Domus annuncia Ma Yansong come Guest Editor internazionale per il 2026. Con lui la rivista entra in una nuova fase del progetto editoriale 10x10x10, ideato in vista del centenario dal Presidente di Editoriale Domus, Cav. Lav. Giovanna Mazzocchi. “Sono felice di dare il benvenuto a Ma Yansong: il più interessante, visionario, eclettico protagonista della nuova stagione dell’architettura cinese e fra i maggiori del panorama internazionale”, afferma. “Il futuro che immagina non è cupo e distopico, ma felice e utopico, nutrito da fantasia, narrativa, corpo, trascendenza, organismo”. La nomina segna un passaggio culturale rilevante: Ma Yansong è infatti il più giovane, e il primo architetto cinese, a curare i dieci numeri annuali del giornale, succedendo a figure come Michele De Lucchi, Winy Maas, David Chipperfield, Tadao Ando, Jean Nouvel, Steven Holl con Toshiko Mori, Norman Foster e Bjarke Ingels.
Ma Yansong, fondatore di Mad, è il nuovo Guest Editor di Domus 2026
Il più giovane — e il primo cinese — a firmare i prossimi dieci numeri della rivista. Con un manifesto che invita a ripensare l’architettura dalle sue emozioni più profonde.
Una voce globale che viene dalla Cina
Nato a Pechino nel 1975, formatosi alla Yale University e cresciuto nello studio di Zaha Hadid, Ma Yansong fonda Mad, oggi con sedi a Pechino, Los Angeles e Roma.
Sto cercando nuove definizioni di architettura che possano allargare il campo d’azione e renderlo più rilevante per la società.
Ma Yansong, Guest Editor Domus 2026
La sua architettura, modellata da forme organiche e dal dialogo profondo con la natura, ha definito nuovi paradigmi in progetti come le Absolute Towers in Canada — primo intervento iconico firmato da un architetto cinese fuori dal proprio Paese — il Bay Culture Park inaugurato sul lungomare di Shenzhen e il Lucas Museum of Narrative Art a Los Angeles, dove edificio e paesaggio diventano un’unica esperienza.
Il manifesto: il vuoto, la luce, la soglia
Il manifesto che accompagna la monografia dedicata al nuovo Guest Editor si apre con una riflessione sul vuoto. “L’esterno è sempre lo stesso. Solo che ho cambiato il mio punto di vista. A essere cambiato sono io”, scrive Ma in un passaggio che introduce un viaggio simbolico tra caverne, luci improvvise, specchi che ripetono senza emozione e linee d’orizzonte dove il cielo incontra la terra. Un testo poetico e immaginifico, in cui l’architettura appare come un’estensione della percezione umana, un modo per “sentire la natura” e restituirne le vibrazioni.
Nella seconda metà, il tono diventa più critico. Ma Yansong osserva come l’architettura contemporanea abbia perso rilevanza sociale, confinata in uno spazio tecnico e autoreferenziale. “La tendenza occidentale un tempo predominante, rappresentata dal Modernismo, ha perso voce nel mondo di oggi in rapido cambiamento. Il progresso tecnologico fa apparire l’architettura una reliquia in cerca di nuovo valore”.
Aprire l’architettura, ritrovare la cultura
Per Ma, la disciplina deve oggi recuperare la sua capacità di parlare alle persone. “Sto cercando nuove definizioni di architettura che possano allargare il campo d’azione e renderlo più rilevante per la società”, dice nell’intervista contenuta nella monografia. “Considero lo spazio culturale come la chiave per le emozioni delle persone e per la durata di una società. L’architettura è parte della professione culturale”.
Ma Yansong è riservato ma allegro, introspettivo ma di grande impatto. La sua grammatica progettuale interpreta sostenibilità, tecnologia e natura in una chiave inedita, dove le emozioni sono sovrane.
Walter Mariotti, Direttore Editoriale di Domus
Il direttore editoriale Walter Mariotti accompagnerà l’intero percorso. “Ma Yansong riservato ma allegro, introspettivo ma di grande impatto. La sua grammatica progettuale interpreta sostenibilità, tecnologia e natura in una chiave inedita, dove le emozioni sono sovrane”, afferma.
Il primo numero di Domus 2026, curato da Ma Yansong, sarà in edicola a gennaio.
Come da tradizione, il numero di dicembre — dedicato all’italianità e realizzato dalla redazione — presenterà la monografia e il manifesto d’intenti del nuovo Guest Editor, offrendo un primo sguardo sul percorso che accompagnerà l’intero anno.
Immagine di apertura: Foto Greg Mei