Un fiore di cemento alto quasi trenta metri: il memoriale di Jesenovac che Bogdan Bogdanovic ha realizzato nella campagna croata, è sorto tra il 1959 e il 1968 sulle ceneri di un campo di concentramento gestito dal regime ustascia durante la seconda guerra mondiale.
Unico memoriale croato della grande guerra mondiale, Jesenovac è l’opera che il 12 maggio riceverà a Treviso il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, assegnato ogni anno dalla Fondazione Benetton a un luogo particolarmente denso di valori di natura e memoria.
Domenico Luciani, coordinatore del premio, l’ha definita “una ricerca avventurosa sulla figura di Bogdanovic”, architetto serbo, classe 1922 e autore di altri 20 memoriali nel territorio della ex Jugoslavia. Ma anche uomo di lettere e sindaco di Belgrado tra il 1982 e il 1986. E se il fiore (ma altri lo definiscono una fiaccola o un’eruzione che nasce dalla terra) è un gesto di particolare forza o coraggio, il progetto del paesaggio che lo circonda, fatto di piccoli, delicati movimenti di terra studiati con precisione, è “un gesto coerente con questa esplosione di cemento”, prosegue Luciani. E il perfetto completamento per questo luogo.
Il tema, importante e attuale, è quello di trasformare i luoghi della morte nei luoghi della memoria, ma anche di liberarli dai simboli, dalle facili strumentalizzazioni. Con questo spirito, accanto al monumento è sorto un piccolo museo che ricorda i nomi delle vittime (finora 80.000 schedate e identificate) e racconta quanto è successo lasciando però spazio per una riflessione critica. È la stessa idea che Bogdanovic aveva quando concepì il memoriale: “Ho costruito questo memoriale perché non minaccia nessuno, non deve portare alla vendetta, anche se non deve nascondere la verità”. E.S.
Fiore di cemento
Un fiore di cemento alto quasi trenta metri: il memoriale di Jesenovac progettato da Bogdan Bogdanovic tra il 1959 e il 1968 è l’opera che il 12 maggio riceverà a Treviso il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino.
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- 12 aprile 2007