Nascosti all’interno di un isolato due edifici dall’aspetto simile, uno molto lungo e l’altro molto corto ospitano sei case – quattro identiche e due diverse fra loro – intorno a un giardino comune.
All’esterno, le case sono definite da un colonnato continuo che incornicia un giardino collettivo dove diventa impossibile capire dove ogni casa inizia o finisce. La facciata è una sovrapposizione di più file ritmiche: le sottili colonne metalliche, le porte a strisce blu, i lucernari a cassettoni neri. Il tetto è composto da due strati: sotto le lamiere metalliche è fissato un piano ondulato di colore rosa che sottolinea la sottigliezza della superficie. Tutto intorno, lo scenario urbano più onesto e bello definisce lo sfondo di un tale esercizio architettonico.
La composizione di ogni spazio interno combina linee ortogonali, diagonali e curve. Il perimetro leggermente distorto delle stanze imposta le cornici; gli spazi principali provengono da una sottrazione di superfici in conflitto che comprendono programmi secondari. I sottili pali metallici portano tensione verticale; le aperture circolari collegano programmi non uniformi. Agendo all’interno di un volume molto piccolo, questa combinazione di geometrie ambivalenti permette di realizzare ambienti non convenzionali.
La materialità degli interni segue la loro complessità. Le pareti sono semplicemente bianche, le lastre orizzontali sono in cemento armato, i pavimenti sono in marmo blu lucido e il soffitto inclinato è dipinto di rosa. Porte in legno, maniglie esagerate e accenni di marmo rosa accompagnano questo gioco di superfici.