Eldorado: Pratchaya Phinthong

La prima personale italiana dell'artista tailandese fa parte del programma Eldorado, nel quale la GAMeC invita gli artisti a concepire un progetto inedito.

Il 26 maggio scorso, alla GAMeC di Bergamo, ha inaugurato la prima personale italiana dell'artista tailandese Pratchaya Phinthong, Give More Than You Take. L'opera da cui prendeva il nome la mostra, che ne costituiva il cuore (e il punto di intersezione delle diramazioni rappresentate dagli altri lavori esposti), consisteva in una certa quantità di terriccio di scavo disposto nella project room dell'istituzione. Un cumulo lungo e sottile, come un solco smosso, correva lungo le pareti dello spazio, regolare ma impreciso, alto e profondo pochi centimetri appena. Alla terra erano misti sassi, qualche sterpo, cocci e frantumi: appariva appena smossa, o estratta da chissà dove.

Il 5 dicembre scorso, al CAC di Brétigny, ha inaugurato una mostra personale dell'artista tailandese Pratchaya Phinthong, Give More Than You Take. L'opera da cui prendeva il nome la mostra, che ne costituiva il cuore (e il punto di intersezione delle diramazioni rappresentate dagli altri lavori esposti), consisteva in una certa quantità di oggetti di scarto — legname, un lampadario da discoteca, vecchie apparecchiature elettroniche, scatole di cartone – disposti più o meno casualmente lungo l'asse centrale dello spazio, a formare una sorta di rettangolo allungato. Nessun elemento, in apparenza, accomunava l'assortimento di oggetti, se non il fatto che sembrassero, a tutta prima, scarti.

<b>Foto di apertura</b>: Pratchaya Phinthong, <i>Give more than you take website</i>, 2010-11. Coproduzione CAC Brètigny / GAMeC Bergamo, 2010. 
<b>Qui sopra</b>: Pratchaya Phinthong, <i>Birds find refuge in Panmunjom</i>, 2011, olio su tela.
Per entrambe le immagini: Courtesy l'artista e gb agency, Parigi, Veduta della mostra <i>Give more than you take</i>, GAMeC, 2011. Foto Jacopo Menzani
Foto di apertura: Pratchaya Phinthong, Give more than you take website, 2010-11. Coproduzione CAC Brètigny / GAMeC Bergamo, 2010. Qui sopra: Pratchaya Phinthong, Birds find refuge in Panmunjom, 2011, olio su tela. Per entrambe le immagini: Courtesy l'artista e gb agency, Parigi, Veduta della mostra Give more than you take, GAMeC, 2011. Foto Jacopo Menzani
Similmente, nessun elemento accomuna le due vesti di questa mostra, teoricamente la stessa, curata nelle due istituzioni da Alessandro Rabottini e Pierre Bal-Blanc. Eppure si tratta della medesima opera: in entrambi i casi, Pratchaya Phinthong aveva chiesto al curatore di allestire nello spazio, a proprio piacimento, 549 chili di materia di scarto, recuperata nella forma e nei modi che reputava più adatti. Nel caso della GAMeC, era mezza tonnellata del terreno scavato nei lavori preparatori per l'espansione dell'Accademia Carrara; nel caso di Brétigny, oggetti di scarto trovati dal curatore. Sono la stessa cosa? No: sono la stessa quantità.
Pratchaya Phinthong, <i>An Average Thai Berry Picker's Income</i>, 2010
(Il guadagno medio di un raccoglitore di bacche tailandese). Corone e monete svedesi incorniciate. Veduta della mostra <i>Give more than you take</i> — GAMeC, 2011. Foto Jacopo Menzani. 
Courtesy GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.
Pratchaya Phinthong, An Average Thai Berry Picker's Income, 2010 (Il guadagno medio di un raccoglitore di bacche tailandese). Corone e monete svedesi incorniciate. Veduta della mostra Give more than you take — GAMeC, 2011. Foto Jacopo Menzani. Courtesy GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.
Il peso è stato determinato dall'artista nei due mesi che ha passato in Lapponia, lavorando come bracciante per una ditta tailandese che offre in outsourcing manodopera per raccogliere bacche nella stagione estiva. Ogni giorno, nel suo scambio di e-mail con Pierre Bal-Blanc (riportato a parete nella mostra), Phinthong lo informava sul peso del raccolto, chiedendogli di fare altrettanto con ciò che si trovava intorno. Dalla Lapponia è tornato senza opera, ma con una torretta di avvistamento ornitologico, smontata, che è stata inclusa in entrambe le sedi di fianco all'opera principale. Ma quest'ultima, qual era?
Poco importa l'oggetto raccolto, poco si sa di chi raccoglie, poco importa la destinazione: ciò che conta è il peso, perché è l'unico parametro rilevante per l'attribuzione di un valore.
Pratchaya Phinthong, <i>Give more than you take</i>, 2011. Veduta dell'installazione alla GAMeC di Bergamo. Foto Jacopo Menzani.
Courtesy GAMeC — Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.
Pratchaya Phinthong, Give more than you take, 2011. Veduta dell'installazione alla GAMeC di Bergamo. Foto Jacopo Menzani. Courtesy GAMeC — Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.
Non era un oggetto, era una quantità: non di cose, ma di lavoro. L'unica cosa che accomuna la "ricerca sul campo" di Phinthong con ciò che Bal-Blanc e Rabottini hanno prima raccolto e poi esposto è la fatica e lo sforzo della ricerca, del sollevamento, della distribuzione. Non si tratta, propriamente parlando, di un lavoro "istruzionale" (sulla scia di molta arte concettuale), perché più che delle istruzioni ciò che l'artista ha fornito è un parametro: o, per dirla in termini economico-aziendali, una quota (oraria, giornaliera, mensile). Poco importa l'oggetto raccolto (bacche, fragole, terra: per chi ti paga fa lo stesso! Basta che tu raccolga), poco si sa di chi raccoglie (tailandesi esportati, braccianti, artisti), poco importa la destinazione (supermarket o musei di mezza Europa): ciò che conta è il peso, perché è l'unico parametro rilevante per l'attribuzione di un valore.
Pratchaya Phinthong, <i>Allemansroetten</i>, 2011. Torre di legno allestita da Alessandro Rabottini. Courtesy l'artista e gb agency, Parigi. Veduta della mostra <i>Give more than you take</i> — GAMeC, 2011. Foto Jacopo Menzani. Courtesy GAMeC — Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.
Pratchaya Phinthong, Allemansroetten, 2011. Torre di legno allestita da Alessandro Rabottini. Courtesy l'artista e gb agency, Parigi. Veduta della mostra Give more than you take — GAMeC, 2011. Foto Jacopo Menzani. Courtesy GAMeC — Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.
Questa intercambiabilità — o meglio, questa possibilità di quozientare il reale in base all'unico parametro rilevante, in sé un parametro economico — è il cuore di Give More Than You Take. È anche il cuore di Underworld, il romanzo-mondo di Don DeLillo, che dopo svariate centinaia di pagine di minutissime descrizioni di come si sia trasformata l'America del XX secolo — tanto nel mondo dell'arte quanto nelle periferie metropolitane, tanto nelle cittadine sperdute nel deserto quanto a New York — apre l'ultima parte con una frase tautologica e lapidaria, che è il riassunto e la climax e l'atroce come-volevasi-dimostrare di tutto il romanzo. "Il capitale annulla le differenze di una cultura", scrive DeLillo. Il capitale accumulato da Pratchaya Phinthong ,raccogliendo 549 chili di oggetti per due mesi in Lapponia, ammonta a 2.513 corone, 283 euro. Il denaro è esposto in cornice, all'interno della mostra. Può essere scambiato con qualunque cosa valga quanto se stesso; di cosa si tratti, non fa differenza. Vincenzo Latronico
Pratchaya Phinthong, <i>Tod tee sweden mend thung mor-chit</i>, 2011. 549 kg di terra allestiti da Alessandro Rabottini. Courtesy l'artista e gb agency, Parigi
Veduta della mostra <i>Give more than you take</i> — GAMeC, 2011. Foto Jacopo Menzani. Courtesy GAMeC — Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.
Pratchaya Phinthong, Tod tee sweden mend thung mor-chit, 2011. 549 kg di terra allestiti da Alessandro Rabottini. Courtesy l'artista e gb agency, Parigi Veduta della mostra Give more than you take — GAMeC, 2011. Foto Jacopo Menzani. Courtesy GAMeC — Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.
Pratchaya Phinthong, <i>Together in this water</i>, 2008-11. 300 copie gratuite di cianografica. Courtesy l'artista e gb agency, Parigi. Veduta della mostra <i>Give more than you take</i> — GAMeC, 2011. Foto Jacopo Menzani. Courtesy GAMeC — Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.
Pratchaya Phinthong, Together in this water, 2008-11. 300 copie gratuite di cianografica. Courtesy l'artista e gb agency, Parigi. Veduta della mostra Give more than you take — GAMeC, 2011. Foto Jacopo Menzani. Courtesy GAMeC — Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.

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