La mostra è concentrata in un'unica sede, nell'edificio vuoto e dèlabré del sito minerario di Waterschei; si sviluppa sui suoi tre livelli con una partizione che asseconda la struttura; l'esposizione del piano basso ospita oggetti e documenti, e si presenta come una trama di storia, storie e memorie relative all'attività mineraria che caratterizzò l'area in un passato ancora recente; il primo piano ospita lavori di artisti maggiori dal secondo dopoguerra in poi, da Duchamp a Beuys, da Broodthaers a Richard Long; una porzione dello spazio, isolata e climatizzata, comprende opere appartenenti alla storia dell'arte tra otto e novecento. Il terzo piano ospita 35 artisti contemporanei, molti dei quali sono stati invitati a creare nuove opere elaborando il tema del lavoro alla luce dei suoi sviluppi più attuali. Il vero tema della mostra è infatti il sistema economico di cui facciamo parte: un sistema che non può che modificarsi continuamente; che comporta quindi un'incessante trasformazione delle modalità e delle condizioni di lavoro e delle relazioni sociali.
La mostra s'innesta sul luogo, vi si radica profondamente; l'energia della memoria circola nello spazio così fortemente connotato del Waterschei.