Opere abitate da opere

Spazio FMG dedica una retrospettiva agli interni realizzati da Nanda Vigo tra gli anni ‘60 e ‘70, veri e propri condensatori delle ricerche sul tema della casa di quegli anni.

Personaggio poliedrico e versatile, Nanda Vigo ha giocato un ruolo centrale nella ricerca artistica italiana degli anni ’60-’70 e fino ai giorni nostri, annoverando fra le sue collaborazioni più autorevoli quelle con Giò Ponti e Lucio Fontana.

La personale allestita allo SpazioFMG – il cui titolo “Opere abitate da opere” è tratto dall’articolo di Lisa Ponti, “Casa e quadri”, in Domus n. 528, novembre 1973 – racconta il carattere trasversale dell’operato di Vigo, con un focus particolare sulla progettazione d’interni e sulla sua attività di designer.

Nanda Vigo, “Opere abitate da opere”

Una serie di fotografie d’epoca racconta sei iconici interni monocromatici dell’architetto tra i quali la Zero House (1959–62), la Casa Scarabeo sotto la foglia (1965-–68) – su progetto di Giò Ponti e di cui Vigo disegna gli interni – e la Casa Nera (1970). Alle immagini si affiancano una selezione di oggetti originali, gentilmente messi a disposizione dall’Archivio Nanda Vigo, tra cui la lampada Golden Gate per Arredoluce (1969–70), il divano Top per Fai International (1970) e la sedia Due Più per More Coffee (1971). La narrazione di questi oggetti è arricchita e supportata da una prestigiosa serie fotografica firmata da Aldo Ballo, uno dei più celebri fotografi di design della storia italiana.

Nanda Vigo, “Opere abitate da opere”
Nanda Vigo, “Opere abitate da opere”
Nanda Vigo, “Opere abitate da opere”


17 dicembre – 12 febbraio 2016
Nanda Vigo
Opere abitate da opere, 1959-1972

inaugurazione giovedì 17 dicembre, h.18.30
a cura di Luca Molinari
SpazioFMG
via Bergognone 27, Milano