La sua storia inizia a Bilbao, dove nel 1997 fu inaugurata una sede del Guggenheim che, da allora, ha ricevuto in media più di un milione di visitatori all'anno. Flusso che, ovviamente, ha avuto un impatto molto significativo sull'economia e sulla società basca. Il Guggenheim è stato il motore della trasformazione di una città bistrattata da un passato di industria siderurgica, stimolando i suoi abitanti e dando impulso al turismo. Da allora qualsiasi politico, conscio degli effetti positivi dell'apertura del museo, ha cercato di applicare la stessa formula sul proprio territorio. Nel 1999 in Galizia è stato così indetto un concorso, a cui hanno partecipato undici architetti di fama mondiale: Ricardo Bofill, Peter Eisenman, José Manuel Gallego, Annette Gigon & Mike Guyer, Steven Holl, Rem Koolhaas, Daniel Libeskind, Juan Navarro Baldeweg, Jean Nouvel, Dominique Perrault e César Portela. I plastici sono ancora esposti in un seminterrato del complesso. Sono progetti chiaramente identificabili con le menti creative che li hanno generati, molto diversi l'uno dall'altro. Il modello più suggestivo, forse, è quello di Eisenman che, all'apparenza, si armonizza meglio di tutti con il territorio grazie alla sua organica plasticità: promessa di una felice unione con il paesaggio e di un legame elegante con l'antica città. Quel modello realizzato in legno annunciava un buon progetto.


Tra cinquant'anni questo luogo sarà una mecca per chi vorrà sapere com'era l'architettura all'inizio del Ventunesimo secolo. Peter Eisenman





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