Design Stories

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Design Stories: Formafantasma e le luci per Flos

Domus ha raggiunto Andrea Trimarchi e Simone Farresin di Formafantasma nella loro fucina creativa di Milano, per parlare del loro approccio al design e del rapporto con la luce nelle recenti collaborazioni con Flos.

Entrando nello studio milanese di Formafantasma - di Andrea Trimarchi e Simone Farresin - si ha la sottile ma persistente sensazione che qualcosa stia per accadere. Sarà per l’adrenalina che sprigiona dagli spazi recuperati dal passato industriale di Via Assab, in fondo a Via Padova, una zona di Milano non particolarmente “glam” ma, per questo, forse più autentica e piena di energia. O sarà per la consapevolezza di trovarsi in una fucina di idee dove la forma non è un fine ultimo del progetto ma un’entità ectoplasmatica: un fantasma, appunto. 

Ad accoglierci è il loro cagnolino Terra, seguito a ruota da Simone che ci conduce in un ambiente nitido e piacevolmente essenziale, tra imballaggi di lampade, piante, mobili scarni e un ordine che regna sovrano. Non è un caso che in questo luogo, dove la materia impalpabile delle idee sembra impregnare l’aria come l’ossigeno, a guidare la conversazione sia il tema della luce, “materiale immateriale” per eccellenza, che da tempo i due designer scandagliano con fervore. Ed è subito uno statement lapidario: “Per noi – confermano Simone e Andrea – progettare la luce/con la luce è molto appassionate e, azzarderemmo dire, anche divertente. Inoltre, rispetto ad altre tipologie di prodotto (per esempio…il divano), progettare con la luce ci viene abbastanza facile, forse per via della natura astratta e intangibile di questo materiale che si avvicina molto allo spirito del nostro lavoro, non tanto interessato a dare una ‘forma’ alle cose”.

Progettare con la luce ci viene abbastanza facile forse per via della natura astratta e intangibile di questo materiale.

Formafantasma

Un’alchimia, questa, tra il duo di designer e la luce quale materiale di progetto, che trova sostanza nella sinergia con Flos, storica azienda italiana della luce, con un solido equilibrio tra espressività e tecnica, che bene incontra le attitudini di Formafantasma. Anni fa, Simone e Andrea sono stati introdotti a Piero Gandini (Executive Chairman e Supervisor Artistico del Gruppo Flos B&B Italia, NdA) dall’artista Francesco Vezzoli, che già conosceva il loro lavoro, e da lì è scaturita una collaborazione pluriennale fatta di reciproca stima.

“La figura di Piero è stata determinante nell’evoluzione del nostro rapporto con Flos, anche se abbiamo dovuto fare attenzione a ‘tenerlo a bada’ e a non subirne l’irruenza (Simone ride): lo diciamo con simpatia e grande stima. Piero proviene da una cultura del design ‘vera’ e ha una visione molto simile alla nostra nell’affrontare la sfida progettuale; se interviene nel progetto, lo fa sempre con un approccio critico e costruttivo. In più, lui è un imprenditore, noi no, e questo aggiunge un’ulteriore competenza”.

Formafantasma presso lo store di Flos a Milano. Foto Daniele Ratti per Domus. Milano Design Week 2025

Formafantasma ha realizzato per Flos tre diversi progetti, sviluppati in stretta collaborazione con il team tech aziendale e tutti con una considerevole componente sperimentale e innovativa. Nei primi due lavori, fil rouge è stata l’esplorazione delle potenzialità tecniche e figurative del cavo di alimentazione, un elemento che in genere si tende a nascondere e che invece i due trasformano nel climax del progetto: da WireRing (2018), una lampada che è un esercizio di “miniaturizzazione”, a WireLine (2021) che consacra il feel industriale del cavo, a SuperWire (2024), l’ultimo prodotto, che sperimenta con la fonte luminosa segnando un cambio di passo nell’illuminazione a Led.

Come afferma Simone: “I tre progetti sono stati l’uno generativo dell’altro. Nel primo (WireRing), l’idea di base era ridurre al minimo l’oggetto, portandolo ai suoi elementi più semplici, con un focus sull’ingegnerizzazione del cavo di alimentazione: un processo che è stato ulteriormente affinato con il secondo progetto (WireLine)”. 

Per SuperWire, i designer si sono trovati di fronte a una nuova “possibilità” esplorativa – come dicono loro, “nel mondo del design si lavora o per problematica o per possibilità”. Con le parole di Formafantasma: “In SuperWire, il team tech di Flos aveva sviluppato alcune ricerche su filamenti Led morbidi che sembravano spaghetti. Appena li abbiamo visti, ne abbiamo colto il potenziale e abbiamo cominciato a lavorarci sopra. Da qui, sono passati quattro anni di sperimentazioni prima di arrivare al prodotto finale. Anni in cui il percorso non è mai stato lineare ma fatto di andate e ritorni perché, come diceva David Lynch, le idee non sono nella mente ma è la mente che le intercetta mentre già fluttuano nell’aria”.

Formafantasma, SuperWire, Flos Showroom, Corso Monforte 15, Milano, Milano Design Week 2025. Foto Daniele Ratti

SuperWire è un progetto complesso che il duo definisce come la loro idea di luce “più spinta e visionaria”. Molti gli elementi innovativi, dall’uso espressivo del vetro in lastra, al fatto di essere completamente smontabile tramite semplici viti a vista, alla possibilità di agevole rimozione della fonte luminosa (progettata ad hoc ed ingegnerizzata da Flos) anche da chi non ha competenze tecniche: il vantaggio è che, se c’è un guasto, non c’è bisogno di restituire tutta la lampada. Il risultato è un prodotto dall’appeal Art Déco ma schiettamente contemporaneo, grazie alla peculiare tecnologia, e sostenibile, grazie alla sua completa smontabilità e riparabilità anche per singole parti.

Di recente, la collaborazione con Flos è proseguita nell’ambito dell’ultimo Salone del Mobile con due esperienze narrative che coinvolgono spazio e prodotto: lo stand di Euroluce, un racconto di sette nuove collezioni Flos di sette designer, e l’installazione dello Showroom milanese di Corso Monforte, con la presentazione di SuperWire. Nel primo, l’allestimento supportato da una serie di sette video (The Light of the Mind, sviluppato dal regista Nicolò Terraneo con Formafantasma) mette al centro il prodotto - perché, come afferma Simone, “Flos non ha bisogno di spettacolarizzazioni: il prodotto parla già da solo”) - e il processo creativo non lineare di ciascun autore. Nello Showroom, il focus è presentare SuperWire nelle sue diverse varianti e possibilità allestitive, in modo molto scenografico. 


Concludiamo spingendo il dialogo dal filamento luminoso all’Iperuranio delle idee per un futuro (possibilmente) migliore anche attraverso il design, citando l’urgenza rimarcata da Piero Gandini di “restituire poesia e libertà” al mondo del progetto. E Simone aggiunge: “Progettare ha a che fare con il vivere nel mondo, e il designer affronta il mondo con passione. Purtroppo, c’è tutta un’altra cultura progettuale, secondo cui il prodotto scaturisce da uno storytelling, mentre dovrebbe essere il contrario. La poesia viene fuori quando ci si svincola non dalla realtà ma dal racconto del progetto fine a sé stesso. Bisogna riportare il progetto alla realtà: il progetto deve avere un senso. E il senso è diverso per ogni designer”.
 


Video di SuperWire (estratto dalla videoinstallazione The Light of the Mind, a cura di Formafantasma, regia di Nicolò Terraneo)

E la libertà del design? Per Formafantasma, i vincoli stanno soprattutto nelle strategie imposte dal marketing: “oggi, la funzione di un prodotto è l’accumulo di capitale, e questo vale per qualunque azienda. Ma bisogna andare oltre e chiedersi cosa significhi il termine 'funzione'. In questa logica dominante, può ancora esistere una controcultura progettuale di resistenza, fatta di ricerca di nuove soluzioni a bisogni reali e di innovazione tecnologica, per dare nuove sfumature al concetto di funzione ed arricchire la qualità della vita”.

E luce sia.

Immagine di apertura: Formafantasma presso lo showroom di Flos a Milano. Foto Daniele Ratti per Domus. Milano Design Week 2025 

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