Attraverso 44 scatti di questo primo periodo, molti dei quali mai mostrati al pubblico, si legge già l'esperienza concettuale, a cui Ghirri si è accostato frequentando la cerchia degli artisti modenesi, ma anche il riferimento alla Pop Art americana, da Wesselmann a Lichtenstein. "Anche io non so dire se mi hanno illuminato di più i paesaggi musicali e poetici di Dylan, le sculture-architetture di Oldenburg, le visioni di Robert Frank o Friedlander, il rigore etico di Evans", raccontava lo stesso Ghirri. O ancora, "le cosmogonie di Brueghel, i fantasmi felliniani, le vedute degli Alinari, i silenzi di Atget, la precisione dei fiamminghi, la purezza di Piero della Francesca o i colori di Van Gogh", continuava l'artista, nato a Scandiano (Reggio Emilia) nel 1943 e scomparso nel 1992.
La mostra è il secondo appuntamento di "Progettosettanta – Arte e fotografia dalla ricerca anni '70 in Italia", curato da Elena Re. Elena Sommariva
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