Navin Rawanchikul iniziò ad esporre nel 1992 a Chiang Mai, la sua città d'origine, con una mostra diventata emblematica Chiang Mai Social Installation, una collettiva che aveva organizzato insieme con gli studenti della scuola d'arte di Chang Mai. Le opere erano dislocate in luoghi pubblici disomogenei che comprendevano anche templi e cimiteri cittadini. E, come scrive Pettifor sul catalogo, "Rawainchaikul realizzò quello che allora venne considerato un intervento radicale nell'ambito dell'arte contemporanea. Una convergenza di artisti, che comprendeca Moontien Boonma e Araya Rasdjiarmreansook, di ritorno dopo un'esperienza all'estero per trasmettere le sue conoscenze a un gruppo di artisti locali". La scelta dello spazio pubblico si è infine radicalizzata fino a diventare un elemento essenziale del lavoro dell'artista ed esprime la precisa volontà di dialogare in modo diretto con la gente.
Steve Pettifor queste storie le conosce a memoria, le ha raccontate in molti modi nei suoi editoriali. Profondo conoscitore dell'arte del Paese asiatico, nel 2004 ha dato alle stampe Flavours, Thai Contemporary Art, uno dei pochi libri sull'argomento pubblicati in inglese; e, dal 2007, è direttore della rivista Bangkok Art Map. Ci spiega che "l'arte contemporanea tailandese sta suscitando un enorme interesse da parte del pubblico e del mercato internazionale". Per quanto riguarda il medium, "la pittura" sottolinea "continua a rivestire un ruolo di grande importanza, anche se numerosi autori si rivolgono sempre più spesso a mezzi quali la fotografia, le performance i video o anche l'interventional art". Tra i temi indagati "quello dominate continua ad essere la progressiva perdita della spiritualità delle persone, intesa non solo in senso religioso, ma intrinseco alla vita in sé. La gente imita modelli occidentali, diventando sempre più consumista e materialista". L'aspetto fortemente kitsch di questi atteggiamenti è diventato uno dei topic del lavoro di Rawanchaikul "L'impoverimento spirituale", soprattutto legato alla corruzione e alla bulimia delle classi politiche e dirigenti viene affrontato in modo deciso da uno tra i più noti artisti tailandesi Vasan Sitthiket. "Il suo lavoro alla fine degli anni '80 ebbe un forte impatto in Tailandia, oggi è diventato più familiare", anche l'artista non ha modificato il suo atteggiamento radicale. Anche Moontien Boonma non usa mezze misure per schierarsi contro la corruzione e i nuovi modelli imposti alla gente, conseguenza di un violento passaggio dalla vita rurale a quella urbana.
Alla domanda se Tailandia è un paese dove all'arte viene riconosciuta una funzione sociale, Pettifor risponde in modo affermativo: poiché essa nasce da uno spirito di opposizione.