Le mostre di design e architettura da vedere nel 2026

Da Londra a Hong Kong, da Milano a Parigi, fino a New York: mostre collettive, retrospettive e manifestazioni da non perdere nel 2026 per capire cosa sta succedendo nel panorama internazionale dell’architettura e del design.

1. Schiaparelli: Fashion Becomes Art, V&A South Kensington, Londra, dal 28 marzo Elsa Schiaparelli, figura centrale della couture del Novecento, rivoluzionò la moda attraverso un approccio libero e aperto alla sperimentazione, che coniugava intuizioni visive provenienti soprattutto dalla sua vicinanza ai Surrealisti, e innovazioni tecniche. Al suo estro creativo il V&A di Londra dedica, dal 28 marzo 2026, la prima grande retrospettiva in Inghilterra: un percorso dagli anni Venti a oggi, fino alle creazioni più contemporanee frutto della direzione artistica di Daniel Roseberry. Oltre duecento pezzi in mostra, tra abiti, accessori, gioielli, opere d’arte e materiali d’archivio, per raccontare il genio di Schiaparelli, la rete di collaborazioni e il ruolo imprenditoriale che ha definito la Maison, presentando anche capi iconici comeSkeleton e Tears, realizzati insieme a Salvador Dalí.

Abito da sera e velo per capelli “Tears”, disegnati da Elsa Schiaparelli nel febbraio 1938 per la collezione Circus, estate 1938. Tessuto disegnato da Salvador Dalí (c) Victoria and Albert Museum, Londra

2. Herzog & de Meuron: In Focus, M+, Hong Kong, dal 12 settembre Per celebrare il suo quinto anniversario, M+ accoglie una generosa donazione di Herzog & de Meuron, autori del progetto del museo di Hong Kong. La mostra, che prende il via il 12 settembre 2026, riunisce modelli, disegni e campioni di materiali che documentano la loro pratica progettuale innovativa, con un focus sui progetti sviluppati in Cina, costruiti o incompiuti: dal museo M+ terminato nel 2020, al Tai Kwun sempre a Hong Kong, fino allo Stadio Nazionale di Pechino, oltre a interventi urbanistici che evidenziano come territorio e paesaggio siano determinanti nella definizione della conformazione urbana. Le opere esposte riflettono il profondo dialogo che lo studio intrattiene con la Cina fin dagli anni 2000, in un contesto di incredibile crescita economica e di grandi trasformazioni infrastrutturali.

Jacques Herzog e Pierre de Meuron Kabinett, Basel. © Herzog & de Meuron. Foto: Katalin Deér

3. Lella e Massimo Vignelli, Triennale Milano, dal 25 marzo al 6 settembre “Se non lo trovi, disegnalo tu”: questo il motto che ha delineato la lunga e celebre carriera di Lella e Massimo Vignelli, una delle coppie più geniali del design italiano. La Triennale dedica loro un’ampia retrospettiva, per ripercorre il ruolo fondamentale del duo nello sviluppo del design e della grafica internazionale. Attraverso una ricca selezione di oggetti, arredi, bozzetti, fotografie, manuali, marchi e pubblicazioni, l’esposizione ricostruisce il loro percorso umano e professionale, tra l’Italia del dopoguerra e la New York degli anni Sessanta. Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con i figli Valentina e Luca e con il Vignelli Center for Design Studies del Rochester Institute of Technology, attinge a un archivio di oltre settecentomila documenti che testimoniano l’ampiezza e la coerenza del loro approccio progettuale lungo più di cinquant’anni.

Lella e Massimo Vignelli, Foto di Luca Vignelli

4. Hella Jongerius: Whispering Things, Vitra Design Museum, Weil am Rein, dal 14 marzo al 6 settembre La retrospettiva Hella Jongerius: Whispering Things ripercorre oltre trent’anni di ricerca di una delle figure chiave del design contemporaneo. Ospitata dal Vitra Design Museum, si tratta della prima mostra che racconta l’intera ampiezza del lavoro di Jongerius, tra tessili, ceramiche, e arredi, insieme alle celebri collaborazioni con Maharam, KLM, Camper e Vitra. Il ricco archivio di Jongerius, acquisito nel 2024 proprio nel museo di Weil am Rein, rivela la varietà dei processi di sperimentazione della designer, e la riflessione critica sul ruolo del design nella società che l’ha guidata nel corso dei decenni.

Hella Jongerius nel suo studio, 2023 © Vitra Design Museum, foto: Roel van Tour

5. The Nue Black Aesthetic, The Design Museum, Londra, dal 6 novembre 2026 all’8 agosto 2027 Che cosa significa oggi parlare di “Black Aesthetic” e chi ne orienta davvero l’evoluzione nella cultura visiva contemporanea? La mostra dell’autunno 2026 al Design Museum di Londra affronta questa domanda mettendo al centro i progettisti che stanno contribuendo a trasformare il panorama del design britannico, come Mac Collins, Samuel Ross, Bianca Saunders e Giles Tettey Nartey. Dal design, alla progettazione architettonica, alla moda, l’esposizione esplora come identità, cultura ed esperienza personale influenzino i processi creativi. Il titolo della mostra, curata da Charlene Prempeh con il Design Museum, richiama la Black Aesthetic degli anni Sessanta e la New Black Aesthetic degli Ottanta, reinterpretandole in chiave contemporanea: Nue, da nuer (“sfumare”), allude infatti alla complessità e alle molteplici sfumature dell’attualità.

Strange Notes by Giles Tettey Nartey. Nue Black Aesthetic. Foto: Giles Tettey Nartey

6. Une Journée au XVIIIE Siècle, Chronique d’un Hôtel Particulier, Musée des Arts Decoratifs, Parigi, dal 18 febbraio al 5 luglio Nel cuore del Settecento parigino, l’hôtel particulier – tipologia di residenza aristocratica particolarmente diffusa nel XVIII secolo – era il palcoscenico di un nuovo modo di vivere, fondato su eleganza, funzionalità e codici sociali raffinati. L’esposizione del Musée des Arts Decoratifs di Parigi ricostruisce questo universo esplorando l’art de vivre francese attraverso la vita quotidiana in una dimora privata, emblema del lusso urbano. Il percorso accompagna il visitatore dalla strada alla corte e al giardino, poi negli interni dove, dal mattino alla notte, prendono forma rituali, nuovi comfort e rigide regole sociali: la toilette, la gestione della casa, l’educazione dei figli, i ruoli nella vita domestica, in cui ogni ambiente rivela innovazioni, dall’illuminazione, al riscaldamento, all’igiene.

Vetro filato di Nevers, metà XVIII secolo. Vetro, metallo, legno, carta. ©Les Arts Décoratifs / Jean Tholance

7. Helmut Lang. Séance de Travail 1986–2005, MAK, Vienna, dal 10 dicembre al 3 maggio 2026 La mostra Helmut Lang. Séance de Travail 1986–2005 al MAK di Vienna è la prima grande retrospettiva dedicata all’opera del designer austriaco. Con installazioni site-specific e un’ampia selezione di materiali provenienti dall’Helmut Lang Archive, donato al MAK nel 2011, la mostra mette in luce il suo processo creativo e la visione radicale con cui Lang, muovendosi continuamente tra Vienna, Parigi e New York, ha ridefinito i codici della moda e dell’identità. Con le sue “Séances de Travail” (sessioni di lavoro) ha dato nuova forma alla sfilata tradizionale, privilegiando l’intersezione tra moda, architettura, suono e pubblico. Ma Lang è stato un pioniere della sperimentazione anche nella comunicazione – dal primo show online nel 1998, alle pubblicità sui yellow cab newyorkesi – anticipando di oltre vent’anni l’estetica digitale contemporanea.

Helmut Lang, Helmut Lang Parfums supplement from The New York Times newspaper, text by Jenny Holzer (2001). MAK Helmut Lang Archive, LNI 572-2-3. Courtesy of hl-art.

8. More than Human – Design meets Nature, Museum für Gestaltung, Zurigo, dal 30 gennaio al 31 maggio Cosa accadrebbe se il design smettesse di pensare solo agli esseri umani e iniziasse a includere tutte le forme di vita? More than Human – Design meets Nature, al Museum für Gestaltung di Zurigo, esplora questa prospettiva con oltre centoquaranta opere di artisti, designer e architetti internazionali come Formafantasma, Alexandra Daisy Ginsberg, Julia Lohmann, Feifei Zhou, Paulo Tavares e il collettivo MOTH (More Than Human Life Project). I loro progetti, dagli habitat per invertebrati e impollinatori, alle installazioni in alghe, alle mappe multispecie, nascono dalla sinergia tra ricerca scientifica, nuove tecnologie e saperi tradizionali.

Mapa da Estrada (Seringa) by Helio Melo, Collection Pinacoteca de São Paulo © Foto Isabella Matheus

9. Kho Liang Ie, Stedelijk Museum, Amsterdam, dal 4 aprile al 20 settembre 2026 La prima grande retrospettiva museale dedicata a Kho Liang Ie (1927–1975) allo Stedelijk Museum di Amsterdam restituisce il peso che il designer ebbe nel panorama del design olandese ed europeo tra la fine degli anni Cinquanta e la metà dei Settanta. Nato in una famiglia cinese radicata da generazioni in Indonesia, portò nel design una visione aperta a stimoli provenienti da Stati Uniti, Giappone, Olanda e Italia, unendo funzionalità e sensibilità materica. Tra i protagonisti del modernismo di metà secolo, collaborò con Rietveld, Crouwel e Hicks e, al momento della sua scomparsa nel 1975, era in procinto di avviare un progetto con Norman Foster. Molte sue creazioni restano tuttora in produzione: dai mobili per Artifort alle piastrelle Mosa, fino al celebre soffitto a doghe dell’aeroporto di Schiphol, installato nel 1967.

Kho Liang Ie, divano 662 (in seguito 680), 1968. Foto di Frans Grummer per Artifort

10. Japan Modern Poster, Design Museum Denmark, Copenhagen, dal 6 febbraio al 9 agosto La mostra Japan Modern Poster ripercorre l’evoluzione della grafica giapponese dal dopoguerra a oggi, attraverso una selezione di poster iconici. Dalla generazione pioniera che, dopo la Seconda guerra mondiale, assimilò modelli occidentali per sviluppare un linguaggio autonomo, l’esposizione segue i designer cresciuti durante il boom economico, protagonisti di una stagione di forte innovazione e riconoscimento internazionale. Accanto a opere legate alla prosperità del periodo emergono anche immagini che affrontano temi sociali e invocano la pace, rivelando il lato nascosto di quella modernizzazione. La mostra include anche gli art director dell’era digitale, autori di nuove sperimentazioni e visioni, mettendo in luce la vitalità e l’universalità della cultura del poster giapponese.

Shin Matsunaga: JAPAN “Burn Up, Japan? Burn Out, Japan?”, 2001.

11. The Cold War-Era US Embassy Program & Modern New Canaan, Onera Foundation, New Canaan, Connecticut, dal 1 ottobre 2025 al 26 marzo 2026 Le ambasciate che Marcel Breuer e John Johansen progettarono per gli Stati Uniti segnano il momento in cui il modernismo incontra la politica internazionale. La mostra alla Onera Foundation fino al 26 marzo 2026 analizza le sedi diplomatiche mid-century dell’Aia e di Dublino firmate dai due architetti, membri degli Harvard Five, il celebre gruppo formato ad Harvard e attivo a New Canaan dagli anni Quaranta. Dopo aver realizzato in quella comunità alcune delle loro opere residenziali più innovative, Breuer e Johansen portarono nella diplomazia il linguaggio moderno sviluppato attraverso la sperimentazione in ambito domestico, ma anche un nuovo modo di vedere il rapporto tra architettura e ambiente.

The Cold War-Era US Embassy Program & Modern New Canaan, Courtesy Onera Foundation

12. Art of Noise, Cooper Hewitt, New York, dal 13 febbraio al 19 luglio Art of Noise, al Cooper Hewitt di New York dal 13 febbraio al 19 luglio 2026, esplora come il design abbia contribuito a modificare l’esperienza dell’ascolto negli ultimi cento anni. Con oltre trecento oggetti e opere dalle collezioni di Cooper Hewitt e SFMOMA, la mostra grazie a poster, copertine, radio, sistemi hi-fi e dispositivi portatili – dai lettori CD ai walkman fino all’iPod – traccia l’evoluzione del rapporto tra suono, oggetti e tecnologia quotidiana. Due installazioni immersive ampliano l’esperienza: l’azienda svedese teenage engineering presenta un coro di sculture sonore, mentre l’artista Devon Turnbull (OJAS) ha realizzato la HiFi Pursuit Listening Room Dream No. 3.

Radio-fonografo RR-126, 1965; Progettato da Achille Castiglioni (italiano, 1918-2002) e Pier Giacomo Castiglioni (italiano, 1913-1968); Prodotto da Brionvega, S.p.A (Milano, Italia); Compensato, plastica, alluminio, policarbonato, componenti elettronici; Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum; Donazione di George R. Kravis II, 2018-22-96-a/c; Foto: Matt Flynn

Il 2026 si preannuncia ricco di appuntamenti per gli appassionati di design e architettura, scandito da manifestazioni internazionali che riflettono la complessità del settore e la crescente interdipendenza con tecnologia, ecologia e cultura materiale. In una Milano in fermento che si prepara a ospitare le Olimpiadi Invernali, il Salone del Mobile 2026 mantiene la sua centralità come punto di osservazione privilegiato sulle tendenze globali, e sull’attenzione al dettaglio, con il nuovo progetto “Salone Raritas. Curated icons, unique objects, and outsider pieces” curato da Annalisa Rosso con allestimento di Formafantasma, dedicato a produzioni limitate e alla manifattura contemporanea di alto profilo.

In Europa, il 3daysofdesign di Copenaghen conferma il ruolo strategico che la regione nordica riveste nel ripensare i materiali e i processi produttivi, mentre il London Design Festival e la Clerkenwell Design Week consolidano la leadership della capitale britannica nel dialogo tra design, arti applicate e rigenerazione urbana.

3daysofdesign Copenaghen, 2025, Royal Danish Academy © Matteo Bellomo

Al di fuori del vecchio continente, il circuito si amplia con appuntamenti capaci di dare forma alle evoluzioni del mercato e della ricerca: Design Doha e Design Shanghai propongono un’idea di design sempre più interconnessa con l’innovazione tecnologica e i linguaggi che arrivano da Oriente. Mentre negli Stati Uniti, l’Icff a New York e Design Miami si confermano come piattaforme che favoriscono l’incontro tra cultura del progetto, sperimentazione digitale e collezionismo.

Sul versante delle grandi rassegne, il 2026 segna il ritorno della Sharjah Architecture Triennial, incentrata sul ripensamento delle infrastrutture civiche per la collettività e dalla nona edizione della Oslo Architecture Triennale, oggi fra i contesti più dinamici nella riflessione su ecologie, infrastrutture sociali e nuovi modelli insediativi.

Accanto a fiere e biennali, il 2026 porta nelle istituzioni internazionali una serie di esposizioni da non perdere. Grandi monografiche dedicate a stilisti e designer come Elsa Schiaparelli, Herzog & de Meuron, Lella e Massimo Vignelli, per citarne alcuni. Parallelamente, le mostre si confermano campo di speculazione teorica e di ricognizione storica, con indagini sulle trasformazioni del contemporaneo, come “The Nue Black Aesthetic” al Design Museum di Londra, “More than Human – Design meets Nature” a Zurigo “Art of Noise” al Cooper Hewitt di New York.

Una parte della mostra presenta esempi di preparazione civile della società alle crisi o alle catastrofi. Foto Etienne Malapert, mudac.

Tra gli spostamenti da segnalare c’è anche la mostra “We Will Survive. The Prepper Movement”, che dopo il debutto al Mudac di Losanna, approda al Röhsska Museum di Göteborg, ampliando il dibattito su estetiche e politiche della sopravvivenza nel contemporaneo. Domus ha selezionato le mostre di architettura e design che si preannunciano tra le più interessanti nel 2026, da segnare senza dubbio in agenda.

Immagine di apertura:  Helmut Lang, New York City Taxi Top, advertising, 1998–2004. MAK Helmut Lang Archive, LNI 649. Photo: MAK/Christian Mendez.

1. Schiaparelli: Fashion Becomes Art, V&A South Kensington, Londra, dal 28 marzo Abito da sera e velo per capelli “Tears”, disegnati da Elsa Schiaparelli nel febbraio 1938 per la collezione Circus, estate 1938. Tessuto disegnato da Salvador Dalí (c) Victoria and Albert Museum, Londra

Elsa Schiaparelli, figura centrale della couture del Novecento, rivoluzionò la moda attraverso un approccio libero e aperto alla sperimentazione, che coniugava intuizioni visive provenienti soprattutto dalla sua vicinanza ai Surrealisti, e innovazioni tecniche. Al suo estro creativo il V&A di Londra dedica, dal 28 marzo 2026, la prima grande retrospettiva in Inghilterra: un percorso dagli anni Venti a oggi, fino alle creazioni più contemporanee frutto della direzione artistica di Daniel Roseberry. Oltre duecento pezzi in mostra, tra abiti, accessori, gioielli, opere d’arte e materiali d’archivio, per raccontare il genio di Schiaparelli, la rete di collaborazioni e il ruolo imprenditoriale che ha definito la Maison, presentando anche capi iconici comeSkeleton e Tears, realizzati insieme a Salvador Dalí.

2. Herzog & de Meuron: In Focus, M+, Hong Kong, dal 12 settembre Jacques Herzog e Pierre de Meuron Kabinett, Basel. © Herzog & de Meuron. Foto: Katalin Deér

Per celebrare il suo quinto anniversario, M+ accoglie una generosa donazione di Herzog & de Meuron, autori del progetto del museo di Hong Kong. La mostra, che prende il via il 12 settembre 2026, riunisce modelli, disegni e campioni di materiali che documentano la loro pratica progettuale innovativa, con un focus sui progetti sviluppati in Cina, costruiti o incompiuti: dal museo M+ terminato nel 2020, al Tai Kwun sempre a Hong Kong, fino allo Stadio Nazionale di Pechino, oltre a interventi urbanistici che evidenziano come territorio e paesaggio siano determinanti nella definizione della conformazione urbana. Le opere esposte riflettono il profondo dialogo che lo studio intrattiene con la Cina fin dagli anni 2000, in un contesto di incredibile crescita economica e di grandi trasformazioni infrastrutturali.

3. Lella e Massimo Vignelli, Triennale Milano, dal 25 marzo al 6 settembre Lella e Massimo Vignelli, Foto di Luca Vignelli

“Se non lo trovi, disegnalo tu”: questo il motto che ha delineato la lunga e celebre carriera di Lella e Massimo Vignelli, una delle coppie più geniali del design italiano. La Triennale dedica loro un’ampia retrospettiva, per ripercorre il ruolo fondamentale del duo nello sviluppo del design e della grafica internazionale. Attraverso una ricca selezione di oggetti, arredi, bozzetti, fotografie, manuali, marchi e pubblicazioni, l’esposizione ricostruisce il loro percorso umano e professionale, tra l’Italia del dopoguerra e la New York degli anni Sessanta. Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con i figli Valentina e Luca e con il Vignelli Center for Design Studies del Rochester Institute of Technology, attinge a un archivio di oltre settecentomila documenti che testimoniano l’ampiezza e la coerenza del loro approccio progettuale lungo più di cinquant’anni.

4. Hella Jongerius: Whispering Things, Vitra Design Museum, Weil am Rein, dal 14 marzo al 6 settembre Hella Jongerius nel suo studio, 2023 © Vitra Design Museum, foto: Roel van Tour

La retrospettiva Hella Jongerius: Whispering Things ripercorre oltre trent’anni di ricerca di una delle figure chiave del design contemporaneo. Ospitata dal Vitra Design Museum, si tratta della prima mostra che racconta l’intera ampiezza del lavoro di Jongerius, tra tessili, ceramiche, e arredi, insieme alle celebri collaborazioni con Maharam, KLM, Camper e Vitra. Il ricco archivio di Jongerius, acquisito nel 2024 proprio nel museo di Weil am Rein, rivela la varietà dei processi di sperimentazione della designer, e la riflessione critica sul ruolo del design nella società che l’ha guidata nel corso dei decenni.

5. The Nue Black Aesthetic, The Design Museum, Londra, dal 6 novembre 2026 all’8 agosto 2027 Strange Notes by Giles Tettey Nartey. Nue Black Aesthetic. Foto: Giles Tettey Nartey

Che cosa significa oggi parlare di “Black Aesthetic” e chi ne orienta davvero l’evoluzione nella cultura visiva contemporanea? La mostra dell’autunno 2026 al Design Museum di Londra affronta questa domanda mettendo al centro i progettisti che stanno contribuendo a trasformare il panorama del design britannico, come Mac Collins, Samuel Ross, Bianca Saunders e Giles Tettey Nartey. Dal design, alla progettazione architettonica, alla moda, l’esposizione esplora come identità, cultura ed esperienza personale influenzino i processi creativi. Il titolo della mostra, curata da Charlene Prempeh con il Design Museum, richiama la Black Aesthetic degli anni Sessanta e la New Black Aesthetic degli Ottanta, reinterpretandole in chiave contemporanea: Nue, da nuer (“sfumare”), allude infatti alla complessità e alle molteplici sfumature dell’attualità.

6. Une Journée au XVIIIE Siècle, Chronique d’un Hôtel Particulier, Musée des Arts Decoratifs, Parigi, dal 18 febbraio al 5 luglio Vetro filato di Nevers, metà XVIII secolo. Vetro, metallo, legno, carta. ©Les Arts Décoratifs / Jean Tholance

Nel cuore del Settecento parigino, l’hôtel particulier – tipologia di residenza aristocratica particolarmente diffusa nel XVIII secolo – era il palcoscenico di un nuovo modo di vivere, fondato su eleganza, funzionalità e codici sociali raffinati. L’esposizione del Musée des Arts Decoratifs di Parigi ricostruisce questo universo esplorando l’art de vivre francese attraverso la vita quotidiana in una dimora privata, emblema del lusso urbano. Il percorso accompagna il visitatore dalla strada alla corte e al giardino, poi negli interni dove, dal mattino alla notte, prendono forma rituali, nuovi comfort e rigide regole sociali: la toilette, la gestione della casa, l’educazione dei figli, i ruoli nella vita domestica, in cui ogni ambiente rivela innovazioni, dall’illuminazione, al riscaldamento, all’igiene.

7. Helmut Lang. Séance de Travail 1986–2005, MAK, Vienna, dal 10 dicembre al 3 maggio 2026 Helmut Lang, Helmut Lang Parfums supplement from The New York Times newspaper, text by Jenny Holzer (2001). MAK Helmut Lang Archive, LNI 572-2-3. Courtesy of hl-art.

La mostra Helmut Lang. Séance de Travail 1986–2005 al MAK di Vienna è la prima grande retrospettiva dedicata all’opera del designer austriaco. Con installazioni site-specific e un’ampia selezione di materiali provenienti dall’Helmut Lang Archive, donato al MAK nel 2011, la mostra mette in luce il suo processo creativo e la visione radicale con cui Lang, muovendosi continuamente tra Vienna, Parigi e New York, ha ridefinito i codici della moda e dell’identità. Con le sue “Séances de Travail” (sessioni di lavoro) ha dato nuova forma alla sfilata tradizionale, privilegiando l’intersezione tra moda, architettura, suono e pubblico. Ma Lang è stato un pioniere della sperimentazione anche nella comunicazione – dal primo show online nel 1998, alle pubblicità sui yellow cab newyorkesi – anticipando di oltre vent’anni l’estetica digitale contemporanea.

8. More than Human – Design meets Nature, Museum für Gestaltung, Zurigo, dal 30 gennaio al 31 maggio Mapa da Estrada (Seringa) by Helio Melo, Collection Pinacoteca de São Paulo © Foto Isabella Matheus

Cosa accadrebbe se il design smettesse di pensare solo agli esseri umani e iniziasse a includere tutte le forme di vita? More than Human – Design meets Nature, al Museum für Gestaltung di Zurigo, esplora questa prospettiva con oltre centoquaranta opere di artisti, designer e architetti internazionali come Formafantasma, Alexandra Daisy Ginsberg, Julia Lohmann, Feifei Zhou, Paulo Tavares e il collettivo MOTH (More Than Human Life Project). I loro progetti, dagli habitat per invertebrati e impollinatori, alle installazioni in alghe, alle mappe multispecie, nascono dalla sinergia tra ricerca scientifica, nuove tecnologie e saperi tradizionali.

9. Kho Liang Ie, Stedelijk Museum, Amsterdam, dal 4 aprile al 20 settembre 2026 Kho Liang Ie, divano 662 (in seguito 680), 1968. Foto di Frans Grummer per Artifort

La prima grande retrospettiva museale dedicata a Kho Liang Ie (1927–1975) allo Stedelijk Museum di Amsterdam restituisce il peso che il designer ebbe nel panorama del design olandese ed europeo tra la fine degli anni Cinquanta e la metà dei Settanta. Nato in una famiglia cinese radicata da generazioni in Indonesia, portò nel design una visione aperta a stimoli provenienti da Stati Uniti, Giappone, Olanda e Italia, unendo funzionalità e sensibilità materica. Tra i protagonisti del modernismo di metà secolo, collaborò con Rietveld, Crouwel e Hicks e, al momento della sua scomparsa nel 1975, era in procinto di avviare un progetto con Norman Foster. Molte sue creazioni restano tuttora in produzione: dai mobili per Artifort alle piastrelle Mosa, fino al celebre soffitto a doghe dell’aeroporto di Schiphol, installato nel 1967.

10. Japan Modern Poster, Design Museum Denmark, Copenhagen, dal 6 febbraio al 9 agosto Shin Matsunaga: JAPAN “Burn Up, Japan? Burn Out, Japan?”, 2001.

La mostra Japan Modern Poster ripercorre l’evoluzione della grafica giapponese dal dopoguerra a oggi, attraverso una selezione di poster iconici. Dalla generazione pioniera che, dopo la Seconda guerra mondiale, assimilò modelli occidentali per sviluppare un linguaggio autonomo, l’esposizione segue i designer cresciuti durante il boom economico, protagonisti di una stagione di forte innovazione e riconoscimento internazionale. Accanto a opere legate alla prosperità del periodo emergono anche immagini che affrontano temi sociali e invocano la pace, rivelando il lato nascosto di quella modernizzazione. La mostra include anche gli art director dell’era digitale, autori di nuove sperimentazioni e visioni, mettendo in luce la vitalità e l’universalità della cultura del poster giapponese.

11. The Cold War-Era US Embassy Program & Modern New Canaan, Onera Foundation, New Canaan, Connecticut, dal 1 ottobre 2025 al 26 marzo 2026 The Cold War-Era US Embassy Program & Modern New Canaan, Courtesy Onera Foundation

Le ambasciate che Marcel Breuer e John Johansen progettarono per gli Stati Uniti segnano il momento in cui il modernismo incontra la politica internazionale. La mostra alla Onera Foundation fino al 26 marzo 2026 analizza le sedi diplomatiche mid-century dell’Aia e di Dublino firmate dai due architetti, membri degli Harvard Five, il celebre gruppo formato ad Harvard e attivo a New Canaan dagli anni Quaranta. Dopo aver realizzato in quella comunità alcune delle loro opere residenziali più innovative, Breuer e Johansen portarono nella diplomazia il linguaggio moderno sviluppato attraverso la sperimentazione in ambito domestico, ma anche un nuovo modo di vedere il rapporto tra architettura e ambiente.

12. Art of Noise, Cooper Hewitt, New York, dal 13 febbraio al 19 luglio Radio-fonografo RR-126, 1965; Progettato da Achille Castiglioni (italiano, 1918-2002) e Pier Giacomo Castiglioni (italiano, 1913-1968); Prodotto da Brionvega, S.p.A (Milano, Italia); Compensato, plastica, alluminio, policarbonato, componenti elettronici; Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum; Donazione di George R. Kravis II, 2018-22-96-a/c; Foto: Matt Flynn

Art of Noise, al Cooper Hewitt di New York dal 13 febbraio al 19 luglio 2026, esplora come il design abbia contribuito a modificare l’esperienza dell’ascolto negli ultimi cento anni. Con oltre trecento oggetti e opere dalle collezioni di Cooper Hewitt e SFMOMA, la mostra grazie a poster, copertine, radio, sistemi hi-fi e dispositivi portatili – dai lettori CD ai walkman fino all’iPod – traccia l’evoluzione del rapporto tra suono, oggetti e tecnologia quotidiana. Due installazioni immersive ampliano l’esperienza: l’azienda svedese teenage engineering presenta un coro di sculture sonore, mentre l’artista Devon Turnbull (OJAS) ha realizzato la HiFi Pursuit Listening Room Dream No. 3.