C’è un tizio a Parigi, in Francia: diciamo che si chiama Franck. Franck è un grande appassionato di musica. Con i soldi che riceve dal suo primo lavoro, Franck investe in un nuovissimo BeoSound 9000, l’ormai iconico lettore CD di fascia alta di Bang & Olufsen. Questo accadeva 32 anni fa: la data giustifica anche il fatto che un giovane ragazzo al suo primo stipendio possa permettersi un’apparecchiatura musicale così costosa. Immaginiamo che il tempo passi, che Franck ottenga una promozione, poi un nuovo lavoro, che compri una casa più grande in un bel quartiere, ma non così vicina al centro di Parigi come dove abitava prima. Non ha mai rinunciato al suo lettore CD e ora ha una vasta collezione di dischi, che continua a preferire alla musica dei servizi di streaming. Di recente, però, il suo BeoSound 9000 è rotto – e anche il suo cuore è andato a pezzi in quel momento, lo vediamo chiaramente. Si reca quindi in un centro di riparazione e… lo riparano. Per quanto possa sembrare incredibile, il dispositivo torna dalla Danimarca completamente funzionante e con un certificato di garanzia di 12 mesi.
Questa è (più o meno) la storia – una storia vera, dice – che Kristian Teär, CEO di Bang & Olufsen, racconta a Berlino durante il suo keynote per la stampa nei giorni di IFA, la fiera tecnologica più importante d’Europa, per presentare il nuovo prodotto di punta dell’azienda, il Beosound Theatre: una splendida soundbar nello stile dell’azienda, e “costruita per durare decenni grazie al suo design modulare, che consente di aggiornarla, anziché sostituirla”.
La sostenibilità è probabilmente la narrazione più forte (e più abusata) del mercato consumer di oggi e questo prodotto rappresenta appieno l’approccio di Bang & Olufsen alla questione ambientale e alla crisi climatica, proseguendo – ma con una scala molto più ambiziosa – nel percorso di ciò che l’azienda ha cominciato con Beosound Level, lo speaker senza fili e modulare lanciato lo scorso anno, progettato “per durare un decennio” (abbiamo capito che B&O ragiona in termini di decenni, NdR). Così, mentre altri marchi audio giocano la carta ecofriendly presentando per lo più prodotti realizzati con materiali riciclati, Bang & Olufsen si concentra sulla longevità dei suoi dispositivi e sul garantire di un servizio di riparazione potenzialmente infinito.
Dentro il “teatro” Beosound
La nuova soundbar sfoggia un design che prosegue il percorso di alcuni prodotti Bang & Olufsen precedenti, capaci di far sembrare un volume pesante in equilibrio su un punto di appoggio: l’azienda cita come esempi diffusori musicali oramai classici come i Beolab 8000, e prodotti più recenti come Beolab 18 e 28.
Utilizzando come materiali sia il metallo sia il legno (opzionale) e ispirandosi alla “agile grazia delle barche a vela”, il corpo della soundbar, simile a una chiglia – il design è stato sviluppato dall’agenzia tedesca Noto – sembra appoggiato su una lama di alluminio, che galleggia sotto lo schermo del televisore, un’illusione realizzata nello stabilimento 5 di Bang & Olufsen a Struer, in Danimarca, l’epicentro della competenza dell’azienda sui metalli. Vista di lato, la soundbar sembra un po’ la prua di una gondola veneziana.
L’aspetto e la sensazione finali, una volta installata, non sono quelli di una semplice soundbar da appoggiare sul buffet del salotto, poiché Beosound Theatre si aggancia allo schermo del televisore di casa mediante un apposito accessorio, componendo un sistema televisivo integrato, con lo schermo sospeso sopra il dispositivo audio.
Più di una soundbar
Secondo Miklu Silvanto, Chief Design Officer Bang & Olufsen, questo nuovo prodotto rappresenta la soluzione a due diverse sfide: la prima è se sia possibile racchiudere un intero sistema home theatre in una soundbar – e la risposta è ovviamente affermativa; durante l’evento stampa di Berlino, gli ingegneri di B&O hanno dato una dimostrazione completa di ciò che la soundbar, dotata di 12 potenti altoparlanti, è in grado di fare.
In secondo luogo, se è possibile creare una soundbar che duri più a lungo dei televisori. L’idea è quella di una soundbar che invecchi con i consumatori invece di essere sostituita ogni pochi anni – come il Beosound 9000 di Franck.
Per ottenere questo risultato, la soundbar è stata creata per agganciare la più ampia gamma possibile di televisori durante il suo ciclo di vita: il coperchio è sostituibile, con ali in alluminio che possono essere estese se gli utenti passano a un display più grande. In questo modo, le dimensioni della soundbar si adatteranno sempre al televisore: basterà sostituire le vecchie alette con quelle della misura giusta, e continuerà ad apparire come un sistema televisivo su misura come il giorno in cui l’hai comprato, impreziosito dal design Bang & Olufsen sotto gli anonimi schermi televisivi che si succederanno nel tempo. Con questo design copernicano, Bang & Olufsen inverte i fattori, rendendo la soundbar la costante e lo schermo TV solo un’aggiunta.
La modularità, concetto guida del design, trova una vasta gamma di applicazioni nel nuovo Beosound Theatre. L’hardware è stato progettato in modo da poter aggiornare singole parti, mentre l’elettronica è stata concentrata sul retro della scatola, per tenerla al sicuro da possibili danni da calore. Se qualcosa si rompe, i tecnici – e forse gli utenti in futuro? – dovranno semplicemente riparare o sostituire la parte danneggiata, anziché gettarla via e comprarne una nuova come spesso facciamo oggi. Questo è un aspetto che si riscontra sempre più spesso nel design dei prodotti, dalle nuove scarpe Ispa di Nike ai Macbook di Apple e alle biciclette di VanMoof. La modularità è il design della nostra epoca (come lo era in quella dei nostri nonni, ma questa è un’altra storia).
Dove passato e futuro si incontrano
Silvanto, che ha un passato in Apple, paragona il Beosound Thetre a uno dei dispositivi più iconici degli ultimi decenni: “Questo è il nostro momento iMac”, dice, e non si riferisce al fatto che nella sua configurazioni con base il sistema televisivo immaginato da Bang & Olufsen ricorda in effetti un iMac di dimensioni gigantesche.
Per Silvanto, il Beosound Theatre è il prodotto in cui innovazioni, progetti e piattaforme recenti di Bang & Olfsen si uniscono per la prima volta in un unico oggetto integrato, ma sempre in connessione con il passato: attraverso la piattaforma Beolink, durante la presentazione berlinese, Silvanto collegherà la nuova soundbar con un giradischi vecchio mezzo secolo fa e alcuni diffusori di 30 anni fa, facendo funzionare tutto insieme senza problemi di sorta.
Si sofferma sull’evoluzione del design, sul glorioso passato dell’azienda – quanto sia eccitante lavorare per un marchio che può vantare oltre 20.000 prodotti riparati e rinnovati quest'anno nel suo service center danese – e del futuro che sembra così vicino, e del perché pensa che passato e futuro siano valori che Bang & Olufsen deve offrire, prima di tutto, non ai clienti più facoltosi, ma ai ragazzi; discutiamo di come oggi sia diventato normale collezionare dispositivi elettronici, come per esempio le console di gioco, qualcosa che era impossibile pensare solo un decennio fa. Parliamo della collaborazione con Balenciaga e di cosa sia un marchio di lusso – quale Bang & Olufsen è: “un’azienda che rimane ad alto livello per molto tempo”, spiega. E mentre scorriamo decenni di progettazione hardware di Bang & Olufsen, emerge che, nella sua visione, il software ha oggi un ruolo di primo piano, perché è lì che avviene la magia, in un modo che potrebbe essere paragonato all’emozione che ogni Franck ha provato caricando un Compact Disc sul suo sistema Beosound 9000: “era un rituale, contro la routine, rappresentata dal mettere il disco sul vassoio di un normale lettore CD”.
Beosound Theatre, disponibile con finitura in legno o in tessuto, ha un prezzo consigliato a partire da 6.490 euro