'arte contemporanea è stata fin dall'inizio parte costitutiva di questo progetto, essendo il suo committente un collezionista internazionale tra i più attenti agli sviluppi contemporanei. Guilty è una barca e non perde mai in nessun momento questo riferimento". Il lavoro di Koons attualizza e rende omaggio a Wilkinson, proponendo per il collezionista Joannau un mimetismo similare, come a voler proteggere la preziosa collezione attraverso un gioco formale, colorato e divertente.
<i>Guilty</i> di Jeff Koons e Ivana Porfiri
Guilty di Jeff Koons e Ivana Porfiri
"Slideshows" la mostra con il lavoro di Massimo Grimaldi al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova (29 settembre – 18 novembre)
"Slideshows" la mostra con il lavoro di Massimo Grimaldi al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova (29 settembre – 18 novembre)
Modello di <i>Guilty</i> di Jeff Koons e Ivana Porfiri in mostra al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova
Modello di Guilty di Jeff Koons e Ivana Porfiri in mostra al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova
<i>Guilty</i> di Jeff Koons e Ivana Porfiri al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova
Guilty di Jeff Koons e Ivana Porfiri al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova
"Slideshows" la mostra con il lavoro di Massimo Grimaldi al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova (29 settembre – 18 novembre)
"Slideshows" la mostra con il lavoro di Massimo Grimaldi al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova (29 settembre – 18 novembre)
"Slideshows" la mostra con il lavoro di Massimo Grimaldi al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova (29 settembre – 18 novembre)
"Slideshows" la mostra con il lavoro di Massimo Grimaldi al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova (29 settembre – 18 novembre)
Fase di lavorazione di <i>Guilty</i> di Jeff Koons e Ivana Porfiri
Fase di lavorazione di Guilty di Jeff Koons e Ivana Porfiri

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