Per il meglio del 2016 abbiamo scelto quindici interviste a teorici, architetti, designer, curatori: da leggere anche a distanza di tempo perché è sempre interessante approfondire il punto di vista degli autori.
Best of 2016 #interviste
Le interviste che abbiamo scelto tra quelle del 2016 spaziano per temi, progetti e visioni: tutte dimostrano la passione degli intervistati.
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- 30 dicembre 2016
- Milano
– Ritornato al design dopo una lunga assenza, Andrea Anastasio si racconta a Domusweb: dagli studi in filosofia agli incontri con Sottsass e Munari, dalla lunga parentesi in India ai progetti per il Salone.
– Dalia Chabarek e Camillo Boano intervistano Mona El Hallak, la donna che si è battuta per conservare l’edificio Beit Beirut, importante eredità storica della vecchia città.
– Dall’interesse per la dimensione sociale dell’architettura ai prossimi lavori a Roma e Città del Messico: Bêka e Lemoine si raccontano in occasione del primo “Festival on Festival” e dell’acquisizione da parte del MoMA dei 16 film finora da loro prodotti.
– Matali Crasset ha realizzato per la mostra The Velvet Underground – New York Extravaganza, alla Philarmonie di Parigi, un percorso espositivo che intreccia sinergie visive e sonore.
– Come sfruttare l’enorme tesoro di conoscenze che circola per la Rete? L’antropologa dei media Stefana Broadbent racconta due approcci diversi: quello estrattivo di Amazon Mechanical Turk, e quello collaborativo di Wikipedia, “Fix my street” e “If you want to”.
– Aggirando l’ostacolo di una recensione impossibile, abbiamo chiesto a Guido Scarabottolo di raccontarci il suo provocatorio prontuario per il designer contemporaneo: 96 pagine tutte uguali, nate seguendo il filo di un ragionamento visivo.
– Dalla direzione artistica di Botteganove ai progetti personali del suo brand Attico, Cristina Celestino racconta come riesce a fare dialogare sapienza artigiana e visione contemporanea.
– Olivier Leclercq racconta perché gli architetti parigini si riuniscono in assemblea ogni sera a discutere fino a notte fonda di spazio pubblico, immaginando un progetto comune di società.
– Due chiacchiere con la designer francese Constance Guisset: alla scoperta del suo lavoro, della sua personale teoria della relatività e della nuova mostra al Château de Courcelles di Montigny-les-Metz.
– John Thackara, filosofo, scrittore, eclettico studioso, riassume il contributo decisivo del design che dà una forma concreta a una storia, sempre al servizio delle reali esigenze di chi vive in un luogo.
– Volker Staab, fondatore di Staab Architekten, racconta il progetto di ampliamento del Bauhaus, dando voce allo spirito con il quale sarà posata un’altra pietra fondamentale dell’architettura.
– A Dharavi, un laborioso sobborgo di Mumbai, è nato un interessante esperimento museale dedicato al design coordinato da Amanda Pinatih e Jorge Mañes Rubio.
– Incontrato al recente convegno Urban Age ospitato alla Biennale Architettura 2016, Kunlé Adeyemi parla del valore della bellezza come strategia di sopravvivenza e dell’importanza delle comunità come Makoko.
– Lluís Alexandre, uno dei curatori di “After Belonging” l’edizione 2016 della Oslo Architecture Triennale, ci ha raccontato di come l’architettura sia un processo aperto e interdisciplinare.
– Silvana Bartoli e Celine Medina raccontano l’intervento su un castello neogotico che, attraverso la materia, la volumetria e la luce, instaura un dialogo fra la nuova architettura e la storia del luogo.
In apertura: Guido Scarabottolo, Prontuario iconografico per il designer contemporaneo, La Grande Illusion