Tutto questo piccolo spazio off ha preso parte allo spirito del progetto cartaceo, alla presentazione del 9 settembre: modelle-standiste vestite poco più che con il velo da suora erano le addette al banco riviste mentre finti preti servivano drink in una serata in crescendo, con musica a tutto volume.
Il collante di questo progetto di Cattelan e Ferrari è la condivisione dell'ossessione per l'immagine, non solo quella scioccante e provocatoria ma anche quella surreale, ironica o impercettibilmente destabilizzante. "L'immagine proposta in Toilet Paper non è destinata solo agli addetti ai lavori del mondo dell'arte", sostiene Ferrari, "ma è intesa come mezzo espressivo democratico che vuole arrivare a tutti. Deve far pensare, far tenere la mente allenata e sollecitare nuovi collegamenti percettivi". In effetti, l'immagine ha un potere espressivo più intenso di quello delle parole, grazie al suo linguaggio semplice, diretto e estremamente sintetico, soprattutto quando caricato dell'intervento di un artista.
Quelle elaborate per Toilet Paper (il cui secondo numero sarà pronto a novembre) nascono da un lavoro di ricerca comune di artista e fotografo, che porta a elaborare l'idea per un 'quadro' al quale dà vita un team di di lavoro collaudato da tempo. "L'idea definitiva nasce però sempre in fieri, in fase di scatto. In un secondo si procede alla selezione delle foto che andranno pubblicate e a creare la sequenza giusta", precisa. "E un lavoro che ci diverte e ci appaga molto, e che non persegue fini commerciali, con lo stesso spirito che anima Le Dictateur, nel quale io e Federico pubblichiamo progetti inediti di artisti che selezioniamo per affinità artistiche, in totale libertà e in assenza di regole precise".
La sponsorizzazione di Toilet Paper da parte della Deste Foundation consiste infatti nel coprire i costi di produzione e nell'immettere la rivista in un circuito di diffusione ristretto a pochi musei e librerie selezionati in tutto il mondo, dove acquistare la rivista per dieci euro. In fondo, un prezzo decisamente democratico per un progetto artistico. Loredana Mascheroni
