Milano si trasforma continuamente: disegna nuove torri, apre centri culturali, innesta, demolisce, riqualifica e riflette il cielo nei suoi skyline in mutazione. È una città che sa reinventarsi, spesso colta nella sua natura contraddittoria da cinema e serie tv, che ne moltiplicano su schermo le superfici specchianti e il cemento delle periferie: dalle torri di CityLife di Succession, simbolo del potere economico globale, alle inquadrature di Monterossi, Fedeltà, 3/19 e Blocco 181.
Ma se Milano tende a immaginarsi verso l’alto, la nuova serie intitolata Hype prodotta da Rai Fiction e Fidelio, presentata in anteprima nello spazio “Alice nella Città” di Roma, sceglie invece di guardare in basso, tra le geometrie moderniste del dopoguerra del quartiere residenziale QT8 (Quartiere Triennale Ottava).
Ambientata alle pendici di Monte Stella, in questo spazio urbano nato negli anni '40 con l’obiettivo pragmatico di accogliere gli sfollati del conflitto, la serie diretta da Fabio Mollo e Domenico Croce costruisce il proprio universo visivo nel cuore orizzontale di Milano, meno scintillante e più poroso, puntellato da bar di quartiere e architetture da periferia industriale.
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Anna, Luca e Marco sono tre ragazzi che sognano di emergere attraverso la musica rap, per scrollarsi di dosso i limiti e le dinamiche di una realtà di quartiere in cui sono cresciuti e da cui vogliono emanciparsi. La loro storia riporta in primo piano la periferia come paesaggio identitario, che fa da controcanto all’immagine dominante ed emblematica di una metropoli verticale: Hype guarda al carattere di questo patrimonio urbano come a un organismo autonomo e vivo, che irrompe nella vita dei protagonisti e ne plasma le volontà.
Il video musicale di Ernia ambientato nel quartiere Qt8 di Milano
“Per raccontare questa voce, è stato necessario farsi trasparenti, quasi smaterializzarsi. Confondersi con tutto ciò che le ruota attorno”, raccontano i registi. “QT8, l’arena urbana in cui è ambientata la serie, è infatti un protagonista a tutti gli effetti. Oltre ad avere la voce di Ernia, l’artista che più lo rappresenta, QT8 agisce su ogni personaggio in modo indelebile. È un’immagine viva, presente anche quando sfocata in un primo piano o fuori campo. È lì, e influenza sempre quello che accade nella scena successiva.”
