L’architetto venezuelano Carlos Raúl Villanueva diceva di essere “particolarmente affezionato al calcestruzzo, simbolo della costruzione di un intero secolo, sottomesso e forte come un elefante, monumentale come la pietra, umile come il mattone”.
E queste caratteristiche di corposa matericità e affidabile robustezza bene si addicono a questa opera degli architetti Marià Castelló e José Antonio Molina in Costa Brava, che nei volumi scultorei ed essenziali e nella ruvida compostezza delle forme in calcestruzzo evocano una poetica brutalista qui declinata in stretta sinergia con il contesto naturale di insediamento.
Il progetto per una famiglia con quattro figli nasce dalla duplice esigenza, da un lato, di inserire in modo equilibrato l’opera costruita nel territorio e, dall’altro, di offrire il migliore orientamento e possibilità di relazione percettiva con il paesaggio.
L’edificio, situato all’interno dell’urbanizzazione “La Tamariua” sul versante nord di Puig Gros, un piccolo promontorio che circonda e protegge il porto della città, è incastonato nell’orografia del sito in forte pendenza verso il mare e caratterizzata da formazioni rocciose in “pòrfit”, una roccia scura e dura di origine vulcanica.
La casa è articolata su due livelli: quello inferiore, al piano della strada, interamente incassato nella roccia e quello superiore frammentato in due volumi, in modo da ridurre l’impatto volumetrico della costruzione.
Al livello inferiore, più intimo e umbratile, patii e piccoli spazi interstiziali tra l’edificio e la massa rocciosa creano zone raccolte di interfaccia tra interno ed esterno, oltre a garantire illuminazione e ventilazione naturali in punti strategici. Al piano superiore, i due volumi si aprono generosamente al paesaggio, inquadrando dalle camere da letto del blocco est e dalla zona giorno del blocco ovest spettacolari viste sull’orizzonte marino; il corpo vetrato di connessione tra i due volumi, che ospita il corpo scale, garantisce captazione di luce naturale da sud per migliorare passivamente il microclima interno e funge da schermo protettivo del cortile esterno contro i frequenti venti di tramontana.
Il cemento, materiale compositivo dominante, con la sua natura scabra e pietrosa stabilisce un intenso dialogo con il substrato roccioso del luogo e garantisce durevolezza e sostenibilità, grazie all’elevata resistenza alle intemperie e alla necessità di poca manutenzione; negli esterni, la ghiaia di “pòrfit” utilizzata per rifinire i tetti e i patii rinnova il forte legame materico con il sito.
Negli interni, il dualismo tra cemento di pareti e pavimenti e il legno di quercia di mobili su misura e rivestimenti connota un ambiente dall’aura calda e accogliente, dove sentirsi da un lato protetti dalla solidità della roccia e del cemento e dall’altra protesi verso l’arioso spumeggiare del mare.
- Progetto:
- casa a Port de la Selva
- Progetto architettonico:
- Marià Castelló + José Antonio Molina
- Committente:
- privato
- Manager di costruzione:
- José Antonio Molina + Lorena Ruzafa + Marià Castelló
- Ingegnere civile:
- Joan Noguer
- Ingegnere strutturale:
- Think Enginyeria SLP
- Impiantistica:
- QS Enginyeria i Associats SLP
- Collaboratori alla progettazione:
- Lorena Ruzafa, Marga Ferrer
- Costruttore:
- Construccions Pòrfit