Quasi tutte le immagini della collezione di Claudia Castellucci vengono rielaborate attraverso un commento, un titolo, un fumetto o un disegno impresso a mano libera dall'artista sul foglio e siglato dalla formula Claudia fecit in calce. Le immagini, grazie all'intervento artistico che le manipola e rielabora, perdono lo stato di objet trouvé materializzando l'immediato attraversamento e intersezione tra queste e l'artista, la materializzazione della scelta. Fotografie potenti per la loro capacità evocativa, legate anche a un immaginario stratificato nella memoria dello spettatore, assumono connotati stranianti per la loro eccezionalità e per la loro banalità. Emblematica sotto questo punto di vista un ritaglio che inquadra la carica degli ultras allo stadio che richiama gli affollati dipinti di rappresentazioni infernali.
La mostra offre uno sguardo intelligente, visionario e commovente su fatti di cronaca quotidiani incanalati nel flusso delle informazioni riuscendo a prescindere dal carattere narrativo a cui sono legate. Scorrendo i quadri disposti su leggii di legno lo spettatore attraversa differenti toni e tonalità; differenti intensità e differenti anime prendono vita tra i passanti.


La pubblicità diventa un pretesto per riflettere su altro, utilizzando i personaggi, le loro pose e le loro espressioni per animare un dialogo che parla di argomenti inaspettati.


