I designer di moda che hanno fatto la storia del cinema, in 10 film essenziali

Abbiamo selezionato dieci pellicole che vantano il contributo dei più grandi nomi della moda, da Givenchy a Saint Laurent fino a Tom Ford.

C’è stato un momento in cui il ruolo del fashion designer è diventato essenziale nella creazione di storytelling per qualsiasi film, a tal punto da chiedersi se sia proprio l’immortale tubino nero Givenchy indossato da Audrey Hepburn ad aver reso Colazione da Tiffany (1961) il film cult adorato e celebrato ancora oggi, oppure cosa sarebbe successo se Marlene Dietrich non avesse intimato ai produttori del film Stage Fright (1950) “No Dior, No Dietrich,” per l’interpretazione di Charlotte Inwood. Allo stesso tempo, forse Giorgio Armani non sarebbe stato immortalato sulla copertina del Times nel 1982 se non avesse ideato le giacche di Richard Gere per American Gigolo (1980).


Quella tra industria del cinema e mondo della moda è una relazione longeva che ha prontamente saputo sopravvivere a ogni capriccio del tempo. La capacità del cinema di raccontare storie immersive tramite il linguaggio visivo si sposa perfettamente con l’iconicità dei codici della moda, talvolta per descrivere un personaggio e il suo ruolo all’interno della narrazione, oppure per tracciare uno sfondo culturale e storico accurato.

La prima, vera promessa d’amore tra cinema e moda risale agli anni ‘30 dello scorso secolo, quando a una giovane Coco Chanel fu chiesto di realizzare i costumi per il film americano Palmy Days (1931). Per l’occasione furono disegnati dei capi sportswear, che però non ricevettero la giusta accoglienza: erano ritenuti troppo lontani dal drammatico glamour hollywoodiano, uno stile a cui Coco Chanel non era assolutamente disposta a piegarsi. La collaborazione non fu vincente, ma l’intuizione fu geniale, e la couturière decise di creare abiti per il cinema francese, imparando come far risaltare un capo tramite specifiche inquadrature cinematografiche o una precisa illuminazione.

Nel giro di poco tempo, queste nuove accortezze e tendenze crearono una nuova estetica che trovò massima espressione nel fenomeno delle dive anni ‘50: il celebre esempio è Audrey Hepburn, che indossò per gli Oscar del 1954 un abito bianco dai motivi floreali, firmato Hubert de Givenchy, uno dei vestiti più celebri della storia della moda nonché primo di un enorme guardaroba brandizzato che avrebbe accompagnato l’attrice per tutta la sua carriera.

Questo rapporto di reciprocità non ha fatto altro che intensificarsi, e ancora oggi moda e cinema si dimostrano una sacra e indissolubile lealtà. È così che ha acquisito sempre più autorità la figura del costumista: basta pensare al lavoro di William Chang per In The Mood for Love (2000), ancora oggi celebrato come emblema di classicità, o ancora i costumi vincitori dell’Oscar di Milena Canonero per Marie Antoinette (2006) di Sofia Coppola, riconosciuti per la loro accuratezza e per la loro opulenza.

La capacità del cinema di raccontare storie immersive tramite il linguaggio visivo si sposa perfettamente con l’iconicità dei codici della moda, talvolta per descrivere un personaggio e il suo ruolo all’interno della narrazione, oppure per tracciare uno sfondo culturale e storico accurato.


Anche tra i nomi più grandi e celebri della moda le contaminazioni si sono fatte sempre più frequenti: la casa di moda Saint Laurent insieme al suo direttore creativo, Anthony Vaccarello, ha collaborato con Gaspar Noé nella realizzazione di Lux Aeterna (2019), unendo la sua estetica all’approccio narrativo del regista. La Maison ha anche fondato una casa cinematografica, Saint Laurent Production, che si è occupata di realizzare i costumi per Emilia Perez (2024) attingendo all’intero archivio di Vaccarello. Un altro esempio caratteristico è il caso Tom Ford, fashion designer che diventa regista, autore di A Single Man (2009), dove la sua immancabile attenzione verso i dettagli viene declinata anche al guardaroba del protagonista, simbolo del menswear classico anni ‘60 espresso tramite la seria e rigorosa camicia bianca, sposandosi con le estetiche tra l’organico e il modernista tipiche delle architetture di John Lautner.

Abbiamo selezionato 10 di questi film che sono stati resi iconici dal contributo di nomi leggendari della moda, spaziando da Hubert de Givenchy a Luca Guadagnino, da Miuccia Prada a Grace Jones, all’esplorazione di quella che sempre più visibilmente è un’opera d’arte collettiva.

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