10 progetti per capire l’architettura di Mad e Ma Yansong

Dalla macrostruttura all’acquario, dall’Asia, all’America passando per l’Europa, esploriamo l’opera e il pensiero dell’architetto fondatore di Mad e Guest Editor Domus per il 2026 in una selezione di progetti tra futurismo e tradizione, cultura e natura.

Un’architettura futuristica ma profondamente radicata nella tradizione, tecnologicamente audace ma con un’indole romantica, alla costante ricerca di un (ri)equilibrio nel rapporto tra uomo e natura: sembra un ossimoro (e in effetti lo è) ma non c’è da stupirsi che i contrasti siano una chiave di lettura della realtà contemporanea nella sua complessità, come insegna l’antica dottrina cinese di yin e yang e come dimostra l’opera dell’architetto Ma Yansong, fondatore dello studio Mad (e guest editor di Domus 2026).

Formatosi alla scuola di Zaha Hadid, dalla fondazione del suo studio nel 2004 a Pechino (con sedi oggi anche a Los Angeles e a Roma), Ma Yansong ha elaborato un lessico progettuale che, affrancandosi dai rigorismi intellettuali del Movimento Moderno, ritenuti opprimenti, recupera la connessione tra paesaggio naturale (esteriore) e paesaggio umano (interiore) come viatico per un’esperienza sensoriale, se non spirituale e catartica, dello spazio costruito, in risposta alla condizione spesso disumanizzante dello sviluppo urbano contemporaneo massificato e seriale.

Un approccio concettuale che trae linfa dall’antica tradizione pittorica cinese dello "shanshui" (incentrata sulla raffigurazione di paesaggi naturali dove montagne e fiumi, cascate e boschi si integrano in raffigurazioni diverse ma armoniche, NdA) e che Ma Yansong declina nel concetto di "Città Shanshui", descritto in un testo omonimo del 2015: non un ideale utopico di “città-giardino” o di città vernacolare e modellata da retoriche mimetiche, ma un ecosistema integrato uomo-natura in cui le esigenze funzionali e prestazionali del vivere contemporaneo si integrano ad un “risveglio” dell'individuo; un risveglio  dall’ottundimento emozionale indotto da una società sempre più materialistica e globalizzata.

Il risultato è un'architettura visionaria ed emotivamente dirompente che, come osserva Paul Goldberger nella prefazione del libro “Mad Rhapsody” (2021), si collega idealmente alle opere di Antoni Gaudí ed Eero Saarinen, combinandole con un "pizzico di fantasia e di fantascienza".

Tra i più diversi programmi funzionali e scale (da quella urbana, a quella architettonica e di prodotto), tra interventi ex novo o di recupero dell'esistente, tra Asia, America ed Europa, proponiamo un viaggio nell'opera di Ma Yansong, schiettamente contemporanea, intensa, sorprendente ma sempre profondamente "intima" anche quando è monumentale e, che si tratti di esseri umani o di pesci rossi, sempre alla scoperta di nuove traiettorie percettive e cognitive.

Immagine di apertura: Fenix, Rotterdam, Paesi Bassi, 2018-2025. Foto Hufton+Crow

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