“Il nuovo panificio non solo produce prodotti di qualità esclusivamente organici, ma è costruito con materiali sostenibili realizzati da botteghe locali che hanno fornito il legno, le ceramiche e i tessuti”, spiega Micaela Tewes, responsabile degli eventi e dell’interior design del Museo, nonchè vice direttore creativo.

La zona da pranzo è resa più accogliente dalla presenza di un grande tavolo in legno dove i clienti si ritrovano a mangiare insieme. L’atmosfera familiare, invece, è sottolineata dalla lavorazione del controsoffitto, che ricorda i soffitti decorati delle case di campagna, e dalla scaffalatura aperta ispirata alle case in legno e muratura tradizionali. I prodotti sono tutti disposti a vista dietro il bancone, dando la possibilità ai clienti di scegliere liberamente cosa comprare, in un clima trasparente e domestico.
Le trame create dalle piccole piastrelle in ceramica disposte a pavimento esprimono a pieno il concetto “dal campo di grano al bancone”, in una metamorfosi grafica che simboleggia la trasformazione dei campi in grano, del grano in farina e della farina in pane. Per ricollegarsi ai metodi di preparazione tradizionali adottati dal panificio, anche gli interni sono intrisi di artigianato locale, sfruttando tecniche di costruzione tradizionali, dai mosaici alle intonacature, fino alle intelaiature dei mobili, unendo qualità tecnica e un'atmosfera intima.


E se il limite servisse a connettere?
FLAT è la finestra complanare che nasce da una profonda dedizione al design; parla il linguaggio degli architetti, integrandosi con naturalezza in contesti diversi.