Expo Dubai 2020 in sei padiglioni

In una Expo dal tema molto ampio, alcune architetture ci raccontano di economia circolare, figure globali della progettazione e interpretazioni critiche del contemporaneo.

Spagna Intelligence for life, padiglione spagnolo Expo 2020 Dubai. Amann-Cánovas-Maruri studio (Temperaturas Extremas Arquitectos S.L.P.), External Reference, onionlab

In modo abbastanza inedito (in termini di layout, non di forma, chè di coni in Expo se ne vedono molti), la struttura progettata da Temperaturas Extremas combina due soluzioni di spazio che aiutano una climatizzazione sostenibile: le piazze esterne sovrastante da coni che estraggono l'aria verso l'alto, e lo sviluppo della parte più ampia dell'esposizione nel sottosuolo. L’esperienza, a cura di External Reference and onionlab, alterna — attorno al tema “Intelligenza per la vita” — installazioni analogiche al livello di ingresso e — scese le rampe elicoidali attorno alla Dinamo di Daniel Canogar — il Bosco dell'Intelligenza. Qui, una foresta sotterranea realizzata in un minerale che combina ad un biopolimero il brevetto pure.tech cattura senza bisogno di luce e gas serra e gli inquinanti presenti nell'atmosfera, mentre ci svela la via della Spagna verso gli obiettivi di sostenibilità dell' agenda 2030, e ci interroga sulle nostre più o meno sostenibili esistenze davanti ad un albero interattivo. Foto: Giovanni Comoglio

Intelligence for life, padiglione spagnolo Expo 2020 Dubai. Amann-Cánovas-Maruri studio (Temperaturas Extremas Arquitectos S.L.P.), External Reference, onionlab

Foto: Giovanni Comoglio

Intelligence for life, padiglione spagnolo Expo 2020 Dubai. Amann-Cánovas-Maruri studio (Temperaturas Extremas Arquitectos S.L.P.), External Reference, onionlab

Foto: Adrià Goula

Intelligence for life, padiglione spagnolo Expo 2020 Dubai. Amann-Cánovas-Maruri studio (Temperaturas Extremas Arquitectos S.L.P.), External Reference, onionlab

Foto: Aleix Fernandez

Svizzera Reflections, padiglione svizzero Expo 2020 Dubai. OOS AG, Bellprat Partner AG, Lorenz Eugster Landscaping GmbH

Tra coloro che hanno scelto di raccontarsi attraverso il proprio paesaggio, la Svizzera — oltre a partire indubbiamente avvantaggiata — affida all'edificio padiglione una soluzione del tema tanto semplice quanto spettacolare.
Un imbuto prospettico specchiato aggancia immediatamente il pubblico in un meccanismo di identificazione che si espande poi all'interno in una camminata in ascesa su un mare di nebbia (ed è subito Caspar David Friedrich). Una volta agganciatə, risulta spontanea la partecipazione nel racconto di un paesaggio ambientale e umano, di cui si mostra il progresso in termini di ricerca e innovazione tecnologica per la sostenibilità. Foto: Jon Wallis

Reflections, padiglione svizzero Expo 2020 Dubai. OOS AG, Bellprat Partner AG, Lorenz Eugster Landscaping GmbH

Foto: Jon Wallis

Reflections, padiglione svizzero Expo 2020 Dubai. OOS AG, Bellprat Partner AG, Lorenz Eugster Landscaping GmbH

Foto: Jon Wallis

Olanda Padiglione olandese Expo 2020 Dubai. V8Architects, Expomobilia MCH Live Marketing Solutions AG – Dietmar Kautschitz, Kossmandejong

È proprio a partire dalla contraddizione tra brief e contesto (nesso acqua-cibo-energia vs. il deserto tutto intorno) che V8 Architects  ha sviluppato una harvesting machine, dove un processo alimentato da pannelli fotovoltaici organici estrae acqua dall'aria, e va a consentire la coltivazione —  sulla faccia interna ed esterna di  un cono, di nuovo —  di funghi e di piante commestibili. Si crea un biotope la cui visita è un rituale multisensoriale con tanto di pioggia finale, olandese nel clima così come nelle scelte costruttive: il padiglione infatti è realizzato con materiali propri dell'ingegneria civile —  acciaio in grandi fogli grecati o tubi di grande sezione —  ben noti nella terra strappata al mare a suon di dighe e argini, destinati alla reimmissione nel mercato locale delle costruzioni una volta concluso Expo, in un'ottica molto diffusa di economia circolare.  Foto: Giovanni Comoglio

Padiglione olandese Expo 2020 Dubai. V8Architects, Expomobilia MCH Live Marketing Solutions AG – Dietmar Kautschitz, Kossmandejong

Foto: Jeroen Musch

Padiglione olandese Expo 2020 Dubai. V8Architects, Expomobilia MCH Live Marketing Solutions AG – Dietmar Kautschitz, Kossmandejong

Foto: Jeroen Musch

Padiglione olandese Expo 2020 Dubai. V8Architects, Expomobilia MCH Live Marketing Solutions AG – Dietmar Kautschitz, Kossmandejong

Foto: Jeroen Musch

Padiglione olandese Expo 2020 Dubai. V8Architects, Expomobilia MCH Live Marketing Solutions AG – Dietmar Kautschitz, Kossmandejong

© V8 Architects

Germania Campus Germany, padiglione tedesco Expo 2020 Dubai. LAVA Architects, facts and fiction GmbH

Tra i vari partecipanti, la Germania è uno dei pochi che abbia sviluppato la sua narrazione con un equilibrio tra esperienza, laboratorio ed esposizione di dati e ricerche: da questo il concept molto efficace di Campus Germany.
Dentro la struttura di LAVA Architects — di cui ci viene reso noto il destino post-smontaggio, pezzo per pezzo — lo studio facts and fiction sviluppa un vero “percorso di studi” articolato nei vari cubi riuniti attorno all'atrio coperto in una sinuosa ascesa. Attraverso un sistema educativo interattivo sperimentato per la prima volta proprio in expo, si esplorano le risposte tedesche all’antropocene in termini di innovazione energetica, mobilità, di costruzione delle città del futuro e valorizzazione della biodiversità. Tutto si compie in un vero graduation show che certo non risparmia spettacolarità. Foto: German Pavilion Expo 2020 Dubai

Campus Germany, padiglione tedesco Expo 2020 Dubai. LAVA Architects, facts and fiction GmbH

Foto: German Pavilion Expo 2020 Dubai

Campus Germany, padiglione tedesco Expo 2020 Dubai. LAVA Architects, facts and fiction GmbH

Foto: Giovanni Comoglio

Campus Germany, padiglione tedesco Expo 2020 Dubai. LAVA Architects, facts and fiction GmbH

Foto: German Pavilion Expo 2020 Dubai

Campus Germany, padiglione tedesco Expo 2020 Dubai. LAVA Architects, facts and fiction GmbH

Foto: German Pavilion Expo 2020 Dubai

Emirati Arabi Uniti Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava

Indirizzo del padrone di casa e vero centro della galassia internazionale di Expo, questa struttura di oltre 15000 metri quadrati parla il linguaggio che con espressioni antiquate si sarebbe definito del poderoso, ispirata com’è ad “un falco in volo, simbolo del paese, radicato nella sua ricchezza di storia e cultura”, come ha detto Santiago Calatrava che l’ha concepita.
La costruzione è gigantesca, irta di simbolismi, estende le sue 28 “ali” orientabili ben oltre lo spazio espositivo, determinando il paesaggio circostante tra le sabbie e le stuoie da tenda delle aree di attesa, e i ponti che dalla centrale Al Wasl square sorvolano i giardini infossati di gusto arabo, con specchi d'acqua ed essenze locali a mitigare il calore feroce dell'esterno.
L'interno è un racconto roboante della storia del Paese, che conduce il pubblico attraverso le dune — vere —  ad un anfiteatro voltato, dove durante una proiezione la tribuna sale di un piano, per poi consegnare tuttə alla grande hall, sotto l’Oculus che riprende il logo di Expo. Courtesy: Santiago Calatrava

Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava 

Foto: Oliver Schuh + Barbara Burg

Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava

Foto: Giovanni Comoglio

Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava

Foto: Giovanni Comoglio

Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava

Foto: Giovanni Comoglio

Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava

Foto: Oliver Schuh + Barbara Burg

Opportunity Pavilion Mission Possible – The Opportunity Pavilion, Expo 2020 Dubai. AGi architects

Unico padiglione non nazionale in questa selezione, Mission Possible è anche il solo dei tre padiglioni tematici (Opportunity, Mobility, Sustainability) a dar prova di una sensibilità più alta rispetto al sistema, di fatto, urbano di cui fa parte. Lo dimostra a partire dalla composizione prospettica che crea con la antistante portale di Asif Khan, per confermarlo nel concept distributivo, un concatenarsi di piazze — unità scelte come elemento universale di linguaggio spaziale — ombreggiato da una canopy reticolare dagli echi radicali, che filtra con le sue geometriche nuvole di tessuto la luce del deserto. La struttura firmata dallo studio ispano-kuwaitianno AGi architects, è la casa del tema Opportunità, dove Expo vuole attraverso tre percorsi tematici (acqua, energia, cibo)  raccontare azioni piccole e poco dispendiose capaci di smuovere grandi avanzamenti nella direzione dei Sustainable Development Goals (SDG) definiti nel 2015 dalle Nazioni Unite; avrà infatti anche il ruolo di UNHub, centro di attività ed eventi promosse dall’ONU sul tema dei  SDG.  Foto: Expo 2020  Dubai

Mission Possible – The Opportunity Pavilion, Expo 2020 Dubai. AGi architects

Foto: Giovanni Comoglio

Mission Possible – The Opportunity Pavilion, Expo 2020 Dubai. AGi architects

Foto: Expo 2020  Dubai

Mission Possible – The Opportunity Pavilion, Expo 2020 Dubai. AGi architects

Foto: Expo 2020  Dubai

Diviso nei 3 distretti Opportunity, Mobility e Sustainability, questo - prima di ogni altra cosa - è Expo 2020 Dubai. Una giustapposizione di oggetti architettonici su una superficie dalla scala che possiamo definire urbana oltre ogni ragionevole dubbio. Ci sono 192 padiglioni per altrettanti Paesi, una trentina di padiglioni speciali di cui tre padiglioni tematici, che circondano una monumentale cupola d’acciaio, un gioco d’acqua alto 13 metri e due parchi, su un sito di 438 ettari complessivi. 

A comporre questa polifonia troviamo strutture concepite per la maggior parte secondo un linguaggio universale “da Expo”, e soprattutto concepite in tempi precedenti la pandemia, non sempre con possibilità di grandi ridefinizioni alla luce delle mutazioni globali degli ultimi due anni. Possiamo notare diverse linee di approccio: tra queste, i padiglioni-laboratorio, i padiglioni esperienziali (non ce li sentirete mai chiamare immersivi), i padiglioni “centrotavola” o “conversation piece”, dall’impostazione marcatamente narrativa, e altri ancora, sempre più sfumati. 

Dentro il padiglione olandese di V8 Architects a Dubai

Al di là dei divertissements tassonomici, comunque, ci sono temi davvero rilevanti che percorrono l'evento di Dubai: la differenza fatta da chi ha voluto dare un'interpretazione critica del tema pur ampio di Expo (Connecting Minds, Creating the Future); l'affermazione di figure e gruppi globali, dal percorso internazionale e interculturali alla progettazione di molti padiglioni; un'attenzione aumentata verso la circolarità dei processi costruttivi, con padiglioni in larga parte smontabili e riciclabili nelle loro componenti.  Senza la minima pretesa di fare un best of, o di esaurire Expo in un pugno di architetture, esploriamo in una prima selezione alcuni dei temi più rilevanti che ci parlano di questo 2021 di ripresa globale. 

Spagna In modo abbastanza inedito (in termini di layout, non di forma, chè di coni in Expo se ne vedono molti), la struttura progettata da Temperaturas Extremas combina due soluzioni di spazio che aiutano una climatizzazione sostenibile: le piazze esterne sovrastante da coni che estraggono l'aria verso l'alto, e lo sviluppo della parte più ampia dell'esposizione nel sottosuolo. L’esperienza, a cura di External Reference and onionlab, alterna — attorno al tema “Intelligenza per la vita” — installazioni analogiche al livello di ingresso e — scese le rampe elicoidali attorno alla Dinamo di Daniel Canogar — il Bosco dell'Intelligenza. Qui, una foresta sotterranea realizzata in un minerale che combina ad un biopolimero il brevetto pure.tech cattura senza bisogno di luce e gas serra e gli inquinanti presenti nell'atmosfera, mentre ci svela la via della Spagna verso gli obiettivi di sostenibilità dell' agenda 2030, e ci interroga sulle nostre più o meno sostenibili esistenze davanti ad un albero interattivo. Foto: Giovanni Comoglio

Intelligence for life, padiglione spagnolo Expo 2020 Dubai. Amann-Cánovas-Maruri studio (Temperaturas Extremas Arquitectos S.L.P.), External Reference, onionlab

Foto: Giovanni Comoglio

Intelligence for life, padiglione spagnolo Expo 2020 Dubai. Amann-Cánovas-Maruri studio (Temperaturas Extremas Arquitectos S.L.P.), External Reference, onionlab

Foto: Adrià Goula

Intelligence for life, padiglione spagnolo Expo 2020 Dubai. Amann-Cánovas-Maruri studio (Temperaturas Extremas Arquitectos S.L.P.), External Reference, onionlab

Foto: Aleix Fernandez

Intelligence for life, padiglione spagnolo Expo 2020 Dubai. Amann-Cánovas-Maruri studio (Temperaturas Extremas Arquitectos S.L.P.), External Reference, onionlab

Svizzera Tra coloro che hanno scelto di raccontarsi attraverso il proprio paesaggio, la Svizzera — oltre a partire indubbiamente avvantaggiata — affida all'edificio padiglione una soluzione del tema tanto semplice quanto spettacolare.
Un imbuto prospettico specchiato aggancia immediatamente il pubblico in un meccanismo di identificazione che si espande poi all'interno in una camminata in ascesa su un mare di nebbia (ed è subito Caspar David Friedrich). Una volta agganciatə, risulta spontanea la partecipazione nel racconto di un paesaggio ambientale e umano, di cui si mostra il progresso in termini di ricerca e innovazione tecnologica per la sostenibilità. Foto: Jon Wallis

Reflections, padiglione svizzero Expo 2020 Dubai. OOS AG, Bellprat Partner AG, Lorenz Eugster Landscaping GmbH

Foto: Jon Wallis

Reflections, padiglione svizzero Expo 2020 Dubai. OOS AG, Bellprat Partner AG, Lorenz Eugster Landscaping GmbH

Foto: Jon Wallis

Reflections, padiglione svizzero Expo 2020 Dubai. OOS AG, Bellprat Partner AG, Lorenz Eugster Landscaping GmbH

Olanda È proprio a partire dalla contraddizione tra brief e contesto (nesso acqua-cibo-energia vs. il deserto tutto intorno) che V8 Architects  ha sviluppato una harvesting machine, dove un processo alimentato da pannelli fotovoltaici organici estrae acqua dall'aria, e va a consentire la coltivazione —  sulla faccia interna ed esterna di  un cono, di nuovo —  di funghi e di piante commestibili. Si crea un biotope la cui visita è un rituale multisensoriale con tanto di pioggia finale, olandese nel clima così come nelle scelte costruttive: il padiglione infatti è realizzato con materiali propri dell'ingegneria civile —  acciaio in grandi fogli grecati o tubi di grande sezione —  ben noti nella terra strappata al mare a suon di dighe e argini, destinati alla reimmissione nel mercato locale delle costruzioni una volta concluso Expo, in un'ottica molto diffusa di economia circolare.  Foto: Giovanni Comoglio

Padiglione olandese Expo 2020 Dubai. V8Architects, Expomobilia MCH Live Marketing Solutions AG – Dietmar Kautschitz, Kossmandejong

Foto: Jeroen Musch

Padiglione olandese Expo 2020 Dubai. V8Architects, Expomobilia MCH Live Marketing Solutions AG – Dietmar Kautschitz, Kossmandejong

Foto: Jeroen Musch

Padiglione olandese Expo 2020 Dubai. V8Architects, Expomobilia MCH Live Marketing Solutions AG – Dietmar Kautschitz, Kossmandejong

Foto: Jeroen Musch

Padiglione olandese Expo 2020 Dubai. V8Architects, Expomobilia MCH Live Marketing Solutions AG – Dietmar Kautschitz, Kossmandejong

© V8 Architects

Padiglione olandese Expo 2020 Dubai. V8Architects, Expomobilia MCH Live Marketing Solutions AG – Dietmar Kautschitz, Kossmandejong

Germania Tra i vari partecipanti, la Germania è uno dei pochi che abbia sviluppato la sua narrazione con un equilibrio tra esperienza, laboratorio ed esposizione di dati e ricerche: da questo il concept molto efficace di Campus Germany.
Dentro la struttura di LAVA Architects — di cui ci viene reso noto il destino post-smontaggio, pezzo per pezzo — lo studio facts and fiction sviluppa un vero “percorso di studi” articolato nei vari cubi riuniti attorno all'atrio coperto in una sinuosa ascesa. Attraverso un sistema educativo interattivo sperimentato per la prima volta proprio in expo, si esplorano le risposte tedesche all’antropocene in termini di innovazione energetica, mobilità, di costruzione delle città del futuro e valorizzazione della biodiversità. Tutto si compie in un vero graduation show che certo non risparmia spettacolarità. Foto: German Pavilion Expo 2020 Dubai

Campus Germany, padiglione tedesco Expo 2020 Dubai. LAVA Architects, facts and fiction GmbH

Foto: German Pavilion Expo 2020 Dubai

Campus Germany, padiglione tedesco Expo 2020 Dubai. LAVA Architects, facts and fiction GmbH

Foto: Giovanni Comoglio

Campus Germany, padiglione tedesco Expo 2020 Dubai. LAVA Architects, facts and fiction GmbH

Foto: German Pavilion Expo 2020 Dubai

Campus Germany, padiglione tedesco Expo 2020 Dubai. LAVA Architects, facts and fiction GmbH

Foto: German Pavilion Expo 2020 Dubai

Campus Germany, padiglione tedesco Expo 2020 Dubai. LAVA Architects, facts and fiction GmbH

Emirati Arabi Uniti Indirizzo del padrone di casa e vero centro della galassia internazionale di Expo, questa struttura di oltre 15000 metri quadrati parla il linguaggio che con espressioni antiquate si sarebbe definito del poderoso, ispirata com’è ad “un falco in volo, simbolo del paese, radicato nella sua ricchezza di storia e cultura”, come ha detto Santiago Calatrava che l’ha concepita.
La costruzione è gigantesca, irta di simbolismi, estende le sue 28 “ali” orientabili ben oltre lo spazio espositivo, determinando il paesaggio circostante tra le sabbie e le stuoie da tenda delle aree di attesa, e i ponti che dalla centrale Al Wasl square sorvolano i giardini infossati di gusto arabo, con specchi d'acqua ed essenze locali a mitigare il calore feroce dell'esterno.
L'interno è un racconto roboante della storia del Paese, che conduce il pubblico attraverso le dune — vere —  ad un anfiteatro voltato, dove durante una proiezione la tribuna sale di un piano, per poi consegnare tuttə alla grande hall, sotto l’Oculus che riprende il logo di Expo. Courtesy: Santiago Calatrava

Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava

Foto: Oliver Schuh + Barbara Burg

Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava 

Foto: Giovanni Comoglio

Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava

Foto: Giovanni Comoglio

Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava

Foto: Giovanni Comoglio

Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava

Foto: Oliver Schuh + Barbara Burg

Padiglione EAU, Expo 2020 Dubai. Santiago Calatrava

Opportunity Pavilion Unico padiglione non nazionale in questa selezione, Mission Possible è anche il solo dei tre padiglioni tematici (Opportunity, Mobility, Sustainability) a dar prova di una sensibilità più alta rispetto al sistema, di fatto, urbano di cui fa parte. Lo dimostra a partire dalla composizione prospettica che crea con la antistante portale di Asif Khan, per confermarlo nel concept distributivo, un concatenarsi di piazze — unità scelte come elemento universale di linguaggio spaziale — ombreggiato da una canopy reticolare dagli echi radicali, che filtra con le sue geometriche nuvole di tessuto la luce del deserto. La struttura firmata dallo studio ispano-kuwaitianno AGi architects, è la casa del tema Opportunità, dove Expo vuole attraverso tre percorsi tematici (acqua, energia, cibo)  raccontare azioni piccole e poco dispendiose capaci di smuovere grandi avanzamenti nella direzione dei Sustainable Development Goals (SDG) definiti nel 2015 dalle Nazioni Unite; avrà infatti anche il ruolo di UNHub, centro di attività ed eventi promosse dall’ONU sul tema dei  SDG.  Foto: Expo 2020  Dubai

Mission Possible – The Opportunity Pavilion, Expo 2020 Dubai. AGi architects

Foto: Giovanni Comoglio

Mission Possible – The Opportunity Pavilion, Expo 2020 Dubai. AGi architects

Foto: Expo 2020  Dubai

Mission Possible – The Opportunity Pavilion, Expo 2020 Dubai. AGi architects

Foto: Expo 2020  Dubai

Mission Possible – The Opportunity Pavilion, Expo 2020 Dubai. AGi architects