Francia. Una mostra sui playground nipponici

La mostra “Kodomo No Kuni”, presso il centro d’arte francese Micro Onde, traccia la storia dei parchi gioco giapponesi dal secondo dopoguerra.

“Kodomo No Kuni”, veduta della mostra, Centro d’arte Micro Onde, Vélizy-Villacoublay, Francia, 2018

In programma presso il centro d’arte Micro Onde a Vélizy-Villacoublay, nella periferia sud-occidentale di Parigi, fino al 30 giugno 2018, la mostra “Kodomo No Kuni” esplora il ruolo dei parchi gioco in Giappone. L’esposizione è frutto della lunga e appassionata ricerca del curatore francese Vincent Romagny che dal 2010 viaggia per il mondo, da Copenaghen a New York, per fare luce sulla storia delle aree gioco per bambini. “Ho incontrato Richard Dattner e M. Paul Friedberg a New York, Xavier de la Salle del collettivo francese Gruppo Ludic in Francia, Palle Nielsen a Copenaghen e Yvan ‘Lozzi’ Pestalozzi a Zurigo. Tutti hanno avuto un ruolo importante nel rinnovare le forme dei parchi gioco alla fine degli anni Settanta”, spiega il curatore.

La ricerca di Romagny ha però acquisito una nuova dimensione durante il suo primo viaggio in Giappone, nel 2015, quando è stato selezionato come artist in residence nella celebre Villa Kujoyama, a Kyoto. “Presso il museo Noguchi di New York avevo fatto alcune ricerche sul designer giapponese Isamu Noguchi, che ha creato la sua prima area gioco per bambini chiamata ‘Kodomo No Kuni’ nel parco progettato da Takashi Asada a Yokohama nel 1965. Volevo quindi capire le circostanze che avevano portato a questo progetto ed ero anche ansioso di incontrare Mitsuru Senda, uno dei più importanti designer di parchi gioco del paese”, spiega Romagny.

Contando oltre un migliaio di aree gioco nella sola Kyoto, ciò che il ricercatore trovò in Giappone andava molto oltre le sue aspettative. Egli scoprì, infatti, che a partire dal grande terremoto di Kantō del 1923, il regolamento urbanistico giapponese impone che qualsiasi casa di nuova costruzione si debba trovare a 500 metri da un terreno libero. Tali zone devono fungere da punti di ritrovo in caso di disastro naturale e devono prevedere un’area dedicata ai bambini. “Ho quindi capito che la storia dei parchi gioco in Giappone è intrinsecamente legata alla storia dei disastri”, continua il curatore.

Questa osservazione è il punto di partenza della mostra sviluppata presso il centro artistico Micro Onde. Tra i progetti esposti vi sono un'installazione site-specific fatta di ombrelli, immaginata dall'artista Kohei Sasahara, un documentario fotografico di Tadashi Ono, che racconta la commovente storia della ricostruzione di un parco giochi andato distrutto durante il disastro di Fukushima, così come una riproduzione del Panel Tunnel, uno dei progetti più caratteristici di Mitsuru Senda realizzato nel 1976. Quest'ultimo consiste in una successione colorata di forme ludiche che invita i bambini a nascondersi e giocare. “A partire dalla mia prima visita in Giappone ho incontrato Senda regolarmente”, spiega Romagny. “Ogni volta sono stato molto toccato da questo anziano che mi ha spiegato che la maggior parte dei suoi parchi gioco adottano la forma del tunnel in memoria al periodo immediatamente successivo alla guerra, durante il quale i bambini erano soliti giocare nelle gallerie scavate dagli abitanti di Yokohama per proteggersi dai bombardamenti americani.”

Con la sua selezione accurata di opere, “Kodomo No Kuni” ben illustra la tesi di Romagny secondo il quale le aree gioco giapponesi incarnano il potere positivo dei giochi d’infanzia per superare i traumi.

Titolo mostra:
Kodomo No Kuni
Date di apertura:
fino al 30 giugno
A cura di:
Vincent Romagny
Luogo:
Centre d’art de l’Onde
Indirizzo:
8 bis, avenue Louis Breguet, Vélizy-Villacoublay

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