È tornato il Coachella, quest’anno con le installazioni artistiche più grandi di sempre

L’eclettico festival musicale dialoga con l’arte e l’architettura, immaginando una futuro all’insegna della multidisciplinarietà e della contaminazione tra discipline.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH. Foto di Lance Gerber.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH. Foto di Lance Gerber.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH. Foto di Lance Gerber.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH. Foto di Lance Gerber.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH. Foto di Lance Gerber.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH. Foto di Lance Gerber.

“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough.

Foto di Lance Gerber.

“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough. Foto di Lance Gerber.

“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough. Foto di Lance Gerber.

“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough. Foto di Lance Gerber.

“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough. Foto di Lance Gerber.

“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough. Foto di Lance Gerber.

“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough. Foto di Lance Gerber.

“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough. Foto di Lance Gerber.

“Babylon” di Nebbia. Foto di Lance Gerber.

“Babylon” di Nebbia. Foto di Lance Gerber.

“Babylon” di Nebbia. Foto di Lance Gerber.

“Babylon” di Nebbia. Foto di Lance Gerber.

“Babylon” di Nebbia. Foto di Lance Gerber.

Il programma artistico dell’edizione 2024 del Coachella, curato da Paul Clemente, ambisce a ridefinire i confini dell’arte su larga scala, invitando i partecipanti al festival a interagire con opere immersive e visionarie realizzate da artisti, architetti e designer di fama internazionale, che richiedono ai visitatori di mettere in discussione la propria definizione di sé, esplorando il confine tra realtà e immaginazione, grazie alla convergenza tra arte, architettura e tecnologia.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH esplora il punto di contatto tra la stampa 3D e l’artigianato tradizionale, presentando una serie di padiglioni. L’installazione, che nasce da una collaborazione tra i professori della Cornell University Leslie Lok e Sasa Zivkovic, reimmagina la progettazione architettonico attraverso la lente della fabbricazione digitale e dell’ispirazione organica. “Dancing in the Sky” di Morag Myerscough celebra la gioia dell’esperienza collettiva e condivisa con una piazza allegra, vibrante di colori e ricca di geometrie. “Babylon" di Nebbia offre uno studio di contrasti, mescolando forme architettoniche antiche con elementi dal sapore futuristico. L’opera, degli architetti londinesi Brando Posocco e Madhav Kidao, è una struttura monumentale che fa da punto di riferimento visivo e da santuario di ombra e luce, invitando alla contemplazione.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH.

Foto di Lance Gerber.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH.

Foto di Lance Gerber.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH.

Foto di Lance Gerber.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH.

Foto di Lance Gerber.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH.

Foto di Lance Gerber.

“Monarchs: A House in Six Parts” di HANNAH.

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“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough. Foto di Lance Gerber.

“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough.

Foto di Lance Gerber.

“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough.

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“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough.

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“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough.

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“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough.

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“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough.

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“Dancing in the Sky” di Morag Myerscough.

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“Babylon” di Nebbia.

Foto di Lance Gerber.

“Babylon” di Nebbia.

Foto di Lance Gerber.

“Babylon” di Nebbia.

Foto di Lance Gerber.

“Babylon” di Nebbia.

Foto di Lance Gerber.

“Babylon” di Nebbia.

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