Punto di partenza della mostra di Daniele Maffeis, con il contributo dello storico e ricercatore Takashi Sagishi sono quattro racconti di Paul Scheerbart, scrittore, inventore, saggista visionario, precursore e ispiratore del gruppo degli architetti espressionisti della cosiddetta Gläserne Kette (“Catena di vetro”).
Sparkling like pyramids
Ad Assab One l’odierna architettura di vetro vista attraverso il filtro dell’utopia del vetro-cristallo che contraddistinse gli architetti raccoltisi attorno alla figura di Bruno Taut.
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- 15 ottobre 2015
- Milano
Scheerbart era convinto che l’architettura avesse la possibilità e il dovere morale di operare un radicale rinnovamento della civiltà umana: strumento di tale rinnovamento doveva essere la sostituzione del “sudicio mattone” con la luminosità del vetro architettonico.
I quattro racconti di Scheerbart sono il pretesto per organizzare in forma visiva e verbale un gioco di riferimenti incrociati tra l’espressionismo architettonico dei primi del Novecento e l’architettura di vetro contemporanea, con particolare riferimento a Milano e alle sue recenti evoluzioni urbanistiche. In mostra rendering 3D di grandi dimensioni, disegni, un modellino in plexiglass, tavoli-scultura con frammenti testuali e fotografici. Come una sorta di puzzle o di scatole cinesi, l’allestimento orchestrato da Daniele Maffeis si contamina e si perde in continui riferimenti tra passato e presente, in un equilibrio incerto tra accuratezza storica e contraffazione, tra rigore archivistico e simulazione.
All’interno della mostra è presentata anche una piccola rassegna storica frutto della collaborazione tra Takashi Sagishi (curatela e materiale d’archivio) e Daniele Maffeis (allestimento) incentrata su alcuni topoi architettonico-narrativi ricorrenti nella produzione degli esponenti all’utopia del vetro: Apocalisse architettonica, Metamorfosi architettonica, Eroismo ed erotismo del costruire.
fino al 10 novembre 2015
I costruttori del vetro #2
Sparkling like pyramids
un progetto di Daniele Maffeis
a cura di Kunstverein (Milano) e Alessandra Pioselli
con il contributo di Takashi Sagishi
Assab One
via privata Assab, 1 Milano