Le seduzioni del palato

Al Musée du Quai Branly, Les seductions du palais è una mostra che assomiglia a un banchetto mondano e regala al pubblico una lezione di cucina e antropologia.

Un percorso nitido che si snoda tra rituale e stile tra stoviglie preziosissime e ricette eccentriche seppur d'improbabile realizzazione ai giorni nostri. Una mostra, deliziosamente allestita che assomiglia a un banchetto mondano. Jean-Paul Desroches, conservatore del patrimonio al Museo Guimet, è il maître di questo transfert di competenze che, con splendidi prestiti dai musei nazionali cinesi, regala al pubblico una lezione di cucina e antropologia. Nel mezzanino del Quai Branly, il museo cittadino sempre attento alla cultura materiale dell'umanità, è un tripudio di splendidi manufatti con una campionatura che spazia dai foyer neolitici dell'Estremo Oriente fino alle delizie alimentari degli ultimi imperatori cinesi. E, attraverso quella che appare come una concettualissima selezione di arte della tavola, assemblata in base alla tipicità atemporale e alle qualità stilistiche di forme e materiali, è una vera storia alimentare della cucina asiatica che ci viene raccontata.

Passaggi antropologici importanti: dal crudo al cotto dalla terracotta al bronzo ai materiali più nobili come la lacca e l'oro. Si ritmano in mostra il passaggio dalla fame primitiva al banchetto imperiale, se ne analizzano i riti codificati che s'ingenerano con la creazione del sistema urbano. L'apertura dell'impero di mezzo (la Cina) verso altre culture diviene l'archetipo per la nascita, la specializzazione di prototipi e forme culturali e di arte della tavola che evolvono nella cucina odierna regolata dai ritmi mediatici.
Musée du quai Branly, mostra <i>Les séductions du Palais, cuisiner et manger en Chine</i>, dal 19 giugno al 30 settembre. © Musée du quai Branly, photo Gautier Deblonde
Musée du quai Branly, mostra Les séductions du Palais, cuisiner et manger en Chine, dal 19 giugno al 30 settembre. © Musée du quai Branly, photo Gautier Deblonde
Analizzati in un intreccio di cultura materiale e storie specifiche, come quella del tè: una vera e propria storia nella storia raccontata come testo specifico attraverso ori, lacche ceramiche e forme gaiwan. Siamo agli albori dell'estetica minimale e di tanta mitologia cerimoniale nell'arte di oggi. Di vetrina in vetrina, si confronta la prodigiosa produzione e l'intrecciarsi di stili, linee minimali di una fenomenologia del gusto e della sua espansione e persistenza iconica e di prodotti che si sono evoluti nella nostro uso quotidiano. Il tagliare e cuocere velocemente, l'introduzione dei grassi animali e vegetali come induttori di gusto e di calore e il rimando continui arrivano dritti dritti alla liturgia della moderna cucina molecolare. La presentazione dei diversi tipi di cibo e la loro trasformazione estetica è una storia di piatti e ceramiche, quella che in fondo il mondo anglosassone riassume con la parola China, ma che è più precisamente una storia di regimi alimentari.
<a href= "http://pleix.net/Lazy-Susan" target= "_blanK">PLEIX</a>, <i>Lazy Susan</i>, 2012. Musica: BLEIP
PLEIX, Lazy Susan, 2012. Musica: BLEIP
Scopriamo nell'approccio pedagogico di questa mostra, fuori dai luoghi comuni sulla cucina cinese, che l'onnipresente chop-sticks compare relativamente tardi e solo perché trasformazione e temperatura della porzione rendono impossibile l'utilizzo delle mani e persino che l'afflato odierno verso il finger food è una declinazione del ritmo della tavola di epoca imperiale. Con il controllo preciso della forma e del rito raccontato nell'evoluzione di tazze, brocche, forni, bottiglie, non meno che nel magnifico e semplice display di ceramiche grés, lacche antiche, disegni e motivi di peonie crisantemi e pesche che ancora oggi persistono in versione cheap o nella rilettura del design alto, si delinea un'interpretazione critica del nostro consumo alimentare.

"La Cina è vicina", si diceva, ed è più vicina che mai nella rivoluzione gastronomica dei nostri tempi. Il catalogo della mostra si apre con un bellissimo saggio di Jean-Paul Desroches dalla necessità dello stomaco alla seduzione del palato e si chiude su una bella selezione di deliziose ricette, l'intero spazio della mostra è invece – a saperlo leggere – un manifesto di gioia e politica della tavola.
Nell'evoluzione di tazze, brocche, forni, bottiglie, non meno che nel magnifico e semplice display di ceramiche grés, lacche antiche, si delinea un'interpretazione critica del nostro consumo alimentare.
Musée du quai Branly, mostra <i>Les séductions du Palais, cuisiner et manger en Chine</i>, dal 19 giugno al 30 settembre. © Musée du quai Branly, photo Gautier Deblonde
Musée du quai Branly, mostra Les séductions du Palais, cuisiner et manger en Chine, dal 19 giugno al 30 settembre. © Musée du quai Branly, photo Gautier Deblonde
Musée du quai Branly, mostra <i>Les séductions du Palais, cuisiner et manger en Chine</i>, dal 19 giugno al 30 settembre. © Musée du quai Branly, photo Gautier Deblonde
Musée du quai Branly, mostra Les séductions du Palais, cuisiner et manger en Chine, dal 19 giugno al 30 settembre. © Musée du quai Branly, photo Gautier Deblonde
Musée du quai Branly, mostra <i>Les séductions du Palais, cuisiner et manger en Chine</i>, dal 19 giugno al 30 settembre. © Musée du quai Branly, photo Gautier Deblonde
Musée du quai Branly, mostra Les séductions du Palais, cuisiner et manger en Chine, dal 19 giugno al 30 settembre. © Musée du quai Branly, photo Gautier Deblonde
PLEIX, <i>Lazy Susan</i>, 2012. Musica: BLEIP
PLEIX, Lazy Susan, 2012. Musica: BLEIP

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