B&O ha trasformato gli auricolari in gioielli, con le nuove Beo Grace

Le nuove cuffie in-ear del marchio danese costano il triplo della concorrenza, abbinano funzioni avanzate a un design elegante e hanno un posizionamento più simile a quello di un oggetto di lusso che a un prodotto tech.

I nuovi Beo Grace di Bang & Olufsen sono dei nuovi auricolari che aspirano ad essere qualcosa in più. Realizzati in alluminio lucido con finiture perlate, le nuove earbuds sono un interessante esperimento nel campo dei wearable audio di fascia alta. Le specifiche sono eccellenti: driver in titanio da 12 mm, cancellazione del rumore EarSense migliorata e audio spaziale con Dolby Atmos. La durata della batteria raggiunge le 4,5 ore con gli auricolari e le 12,5 ore in accoppiata con la custodia. Inoltre, grazie a una partnership con la startup tecnologica britannica Breathe, BEO Grace è in grado di sostenere oltre 2.000 cicli di ricarica, affrontando il limite più importante per la longevità degli auricolari: l'affidabilità a lungo termine delle batterie interne.

Il vero elemento di differenziazione delle Beo Grace, però, è l'approccio di Bang & Olufsen al posizionamento del prodotto. L'azienda definisce le Grace come "uno studio sulla scultura indossabile", a anche i controlli gestuali rafforzano l'idea di un'esperienza tattile. Il volume si regola con un tocco davanti all'orecchio, mentre la riproduzione richiede un'azione più deliberata di tocco e clic. Ma sono soprattutto il marketing e la comunicazione del prodotto che cambiano linguaggio, allo scopo di elevare il dispositivo oltre i limiti intrinseci del segmento di appartenenza, in generale non associato a una particolare idea di esclusività o lusso.

Il posizionamento si riflette anche nel prezzo: le Beo Grace costano 1200€, cioè più di quattro volte le AirPods Pro di Apple. Anche gli accessori esterni, come la tracolla in pelle, sono assai cari.
In un mercato in cui anche gli auricolari di fascia alta si aggirano in genere al massimo sui 400 euro, Bang & Olufsen potrebbe aver trovato la quadra di una differenziazione premium, oppure potrebbe aver sbagliato tutto: non vediamo molte vie di mezzo. Se l'esperimento dovesse trovare una buona risposta nel mercato, allora B&O sarà riuscita in un'impresa non da poco: trasformare dei "comuni" auricolari in-ear in un prodotto più affine a un gioiello.

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