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A Los Angeles, il museo-astronave di George Lucas “atterra” in un nuovo grande parco

Mentre il Lucas Museum of Narrative Arts di Mad Architects procede verso l'inaugurazione (2026), prende forma matura il suo parco firmato Studio-MLA, parte integrante di un progetto narrativo e infrastrutturale avvincente.

Il parco di Studio-MLA intorno al Lucas Museum of Narrative Arts di MAD Architects

Se di solito il progetto del paesaggio va a traino del progetto architettonico e si finisce quasi sempre solo per parlarne a corredo dell’edificio con cui si rapporta, il caso del parco di 4,5 ettari progettato da Studio-Mla attorno al Lucas Museum of Narrative Arts (su progetto di Mad Architects e attualmente in costruzione a Los Angeles) dimostra il contrario.

L’edificio dedicato alla narrazione visiva – dai fumetti di Charles M. Schulz ("Peanuts") e Alex Raymond ("Flash Gordon"), ai concept art cinematografici di Neal Adams ("Batman") e Ralph McQuarrie ("Star Wars"), ai dipinti di Frida Kahlo e Jacob Lawrence – si staglia come una navicella spaziale di Star Wars sull’area una volta destinata a parcheggio dell'Exposition Park nel centro di Los Angeles, evocando nelle forme sinuose la coreografia delle nuvole mutanti nel cielo e l’orografia articolata della città. Una modellazione formale che si espande senza soluzione di continuità al paesaggio in un dialogo sinergico tra architettura e natura, dove il parco prefigura una narrativa articolata e avvincente al pari del museo. E mentre il nuovo museo si avvia faticosamente verso l'inaugurazione (prevista nel 2026), dopo vari problemi dovuti a ritardi nel cantiere, alla partenza a sorpresa del suo direttore esecutivo e, più di recente, al licenziamento in tronco di dipendenti nell’ambito di una ristrutturazione generale (come evidenzia il Los Angeles Times), il parco comincia ad acquisire una configurazione avanzata, grazie anche alle (rare e costose) piantumazioni già mature acquisite dalla proprietà.

Un paesaggio sinuoso ed eclettico esorta all'esplorazione e alla scoperta: prati, colline, boschetti, canyon e altopiani traducono la complessità ecologica dell’ecosistema californiano, nutrendolo di un ricchezza espressiva variabile al ritmo delle stagioni grazie alle essenze prescelte che fioriscono e sfumano in diversi periodi dell’anno. Percorsi che si piegano alle irregolarità del territorio, panchine curvilinee che rimandano alle linee morbide in cemento fibrorinforzato del museo, rampe che si innalzano come prolungamenti della base dell'edificio determinano un inestricabile intreccio figurativo e materico tra artificio e natura. 

La topografia è stata progettata per ridurre l'impatto ambientale: dalla selezione di piante autoctone, resistenti alla siccità o con minima manutenzione, al sistema di raccolta dell'acqua piovana a scopo di irrigazione, alla cascata ("The Rain") sul lato nord del museo che fungerà anche da sistema di raffreddamento passivo, sostituendo i tradizionali impianti di condizionamento dell'aria.

L’area, che sarà aperto al pubblica senza l’acquisto del biglietto per il museo, si pone come importante infrastruttura sociale in una zona dove l’offerta di verde è limitata e ineludibile è la necessità di spazi pubblici per incentivare senso di comunità e coesione.

Un intervento che, affrancando il verde dall’infelice ruolo di “unsung hero” della progettazione, pone l’accento come afferma Mia Lehrer (fondatrice e presidente dello studio) su tutto ciò che il paesaggio può essere: “design, ecologia, narrazione, infrastruttura, comunità”.

Tutte le foto: Mad Architects, Lucas Museum of Narrative Arts, Los Angeles, Stati Uniti, in corso. Courtesy Mad Architects

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