La guida di Domus a CityLife

Tre grattacieli che hanno cambiato lo skyline della città di Milano. Ma anche un centro commerciale, un parco, un nuovo edificio in arrivo e le abitazioni di lusso: il tutto progettato da nomi come Zaha Hadid, Arata Isozaki, Daniel Libeskind e Bjarke Ingels.

di Alessandro Benetti
foto Marco Menghi

Già negli anni ’60 Gio Ponti spiegava in una celebre intervista televisiva che uno skyline riuscito non comprende grattacieli isolati, ma gruppi di edifici alti che si osservano a distanza al di sopra del tessuto urbano. Se all’epoca erano in costruzione a Milano le poche torri del Centro Direzionale previsto dal Piano Regolatore del 1953, solo tra gli anni 2000 e 2010 si realizzano nel capoluogo lombardo un paio dei “grappoli” immaginati da Ponti, corrispondenti ad altrettante operazioni urbanistiche di grande scala: Porta Nuova e CityLife.

Rese possibili dagli stessi meccanismi dell’urbanistica contrattata, basata sulla collaborazione e lo scambio tra pubblico e privato, accomunate dall’estensione e dalle volumetrie colossali (almeno per gli standard milanesi), eroicamente sopravvissute a crisi economiche epocali senza eccessivi ridimensionamenti, Porta Nuova e CityLife sono le “nemiche-amiche” della Milano del nuovo millennio, in aperta concorrenza sul mercato immobiliare cittadino e globale. Per entrambe, la qualità architettonica è uno strumento di legittimazione culturale e di promozione commerciale. Per questo entrambe si configurano come una somma di edifici iconici “firmati” (ancor prima che progettati, e non è una differenza sottile) da archistar di fama mondiale. In parallelo, entrambe offrono alla città nuovi spazi aperti curatissimi, programmatissimi, densi di attività commerciali, che s’incaricano di costruire un legame tra il “dentro” dell’operazione e il “fuori”, il tessuto urbano circostante.

A quindici anni dall’inizio dei cantieri e un po’ in ritardo rispetto a Porta Nuova, CityLife è oggi prossima al completamento. Sono terminate e occupate le tre torri principali per uffici e quasi tutte le residenze. Il centro commerciale è in piena attività, mentre il parco si estenderà ancora ma è già comprensibile la sua scala e configurazione. Manca all’appello solo l’edificio portale che segnerà l’accesso dell’area da via Domodossola, ma le ruspe scalpitano nelle voragini del cantiere. Di fronte al quartiere finalmente leggibile nelle tre dimensioni, abitato e vissuto, è possibile elaborare qualche riflessione sulla sua storia, il suo presente e le sue specificità.

CityLife sorge all’interno di un’area di forma approssimativamente quadrata, che è con il Parco Sempione e il Cimitero Monumentale una delle macro-geometrie più facilmente individuabili con un rapido sguardo a un’immagine satellitare di Milano. Il sito acquisì questa configurazione nell’Ottocento per ospitare la Piazza d’Armi, che si trasferì qui dal Castello Sforzesco, poi ospitò l’Esposizione Internazionale del 1906 e dal 1923 divenne sede della Fiera Campionaria, densificandosi delle sue moltissime strutture permanenti e temporanee e mantenendo questa funzione fino al 2005. Per quasi un secolo e mezzo l’area di CityLife è esistita come un recinto precisamente programmato e nettamente separato dai quartieri residenziali borghesi che si sono costituiti nel tempo sul suo perimetro.

L’apertura del recinto e l’integrazione del sito nella città è stata e resta una delle sfide di CityLife, anch’essa comune con Porta Nuova, che sorge in un ex-scalo ferroviario, ma con alcune specificità. Se la realizzazione di Porta Nuova, al limite tra la città antica e il quartiere ex-operaio dell’Isola, ha di fatto eliminato la storica barriera dei binari permettendo alla qualità e alla vitalità del centro di espandersi verso nord, CityLife si propone piuttosto come un nuovo baricentro per la vita collettiva di una parte di Milano ovest sostanzialmente sprovvista di grandi spazi e funzioni pubbliche, una città privata di case, di piccoli commerci e di servizi di quartiere. L’immenso centro commerciale ipogeo, più di 30.000 metri quadri accessibili anche direttamente dalle autostrade del nord-ovest milanese, è in questo senso l’elemento cardine del progetto, il magnete che convoglia flussi di utenti locali e di tutta l’area metropolitana.

Al di sopra e attorno a questo mall decisamente globale si organizzano, geometricamente e concettualmente, tutti gli spazi e le architetture di CityLife, di cui si propone qui una breve rassegna: una guida ragionata a tutto quello che è stato costruito nel quartiere, con qualche anticipazione di ciò che verrà.


La torre Allianz

Arata Isozaki
Andrea Maffei

Completata nel 2015, alta 50 piani e 209 metri (260 compresa l’antenna), è uno degli ultimi progetti del giapponese Arata Isozaki (1931-2022)), che lo co-firma con l’italiano Andrea Maffei, già partner nel suo studio e poi fondatore di Amarchitects. A lungo decano dell’architettura giapponese, Isozaki fu prima metabolista, poi postmoderno e infine, come in questo caso, neo-International Style. La torre è un semplice volume parallelepipedo, dalle proporzioni riuscite e decisamente sottili, tanto che in fase di costruzione è stato necessario aggiungere quattro “stampelle” esterne, staffe di supporto che ne riducono le oscillazioni. È il più archetipico dei tre grattacieli di CityLife, una chiara moltiplicazione e sovrapposizione dello stesso open space per uffici. La facciata vetrata è il suo elemento più interessante: il curtain wall non è un’unica superficie verticale ma si scompone in una sequenza di vetrate convesse. Così, l’involucro dell’edificio diventa cangiante, ritmato da chiaroscuri e riflessioni variabili. Soprattutto, da determinate prospettive e in precise condizioni di luce, ognuna delle “pance” della Torre Allianz (per adottare una metafora antropomorfa) riflette lo stesso orizzonte milanese. La città si moltiplica sulla pelle dell’edificio che si fa specchio e caleidoscopio. Tra le altre caratteristiche di rilievo, lungo le due facciate strette risalgono altrettanti ascensori trasparenti con vista panoramica, mentre in cima alla torre è posizionata una copia della Madonnina del Duomo, omaggio a quello che fu un tempo la sommità inviolabile dello skyline milanese. 


La torre Generali

Zaha Hadid Architects

In funzione dal 2018, alto 44 piani per 177 metri, è un grattacielo in puro stile Zaha Hadid (1950-2016), opera tarda della sua progettista che non riuscì a vederlo completato. È un’architettura parametrica impostata sulla torsione (ricorda tra gli altri il “Turning Torso” di Santiago Calatrava a Malmö, completato nel 2005) che si avvita dal basamento verso il coronamento fino a ritrovare una configurazione verticale. Nelle dichiarazioni di Hadid, che prosegue qui le ricerche strutturali e linguistiche di tutta la sua carriera, in questo caso specifico le forme dell’edificio sono determinate dalla convergenza nel sito di CityLife di alcuni importanti assi viari del tessuto urbano milanese, che s’incontrano e si scontrano alla base della torre generando il momento rotatorio che la informa. Il basamento su cui sorge, che si prolunga ben al di là della sua sagoma, vuole rappresentare esattamente questo momento di tensione generatrice. Questa complessità geometrica ha richiesto l’adozione di alcuni accorgimenti per facilitare l’utilizzo dell’edificio: i due layer di cui si compone la facciata, ad esempio, sono separati da una distanza variabile, che ammortizza le irregolarità dell’involucro e permette di uniformare le superfici di ogni piano. 


La torre PWC

Daniel Libeskind

Progettata da Daniel Libeskind, è il più basso dei tre grattacieli di CityLife (31 piani per 175 metri) ed è stato l’ultimo ad essere inaugurato, nel 2020. Inoltre, è certamente quello che ha conosciuto le vicende più travagliate e le modifiche più sostanziali al progetto originario. È stato necessario raddrizzarne la sagoma, che era inizialmente concepita come una porzione della sfera disposta ad abbracciare idealmente Piazza Tre Torri, come omaggio all’arte del costruire del Rinascimento italiano. La sua facciata concava, inoltre, non ha potuto essere realizzata come una superficie continua per minimizzare il rischio di riflessi “incendiari” (a Milano è ancora viva la memoria delle tapparelle dell’edificio di via Bellani sciolte dai vetri del Palazzo Lombardia di Cesar Pelli). Si configura oggi come una sequenza di segmenti piani, più di 5.000 cellule vetrate che dal basso verso l’alto rientrano e poi aggettano rispetto a quelle sottostanti. Il ricordo della cupola concepita inizialmente da Libeskind sopravvive nella sommità vetrata dell’edificio, un coronamento curvo colossale di circa 40 metri di altezza che si vuole un aperto tributo a Brunelleschi.


CityWave

BIG

In un’epoca in cui a Milano i boschi diventano verticali (Boeri Studio a Porta Nuova) e le torri si fanno orizzontali (5+1 AA a Rho Fiera Milano), il quarto grattacielo di CityLife “si sdraia”. Proprio “lo Sdraiato” è il soprannome che si è rapidamente guadagnato “CityWave”, il progetto di Bjarke Ingels che completa l’area verso nord, in direzione di via Domodossola. L’edificio per uffici, ultima importante volumetria ancora da realizzare nel quartiere, si compone di due volumi alti (molto alti, come s’intuisce osservandone con attenzione i render) connessi da un’unica copertura curvilinea che fa da cielo a un portico di scala gigante, per una lunghezza totale di oltre 200 metri. Gli imponenti solidi vetrati di “CityWave” raddoppiano gli storici caselli d’ingresso della Fiera Campionaria, ancora esistenti, e definiscono una cornice monumentale per quello che s’immagina diventerà uno degli accessi principali a CityLife. Il completamento dei cantieri è previsto per il 2025. 


Residenze Libeskind e Hadid

Daniel Libeskind
Zaha Hadid Architects

Se le tre torri sono i veri “monumenti” di CityLife, le residenze progettate da Daniel Libeskind e Zaha Hadid, concentrate all’estremità sud dell’area, ne rappresentano in un certo senso il tessuto costruito ordinario. Libeskind completa entro il 2014 cinque edifici di altezza variabile tra i cinque e i 13 piani e lavora attualmente su un secondo gruppo di tre condomini, la cui consegna è prevista per il 2023. Hadid realizza tra il 2004 e il 2014 sette edifici, anch’essi alti tra i cinque e i 13 piani. Al di là dei riferimenti a tipologie architettoniche tipicamente milanesi (Libeskind dichiara di aver organizzato i volumi attorno a un vuoto ispirato alle corti della città) e agli allineamenti suggeriti dal contesto (gli edifici di Hadid si dispongono lungo l’asse di via Renato Berio, che prosegue con diversi nomi fino a Santa Maria delle Grazie), le residenze Libeskind e Hadid si descrivono al meglio come declinazioni diverse di un linguaggio decostruttivista, tipiche dei loro autori. Più spigoloso e stratificato quello di Libeskind, che arricchisce le sue facciate di telai grigliati, più apertamente parametrico e morbidamente curvilineo quello di Hadid. Li accomunano le terrazze spaziose e la disponibilità di tagli di grande metratura, anche in configurazione duplex, soluzioni tipiche di residenze che si rivolgono a una fascia alta (altissima) del mercato immobiliare.


Piazza Tre Torri

One Works
Piazza Tre Torri

Progettata dallo studio milanese One Works e completata nel 2016, piazza Tre Torri è il principale spazio pubblico minerale di CityLife. Si distribuisce su due livelli che definiscono una connessione fluida tra il parco, gli accessi alle torri e quelli alla stazione della metropolitana. Baricentro anche geometrico del quartiere, la piazza si allunga e s’incurva per mettere in connessione i due assi principali che l’attraversano, provenienti da via Buonarroti e da via Domodossola. Piazza Tre Torri è innanzitutto un luogo del commercio; al tempo stesso la sua configurazione ibrida di spazio aperto ma raccolto, e in parte coperto, ne favorisce anche l’utilizzo per attività altre e non programmate, dallo studio al co-working.


CityLife Shopping District

Zaha Hadid Architects

Piazza Tre Torri è uno dei tre spazi in cui si articola il CityLife Shopping District, mall urbano esteso su più di 30.000 metri quadri. Zaha Hadid Architects ne progetta la parte ipogea, illuminata da ampi lucernari e distribuita su due livelli connessi, sul piano pratico e visuale, da doppie altezze dai contorni organici. Quest’area comprende anche il cinema multisala, la più importante tra le funzioni a carattere culturale del quartiere. Sempre da piazza Tre Torri si diparte la galleria commerciale all’aria aperta progettata da Mauro Galantino. Quest’ultima si configura come un semplice rettilineo delimitato da corpi di fabbrica allungati e su due livelli, all’interno dei quali si allineano negozi e attività commerciali. L’edificio di Galantino, candido e relativamente purista nel suo linguaggio, è un’eccezione nel panorama delle architetture tendenzialmente più “gridate” di CityLife.


Il parco CityLife

Gustafson Porter

Con una superficie di quasi 170.000 metri quadri, ancora in estensione, il Parco CityLife progettato da Gustafson Porter si vanta di essere il più grande tra quelli realizzati in città dai tempi di Parco Sempione. Se i numeri sono probabilmente esatti (probabilmente perché esiste un margine di ambiguità nel calcolo di queste dimensioni) si tratta certamente di un’area verde con caratteristiche molto diverse. Il Sempione è un riquadro complessivamente sgombro da costruzioni, sui cui margini si dispongono alcuni edifici monumentali e funzioni pubbliche (il Castello Sforzesco, l’Arena, il Palazzo dell’Arte). Il Parco CityLife ha una forma più articolata e frammentata, che s’insinua piuttosto nei vuoti lasciati tra gli edifici. È un giardino per il passeggio contemporaneo, ritagliato dai tanti percorsi pedonali, dalle griglie di aerazione dei parcheggi sotterranei, e che sfuma senza soluzione di continuità in piazza Tre Torri. Già nel 2015 il Comune di Milano ha attivato il programma ArtLine, ancora in corso, che ha distribuito negli spazi del parco decine di opere di arte contemporanea.

Ultimi articoli di Architettura

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram