Per creare le sue sculture, Tara Donovan segue poche semplici regole. Prima di tutto, individua un materiale o un oggetto (ha utilizzato cavi elettrici, stuzzicadenti, spilli, rotoli di nastro adesivo, matite, cannucce, bicchieri di plastica e piatti di carta), dopodiché se lo procura in decine di migliaia di esemplari. A questo punto, procede per ripetizione: assembla cioè un pezzo dopo l’altro, assecondando le proprietà fisiche della materia utilizzata. Alla base di questo sistematico processo di accumulazione c’è la ricerca di una diversa percezione della realtà.
La sua ultima opera è anche la più monumentale: tre milioni di bicchieri di plastica bianca incollati sul pavimento della galleria newyorkese PaceWildenstein. L’installazione che suggerisce l’immagine di un paesaggio imbiancato dalla neve e increspato dal vento è riproposta (in dimensioni ridotte, 600.000 bicchieri) al St Louis Art Museum, che fino al 25 novembre dedica a Tara Donovan una mostra curata da Robin Clark. E.S.
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L’arte dell’accumulo
Per creare le sue sculture, Tara Donovan segue poche semplici regole. Prima di tutto, individua un materiale o un oggetto (ha utilizzato cavi elettrici, stuzzicadenti, spilli, rotoli di nastro adesivo, matite, cannucce, bicchieri di plastica e piatti di carta), dopodiché se lo procura in decine di migliaia di esemplari.
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- 03 novembre 2006