La Conservera, settima serie

Il settimo ciclo di mostre del centro d'arte contemporanea presenta i documenti dei viaggi (reali e immaginari) dei suoi artisti.

Ceutí, remoto centro della regione della Murcia, è sede di uno dei poli più recenti e attivi della cultura spagnola: il centro d'arte contemporanea La Conservera. Con un modesto bilancio annuale La Conservera ha quasi da sola ringiovanito il panorama culturale della Spagna meridionale. In settembre il centro ha inaugurato il suo settimo ciclo di mostre, aperte al pubblico nelle due sedi della Sala Verónicas di Murcia, con una mostra dell'artista svedese Martin Jacobson, e La Conservera HQ di Ceutí, con mostre personali di Maureen Gallace, Ángel Mateo Charris e Gonzalo Sicre, Jorge Peris, Diana Al-Hadid.

Per questa serie di mostre ogni artista si è recato dalla regione della Murcia in un paese straniero o viceversa. Le mostre qui presentate sono reali, viaggi intellettuali o sognati di cui ognuno redige il proprio particolare diario. Il viaggio come esperienza sensoriale e fisica è il filo conduttore della serie, in cui paesaggi e ricordi hanno un posto centrale.

Foto di apertura: Martin Jacobson, The Traveller’s Guide to the Other Side. Qui sopra: Ángel Mateo Charris & Gonzalo Sicre, Insomnia. Foto per gentile concessione de La Conservera

Martin Jacobson crea collage onirici montando le immagini trovate nei mercatini dell'usato e nei negozi dei robivecchi, scelte in base agli interessi e ai miti che l'artista predilige nelle sue opere. Jacobson rovista tra i detriti della storia dell'arte, in cerca di libri illustrati, cartoline postali e stampe. La mostra, intitolata The Traveller's Guide to the Other Side ("Guida di viaggio per l'altra parte") è interamente realizzata da La Conservera e comprende due figurazioni murali bidimensionali, una serie di specchi (percepiti sia come bidimensionali sia come tridimensionali) e una scultura.

Martin Jacobson, The Traveller’s Guide to the Other Side

La parte più raffinata della mostra è una figurazione murale che ricopre interamente l'abside dell'ex chiesa che ospita la Sala Verónicas. Il disegno è un monumentale murale in bianco e nero terminato da Jacobson sul posto in un mese di lavoro: un collage di immagini in cui delle ossa d'elefante sono racchiuse in una struttura architettonica circondata da un'infinita varietà di scheletri di animali. Nell'altra sede del centro d'arte contemporanea La Conservera ci sono altre quattro mostre, a partire dai delicati, piccoli dipinti a olio di Maureen Gallace, ispirati alla storia del paesaggismo americano e al rigore concettuale dell'autrice. Le sue intime opere su tela e su tavola nel corso degli anni si sono fatte sempre più essenziali e complesse. La narrazioni di Gallace si dipanano nel Connecticut rurale e dintorni, e nelle vacanze familiari a Capo Cod.

Con un modesto bilancio annuale La Conservera ha quasi da sola ringiovanito il panorama culturale della Spagna meridionale
Jorge Peris, Winged Souls

Il contributo alla mostra di Ángel Mateo Charris e Gonzalo Sicre si intitola Insomnio ("Insonnia"). Molte delle opere scaturiscono dai loro viaggi, ed esprimono idee di vagabondaggio, spazio di transito, di territori di frontiera e di tempo sospeso. Questo viaggio nel tempo conduce a Ostenda, cittadina delle Fiandre dove imponente è la concentrazione di artisti e di bei paesaggi che hanno ispirato i dipinti della mostra. Il risultato del viaggio, che si è svolto nell'estate del 2010, è una serie di dipinti e di schizzi basati sulla ri-creazione onirica della lontana Ostenda, grazie alla collaborazione dell'architetto di Cartagena Martín Lejarraga, responsabile del progetto spaziale.

Diana Al-Hadid, Play the Wolf Fifth

Il terzo spazio ospita le opere recenti dell'artista Jorge Peris, con un'installazione intitolata Winged Souls ("Anime con le ali"). Peris negli ultimi due anni ha lavorato ininterrottamente con il sale, completando infine il processo connesso all'uso di questo materiale. Il lavoro con il sale è parte dei suoi ricordi più antichi, collegati con i paesaggi e con le cartoline della sua infanzia. La mostra, che impiega 170 tonnellate di sale, è organizzata intorno a una grande torre costruita interamente con questo materiale, con particolare centralità attribuita al processo costruttivo, che implica un misto, in proporzioni differenti, di architettura organica (autogenerata e autoorganizzata) e di scultura del genere più classico. La mostra riproduce l'ecosistema di una salina, benché ne abbia reso più rapido il processo, che impiega un anno a svilupparsi, riducendolo ai 45 giorni necessari a realizzare la mostra.

Diana Al-Hadid, Play the Wolf Fifth

L'ultima degli artisti che partecipano a questo settimo ciclo di mostre della Conservera è l'americana Diana Al-Hadid, con la mostra Play the Wolf Fifth. Le sculture di Al Hadid sono strutturate in forme architettoniche barocche, come torri, labirinti e organi da chiesa, dall'aspetto diroccato. Fatte di materiali come il cartone, il compensato, il gesso e la resina, le sue opere sono fitte di influssi e di riferimenti alle antiche narrazioni bibliche e mitologiche (d'Oriente e d'Occidente), alla tradizione orale araba, all'architettura gotica, alla pittura delle icone, alla decorazione islamica e ai risultati della ricerca fisica e astronomica. Il settimo ciclo di mostre della Conservera è un documento collettivo dei viaggi interiori di cinque artisti, nell'intento di metterne in luce la fantasia e la memoria. La manifestazione è aperta fino all'8 gennaio 2012.

Maureen Gallace