La teoria delle nuvole di Tomás Saraceno

Il progetto speciale che l'artista argentino ha concepito per la grande sala Enel del MACRO è un ulteriore passo verso la colonizzazione del cielo.

La ricerca di Saraceno ha un obiettivo molto preciso, la creazione di sistemi volanti come piattaforme fluttuanti nel cielo, formate da cellule abitabili sospese nell'aria, capaci di cambiare forma e unirsi insieme, come le nuvole. Questo progetto, chiamato Air-Port-City, non vuole essere semplicemente una sperimentazione sulle possibilità tecnologiche, ma ridiscutere, in rapporto alle dinamiche geopolitiche, la libertà di viaggiare tra le nazioni, avvalendosi solo delle leggi internazionali, superando le restrizioni politiche, sociali, culturali e militari presenti nella società contemporanea.

Questa visione utopica di una vita sospesa nel cielo ha spinto Saraceno, nel corso degli anni, a creare una serie di strutture sperimentali, come palloni gonfiabili o strutture modulari, capaci di interagire con le energie naturali. Tutta la sua ricerca vuole verificare la possibilità di colonizzare il cielo, alla ricerca di dispositivi possibili per una vita tra le nuvole: in una bolla trasparente, migrando tra le nuvole, assecondando venti e agenti atmosferici e sfruttando l'energia solare. Il progetto speciale che l'artista argentino ha concepito per la grande sala Enel del MACRO è un ulteriore passo verso la colonizzazione del cielo, sviluppata attraverso un dialogo immaginario con le visioni utopiche di Yona Friedman e le teorie di Richard Buckminster Fuller. Completamente oscurata, la sala è invasa da circa 500 dodecaedri, realizzati con 18 km di tubi di plastica bianchi usati normalmente per gli impianti elettrici. Il dodecaedro viene composto utilizzando cerchi anziché pentagoni regolari. Questo è un primo legame con il lavoro di Friedman che già dalla fine degli anni Cinquanta usava questo sistema geometrico "Space-Chains" per le strutture della sua Ville Spatiale.
Il cerchio come elemento primario permette alle diverse cellule di essere assemblate liberamente, senza nessuna gerarchia, come un Merzbau organico, dove un agglomerato apparentemente casuale di cose viene a formare un tutto. Mentre però per Friedman la somma di questi dodecaedri, nelle sue infinite possibilità, diventa una Proteinic Chains che si sovrappone al paesaggio esistente, per Saraceno queste strutture rappresentano un insieme di sistemi abitabili, come nuvole di granelli sabbia spinte dal vento: un'architettura volante, come nuovo strato delle città in cui viviamo. I tubi elettrici riflettono invece sul progetto di una rete energetica globale alla base degli studi di Buckminster Fuller, capace di sfruttare il flusso energetico in ogni momento a prescindere dall'alternanza del giorno e della notte o dal susseguirsi delle stagioni. Per Saraceno la rete fulleriana rappresenta "un catalizzatore per nuovi modi di vivere, viaggiare e comunicare". Le strutture volanti dell'installazione diventano quindi dei sistemi energicamente attivi, come nodi di una maglia infrastrutturale continua.
A dare vita a questo universo fluttuante sono cinque video in bianco e nero proiettati sui filamenti bianchi delle strutture sospese. Le riprese mostrano gli straordinari paesaggi naturali del Lencois Maranhenses Park, che si trovano nel nord del Brasile, dove dune di sabbia, che sembrano lenzuola bianche stese al sole, cambiano forma e disposizione a seconda delle combinazioni dei venti e dove l'acqua pluviale forma, tra le dune sabbiose, specchi d'acqua dolce. Per realizzate questi video, in mancanza di energia elettrica, l'artista ha utilizzato l'energia del vento sfruttando delle pale eoliche che, mosse dal vento, azionavano un sensore ottico che faceva scattare delle fotografie. I video sono il frutto del montaggio di questi scatti dove la frequenza è direttamente connessa con l'intensità del vento che ha dato energia al sistema.
Nel lavoro di Saraceno si fondono costantemente diversi elementi che attingono da discipline e riflessioni differenti: l'architettura, la chimica, l'arte, la biologia e lo studio di nuovi materiali. In un incontro con Friedman, nella sua celebre casa di Parigi, Saraceno descriveva così la sua utopia su Domus (n. 936, maggio 2010): "Mi piace pensare a un'abitazione o a uno spazio cosi leggero da poter volare e spostarsi con l'aumento della temperatura interna, che varia in base al calore del sole. La temperatura definisce il rapporto che instauriamo con l'ambiente; chi la abita stabilisce l'altitudine e la possibilità di spostarsi". Tutte le sue installazioni ci raccontano aspetti di queste città: dalle strutture pneumatiche ai palloni aerostatici, dalle cellule abitate alle piante e alle ragnatele abitabili. Non ci troviamo di fronte alle città volanti delle saghe fantascientifiche, l'artista argentino per descriverci questi mondi ci parla di nuvole che evaporano nel cielo, di masse gassose che cambiano stato in relazione alle condizioni ambientali, sistemi abitabili in un permanente stato di trasformazione.
Partendo dall'ipotesi che sia necessario oggi immaginare un modo alternativo di vivere sul pianeta, un modo capace di non alterare gli equilibri ambientali, immaginando che gli edifici non siano in totale antitesi con la natura, il lavoro di Saraceno sta cercando di visualizzare questa alternativa, attraverso la realizzazione di oggetti, immagini e installazioni, anticipando queste possibilità. Le sue istallazioni ci dicono contemporaneamente più cose, ci suggeriscono nuovi modi di immaginare il nostro stile di vita e concepire gli spazi, ci mostrano la potenza dell'energia presente nel nostro pianeta, ci avvertono della fragilità degli equilibri naturali e dei cambiamenti. Attraverso i suoi lavori in qualche modo riusciamo a misurare i comportamenti chimici delle sostanze nelle quali siamo immersi, che spesso non riusciamo a percepire. "Un giorno avremo dei cumuli di nubi abitabili come ispirazione per un'architettura organica che si modifica in base ai desideri degli abitanti e dei cambiamenti climatici", scrive ancora su Domus (n. 936, maggio 2010)
Questa idea di una vita aerea diventa in qualche modo una metafora per comprendere la fragilità del nostro ecosistema. "L'importanza non risiede nell'oggetto in sé, quanto nella capacità dell'arte di immaginare qualcosa riguardo a come potremmo vivere." (Domus n. 936) Saraceno ci invita a sollevare lo sguardo, a osservare l'immensità dello spazio che ci circonda, alle infinite possibilità che il cielo ci può offrire. Matteo Costanzo [2A+P/A]

25 Giugno — 9 Ottobre 2011
Tomas Saraceno: Cloudy Dunes. When Friedman meets Bucky on Air-Port-City
MACRO, Roma

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