Su un fiume, sul mare, su una vallata; pedonale, ferroviario, stradale; fisso o mobile: nel corso dei secoli la tipologia costruttiva del ponte si è evoluta da un punto di vista tecnico e figurativo ma ha sempre conservato la semantica di elemento che connette ciò che prima era separato. E questo ruolo di trait d’union non è privo di valenze contrastanti: da strumento che ha reso possibile il dialogo e lo scambio, oltre che di merci, anche di culture e saperi, a metafora archetipica dell’ hybris umana che sfida, attraverso l’opera artificiale, la conformazione naturale del territorio: ne sono a esempio nel tempo i numerosi e drammatici episodi di crollo, dal London Bridge spazzato via dal tornado del 1091 al ponte Morandi di Genova annientato dall’ incuria. Indipendentemente da valutazioni filosofiche e da vicissitudini di origine naturale o antropica, tra le diverse forme di questa infrastruttura connettiva, il ponte abitato è la più rappresentativa dell’ibridazione tra ingegneria e architettura: opere in cui le strutture portanti o il piano di calpestio diventano edifici con le più diverse destinazioni, da quelle commerciali, a quelle ricreative, a quelle culturali. Proponiamo di seguito alcuni esempi di ponti abitati che sono divenuti veri e propri landmarks urbani e paesaggistici e vivaci luoghi di socialità, cultura e commercio, dalle realizzazioni più antiche (Krämerbrücke, Ponte Vecchio, Irgandi Bridge, Pont de Rohan, Castello di Chenonceau, Ponte di Rialto, Puente Nuevo) a quelle più recenti (Marin County Civic Centre di Frank Lloyd Wright, Università della Calabria di Gregotti Associati, Art Center College of Design di Craig Ellwood, Ashun Bridge, Esplanade Riel, Twist Museum di BIG, Bundanon Art Museum) nella convinzione che talvolta, più che due estremità di una linea, è quello che sta in mezzo che vale la pena esplorare.
Da Rialto a Bjarke Ingels: l’evoluzione del ponte abitato in 15 esempi
Ripercorriamo la tipologia di ponte più rappresentativa dell’ibridazione tra ingegneria e architettura, tra landmarks territoriali e luoghi di socialità, cultura e commercio.
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Foto EvrenKalinbacak
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Foto Zairon da wikimedia commons
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Foto Cristian Bortes da Flickr
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Domus 406, settembre 1963
Domus 406, settembre 1963
Domus 673, giugno 1986
Domus 673, giugno 1986
Domus 588, novembre 1978
Foto Klearchos Kapoutsis da wikimedia commons
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- Chiara Testoni
- 18 ottobre 2023
Costruito sulle fondamenta di un ponte in legno del XII secolo, il ponte in pietra calcarea sorretto da cinque arcate in arenaria è uno dei principali monumenti medievali di Erfurt e uno dei simboli iconici della città. Lungo il ponte di 79 m di lunghezza si ergono 32 edifici alcuni dei quali a graticcio (sopravvissuti al trascorrere dei secoli) che ospitano botteghe di artigianato e antiquariato.
Ponte Vecchio è il più antico ponte cittadino, situato nell’area di un attraversamento dell'Arno di epoca romana. Sopravvissuto a guerre, incendi, bombardamenti e alluvioni, è ancora oggi un luogo iconico di Firenze, dove perdersi tra le botteghe orafe (che da secoli hanno sostituito le precedenti botteghe di macellai) e godersi viste spettacolari sul fiume e la città.
Il ponte, commissionato da un importante mercante, fu costruito nel periodo di massimo sviluppo economico della città correlato al commercio della seta. La struttura, sostenuta da un’imponente arcata in pietra e lunga 16 m, ospitava un bazar con negozi disposti su due file. Fortemente compromesso dal terremoto del 1855 e da bombardamenti del 1922, fu ricostruito nel dopoguerra. Nel 2004 è stato completamente ristrutturato e ancora oggi è un vivace luogo di passeggio, tra negozi, caffetterie e ristoranti.
Il ponte sul fiume Élorn, costruito sul sedime di un ponte del XII secolo, misura 67 metri e comprende diversi edifici in ardesia con piani superiori aggettanti (le antiche case dei mugnai e dei mercanti di stoffe). E’ uno dei due antichi ponti abitati tutt’ora esistenti in Francia (l'altro si trova a Narbonne).
Il Ponte di Rialto è il più antico dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande. Costruito in sostituzione di una precedente struttura distrutta da un incendio, è caratterizzato da un'unica arcata di oltre 28 metri riccamente decorata, dodicimila pali di legno per sostenere le fondamenta e 24 botteghe, distribuite sui due lati della struttura, che inizialmente ospitavano negozi di orafi, gioiellieri ed artigiani. Per secoli fu il fulcro dell’economia di Venezia.
Il ponte connette le due parti della città andalusa di Ronda, quella moresca (più antica) e quella più recente, offrendo una vista spettacolare sul burrone El Tajo e sul fiume Guadalevín. La struttura comprende, in prossimità dell’arcata centrale, una piccola sala - utilizzata durante la guerra civile spagnola come prigione - che oggi ospita un museo sulla storia del ponte e sugli avvenimenti ad esso correlati.
Il complesso di servizi pubblici e istituzionali vicino a San Francisco, commissionato a Wright nel 1957, fu iniziato nel 1960 un anno dopo la scomparsa del suo autore. L’intervento fonde, come nel linguaggio di Wright, insediamento umano e topografia del territorio. Il progetto prevedeva due ali a ponte che collegavano un elemento centrale, posto su una collina, a due alture vicine raggiunte scavalcando due autostrade. Finora, sono stati realizzati solo il corpo centrale e un’ala. Caratteristica dell’opera è l’intera percorribilità interna ed esterna dell’edificio, in una fluidità continua di spazi e prospettive: balconate corrono all’esterno e all’interno, affacciandosi queste ultime sui patii centrali da cui si percepisce la forma intera dell’edificio; la strada, che penetra nell’edificio e lo attraversa, offre dapprima la visione del fabbricato dall’esterno nella sua interezza e successivamente, nell’attraversarlo, la visione di tutte le gallerie interne ai vari piani.
L’Università della Calabria è un progetto paesaggistico alla macro-scala, in sintonia con la complessità del contesto. L’intervento, che sviluppava il programma innovativo dell’Università organizzata per la prima volta in Italia per Dipartimenti, è caratterizzato da una costruzione lineare lunga 3,2 km che attraversa la valle del fiume Crati, in cui si susseguono 21 Dipartimenti. La costruzione è strutturata come un pontile attrezzato, con l’impalcato superiore ad una quota costante a cui sono agganciati gli edifici ad altezza variabile in funzione dell’orografia del terreno. L’opera si distribuisce su un massimo di cinque piani e dispone di tre livelli di percorribilità: il più alto è carrabile per il trasporto delle merci, il secondo pedonale ed il terzo alla quota del terreno per lo spostamento pedonale di studenti, professori e personale.
Caratterizzato da un disegno sobrio ed essenziale di matrice modernista, l'edificio "a ponte" situato nelle colline sopra Pasadena attraversa un corso d’acqua e una strada. Inaugurato nel 1976, l'edificio è stato successivamente ampliato con l'ala sud, progettata dall'ex socio di Ellwood James Tyler e costruita tra il 1989 e il 1991. Il complesso ospita aule e studi, laboratori informatici e di modellazione, una biblioteca e gallerie espositive.
L’attuale ponte sul fiume Osăm è il frutto di numerosi rimaneggiamenti. L’originaria struttura ottocentesca in legno e copertura in lamiera che ospitava 64 piccole botteghe di artigiani fu distrutta da un incendio nel 1925 e successivamente sostituita da una struttura in cemento armato e acciaio e copertura vetrata, percorsa da una strada carrabile, su cui si attestavano 50 botteghe. Nel 1982 il ponte subì una nuova importante ristrutturazione: pur mantenendo una struttura portante in cemento armato la parte superiore fu ricostruita in legno, in maggiore coerenza con il linguaggio del ponte originario. Il ponte attuale è lungo 104 metri, ospita 14 botteghe prevalentemente di artigianato locale e souvenir ed è pedonale.
Il ponte attuale sul fiume Jin, in stile tradizionale ispirato alla dinastia Qing, sostituisce quello originario costruito nel 1746 e interamente distrutto da un’alluvione. Il ponte è oggi una meta turistica frequentata, per la vibrante vita notturna e le viste spettacolari sul fiume illuminato.
Costruito nel 2003, il ponte strallato è sostenuto da un unico pilone inclinato trasversalmente che si erge a 57 metri sopra il Red River sottostante e collega il centro di Winnipeg con il vivace quartiere di St. Boniface. Elemento distintivo è la snella struttura verticale in cemento precompresso, alla base della quale si trova il volume semicircolare a sbalzo con attività commerciali e un ristorante.
Situato all’interno del Kristefos Sculpture Park, l’architettura di BIG è al contempo museo, ponte e scultura. L’edificio, che aggiunge all’area espositiva all’aperto 1.000 mq di spazi espositivi indoor, collega le rive del fiume Randselva e realizza un trait d’union tra le diverse parti del parco in un percorso artistico continuativo. La forma essenziale, sinuosa e contorta, si inserisce in modo plastico nel paesaggio.
Il Bundanon Art Museum & The Bridge è situato in una proprietà di 1100 ettari e ospita un centro di apprendimento creativo, un centro visitatori, alloggi e una galleria d'arte parzialmente interrata. L’intervento si inserisce nel pieno rispetto del paesaggio, ispirandosi al caratteristico territorio del bush australiano e ai ponti "a cavalletto" dell'Australia rurale: la struttura di 160 metri di lunghezza per 9 metri di larghezza si erge a ponte su un avvallamento esistente, relazionandosi con l’orografia del sito.