In questa terza e conclusiva edizione l'artista Lucy Orta e la curatrice Gabi Scardi hanno messo insieme un "non esaustivo" gruppo di artisti che analizzano lo statuto visivo dell'abbigliamento e di altre forme esteriori del sé con l'obiettivo di presentare un panorama concettuale della geopolitica letta attraverso le variazioni del modo di vestire. Le loro argomentazioni collegano la rappresentazione culturale alla persona, seguendo più o meno il filo conduttore della dicotomia soggetto/oggetto implicita in ogni lettura delle superfici esterne. Per dirla in parole più chiare Aware mostra al visitatore che in realtà indossiamo ciò che siamo. Nel suo saggio in catalogo Scardi cita, sulle scelte individuali di stile, Virginia Woolf: "[...] sono gli abiti che portano noi, e non noi che portiamo gli abiti; noi possiamo far sì che essi modellino per bene un braccio, o il petto, ma essi modellano il nostro cuore, i nostri cervelli, le nostre lingue a piacer loro" (Orlando, 1928; trad. it. di Alessandra Scalero, Milano, Mondadori, 1978, p. 597). La prospettiva dell'arte contemporanea vista da Scardi e Orta sulla base di questa premessa pare essere che, nell'epoca del nomadismo, della mobilità globale e della rapida diffusione dell'immagine, il senso d'appartenenza un tempo intrinseco al luogo geografico sia oggi più facilmente espresso (o sovvertito) dall'abito. L'abbigliamento quindi è un genere d'architettura a livello individuale.
Ci sono comunque molte opere importanti da vedere, create sia da stilisti (Chalayan, McQueen) che da artisti, che mettono in discussione i confini di entrambi i generi. Nonostante il suo ciclo effimero la moda continua a essere una fonte di innovazione, forse perché adotta la spettacolarità per spargere il suo seme su un area più vasta di quanto non faccia l'arte visiva. Anche se non sempre argomenta in profondità le sue affermazioni, Aware per lo meno sprona lo spettatore a prendere maggiore coscienza delle complessità del vestire, e soprattutto di come scelte apparentemente banali siano invece in sostanza manifestazioni di visibilità e invisibilità sociale.
