Benvenuti nel numero di Domus Aprile, che presenta un viaggio attraverso la metamorfosi del metallo e le visioni più innovative dell'architettura e del design contemporaneo. Questo mese, Bjarke Ingels, con il suo editoriale, ci guida in un'esplorazione dell'anima dell'acciaio e dell'alluminio, materiali che hanno plasmato il nostro mondo, dalle profondità marine alle vette celesti. Domus racconta come questi elementi, un tempo semplici ornamenti, siano diventati pilastri dell'architettura moderna, e come oggi architetti e artisti ne stiano ridefinendo i confini, trasformando la forza bruta in pura poesia.
Sulla scia di questa riflessione, Dominique Perrault ci invita a trascendere la natura materiale del metallo, considerandolo uno strumento per ridefinire lo spazio e la percezione. La rete metallica, nella sua dualità di svelare e celare, instaura un dialogo con la luce, plasmando esperienze urbane che fondono funzione ed estetica, solidità e immaterialità.

Parallelamente, Filippo Cartapani pone l'accento sulla crescente domanda di metalli e sul conseguente impatto ambientale, suggerendo nelle risorse di noduli polimetallici negli abissi marini una possibile soluzione che coniughi industria e bellezza.
Ritornando alla visione di Ingels, brilla la sua intervista con Junya Ishigami che esplora l'uso peculiare dell'acciaio nei suoi progetti, dove leggerezza e pesantezza, semplicità e complessità, trasparenza e sparizione convivono in un equilibrio delicato. Ishigami, pur riconoscendo le potenzialità dell'acciaio, lo considera un mezzo per creare atmosfere che sfidano la percezione.
Da questa prospettiva, Florian Idenburg ci conduce attraverso Nine Chapel, un progetto che ripensa l'edificio residenziale come una soglia dinamica tra privato e pubblico, con la sua pelle di alluminio riflettente e i percorsi aerei interni che creano spazi di incontro. D’altro canto in un confronto con il contesto, Robert Konieczny ci porta nel mondo di Gambit, un'ode all'alluminio e alla funzionalità, dove un volume frammentato si fonde armoniosamente con l'ambiente circostante. Cambiando registro, Muller Van Severen mostra ai lettori di Domus come il metallo possa essere materia prima dell'anima, lavorato con maestria artigianale per formare oggetti di una bellezza grezza e funzionale, mentre Ben Storms svela il metallo come linguaggio narrativo, dove forza e leggerezza danzano in un equilibrio precario.

Tornado indietro come un flash back all’apertura del numero, il Diario si apre con un focus che guida attraverso la Design Week milanese, un vero baedeker per orientarsi nell’evento che celebra la creatività e l'innovazione del Made in Italy che guarda il mondo e del mondo che si rivolge all’Italia.
È quindi il momento di un focus sull'innovazione e lo stile nelle finiture per l'architettura e il design d'interni, dove si evidenzia come i dettagli possano fare la differenza sulla scorta della lezione di Adolf Loos. Promosso da Atlas Concorde e BG Legno, con la partecipazione di aziende leader come Dorsum, Eclisse, Faraone, Flessya, Florim, Garbelotto, Lechler, Listone Giordano, Newfloor, Nexion, Oikos, Oknoplast, Schüco Italia e Schüco Pws Italia, il focus non lascia spazio all’immaginazione.
Spostandoci a Firenze, l’art director Francesco Franchi ci introduce alla manifestazione Testo, che ha proposto una visione innovativa della fiera del libro, un'elegante democrazia editoriale. Rievocando invece il passato dell’Archivio Domus, Simona Bordone e Valeria Casali richiamano l'attenzione sull'allarme lanciato da Mendini nel 1984 sul rischio di anonimato del design, con la sua Lettera al giovane designer e la sua mappa concettuale della biodiversità del design italiano. Il Diario continuando lo scandaglio dell’attualità con Marco Pierini, insigne direttore di musei e storico dell’arte, oltre che uomo delle istituzioni, che sottolinea la necessità di trasformare i musei in agorà accoglienti, invitando a sorrisi, servizi e comodità. Svelando invece i segreti del legno, Antonio Armano ci conduce attraverso Tabu, azienda leader nel settore dei piallacci di legno, che coniuga tradizione e innovazione.
Ma le sorprese non sono finite. In una prospettiva futuristica della Terra, lo scienziato Stefano Mancuso nella sua rubrica propone una critica del modello centralizzato e gerarchico delle nostre città, suggerendo un'organizzazione diffusa e decentralizzata, simile a quella delle foreste. Spostandosi invece sulla Luna, Valentina Sumini ci racconta il progetto Moon Village, un insediamento lunare sostenibile nato dalla collaborazione tra Som, Esa e Mit, che usa il cratere Shackleton per energia e risorse. Infine, questo mese Javier Arpa Fernandes conduce per mano a San Paolo, dove il recupero della Região Central deve essere inclusivo, evitando la gentrificazione e garantendo interventi sugli spazi pubblici. Alla fine del numero come di consueto il contrordine del direttore Walter Mariotti punta i riflettori su "Trump Gaza", un'utopia distopica -o utopica a seconda delle interpretazioni- generata dall'IA che rappresenta una riflessione sul potere, o meglio sui limiti del potere, dell’architettura.

Con uno sguardo che spazia dalla luna alle metropoli, Domus Aprile invita a esplorare un mondo ricco di contraddizioni complesse ma feconde. Un invito a guardare oltre l'orizzonte, a interrogarci sul futuro dell'architettura e del design, e a riscoprire la bellezza nascosta nei materiali che ci circondano.
Domus vi aspetta in edicola, per un viaggio indimenticabile attraverso l'innovazione e la creatività. Buona lettura.