Disegnare la quarantena per sentirsi meno soli

Raccontarsi nell’improvvisa e inaspettata quarantena e mostrare che la distanza può essere una nuova forma di vicinanza. Sono alcune delle ragioni che stanno dietro due call d’illustrazione ai tempi di Coronavirus: la francese “Coronamaison” e l’italiana “Stay Close(d)”.

Coronamaison

Per prima è partita la call francese Coronamaison, lanciata lo scorso 15 marzo con un tweet della fumettista Pénélope Bagieu: “Progettiamo il luogo ideale dove stare confinati”. Hanno risposto più di 1.000 su Twitter e altrettanti su Instagram usando l'hashtag #coronamaison. “Non so bene quanti siano gli illustratori che hanno preso parte a questa idea. Naturalmente hanno aderito molti illustratori, ma anche molti dilettanti e bambini (tramite i loro insegnanti), il che è fantastico perché Coronamaison è aperto a tutti”, spiega Timothy Hannem organizzatore con Oscar Barda del singolare concorso, affiancati ora da Antonin Segault che sta raccogliendo tutti i disegni all’interno di un sito (coronamaison.fun). Ancora non hanno deciso cosa fare un domani con tutti questi lavori. Tra le idee emerse, c’è quella di riunirli, come gli appartamenti di un unico grande condominio. “Se li impilassimo un piano sull'altro (contando circa 3 metri per unità), sarebbe già un edificio alto 2,4 km, quasi tre volte il Burj Khalifa”, spiega Oscar Barda. Cosa emerge dalle proposte ricevute? Lo riassume Barda: “Per me è l’umanità a emergere. I sogni e le speranze delle persone per le settimane a venire, le paure per alcuni, la visione del mondo per altri. Alcuni si disegnano mentre fanno il bozzolo con la famiglia o gli animali domestici, altri con un tapis roulant mentre si allenano, altri con gigantesche finestre che si affacciano su una valle lussureggiante, altri ancora barricati in cima a un mucchio di carta igienica. Queste case sono i nostri avatar e mostrano al mondo una parte di noi stessi. E, come in ogni avatar, in ogni gioco online, c’è una parte di verità, una parte di ciò che vogliamo che la gente pensi di noi, e una parte di fantasia. Proprio come l’umanità, questa realtà è bella nelle sue miriadi di diversità”.

Titolo call:
Coronamaison
Organizzatori:
Timothy Hannem (@acupoftim), Oscar Barda (@OssKx), Pénélope Bagieu (@PenelopeB), Sandrine Deloffre (@garagedeloffre)
Partecipazione:
Sui social con hashtag #coronamaison
Sito web:
www.coronamaison.fun

Stay Close(d)

In Italia, a lanciare il concorso online Stay Close(d) è stato il corso di Grafica dell’Istituto Europeo di Design di Milano. La sfida è rivolta a creativi di generazioni e luoghi diversi, per riflettere “visivamente” sul momento che viviamo, giocando con le parole “stai chiuso” e “stai vicino”. L’obiettivo, spiega il docente Giuseppe Liuzzo che l’ha organizzato, “è riflettere su come la distanza stia in realtà diventando solo una diversa vicinanza”. Al momento hanno risposto oltre 170 creativi tra alumni, studenti (anche di altre scuole), professionisti, firme della comunicazione visiva da USA, Pakistan, Corea, Cina, Ucraina, Argentina, Spagna, oltre che dall’Italia. Le loro proposte sono raccolte su behance. “Il design non è altro che intelligenza resa visibile, pensieri che prendono una forma per parlare a quegli occhi che potranno poi vedere il risultato finale”, commenta Liuzzo. “La grafica, in fondo, non serve a decorare, né a risolvere i problemi, ma è lo strumento che può puntare il dito verso di essi, verso una visione differente o una loro soluzione efficace.

Titolo call:
Stay close(d)
Organizzatori:
Giuseppe Liuzzo, docente corso di Grafica dell’Istituto Europeo di Design, Milano
Sito web:
https://www.behance.net/gallery/94539487/Stay-Close(d)-CoVid19-Worldwide-poster-collection

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