Organizzata dal Musée d’Art Contemporain di Lione, la mostra (itinerante fino al 2005) comprende una novantina di opere: installazioni audio e video, sculture, disegni e fotografie, a raccontare l’intera carriera dell’artista newyorkese: dagli anni Settanta ai lavori più recenti. Dal suo esordio come performer, nel 1972 con un concerto di clacson, alla nomina lo scorso anno come prima artista residente della Nasa. Anche se il filo conduttore privilegiato del percorso sarà il suono e il rumore.
Descritta come “America's multi-mediatrix” (Multi-mediatrice d’America) da Wired e “Artista e agente provocatore di un moderno rinascimento” dal Philadelphia Daily News, Laurie Anderson (nata nel 1947 a Chicago) ama invece definirsi una “narratrice”. Le sue installazioni, abbinando poesie e canzoni, collage di suoni e musica, coinvolgono lo spettatore in modo diretto e lo invitano a esplorare in modo fisico il suo universo artistico.
Succede in “The Handphone Table” (Il tavolo monofonico), del 1977, un invito a percepire i suoni lungo le ossa delle braccia. O, ancora, si ripropone in “The Tape Bow Violin” (Il violino lettore di nastro registrato) sempre del 1977 e “Neon Violin” (Violino al neon) del 1983, basati sullo strumento così spesso usato da Laurie Anderson da diventare per lei una sorta di “seconda voce”, di cui ha alterato e manipolato elettronicamente il suono in ogni maniera possibile.
fino a 15.2.2004
The Record of the Time - Le opere sonore di Laurie Anderson
Padiglione d'Arte Contemporanea (PAC) via Palestro 14, Milano
T +39-0262086537
http://www.pac-milano.org


