Design intercontinentale

Durante il London Design Festival, Studio Egret West è stato invaso dal design indiano, con un’installazione ispirata al caos e la bellezza della vita di strada di questo paese.

La mostra allestita allo Studio Egret West durante il London Design Festival ha riunito sei dei migliori studi indiani di design contemporaneo con cinque importanti studi di architettura londinesi per esaminarne “l’influenza”, e perché la cultura indiana svolge un ruolo importante nella creazione del mondo moderno.

Gli studi di design indiani sono Bombay Atelier, Ira Studio, Injiri, Sangaru Studio, Ranjan Bordoloi e Varnam selezionati dalla società londinese Create Culture e dalla sua fondatrice Arpna Gupta.

INfluence 2015, vista dell'allestimento allo Studio Egret West, Londra

Insieme rappresentano la prossima generazione di designer indiani che continuano a lavorare con artigiani locali per preservare tradizioni e abilità secolari. Gli architetti coinvolti sono ACME, Studio [D] Tale, Project Orange, Haptic e il padrone di casa, Studio Egret West.

Ispirate al caos e alla bellezza della vita di strada indiana, le cinque installazioni prendono spunto dai cinque sensi, tatto, olfatto, udito, gusto e vista e sono nate dal riuso creativo di oggetti banali e quotidiani. “Per la prima edizione di Indian Design Platform abbiamo presentato gli oggetti in un contesto ispirato al mondo in cui sono stati creati. Siamo felici della risposta immaginativa degli architetti ai materiali e alle tecniche indiane”, ha spiegato Arpna Gupta.

INfluence 2015, vista dell'allestimento allo Studio Egret West, Londra. Ogni giorno nella metropolitana di Londra vengono buttate 9,5 tonnellate del quotidiano Metro. Ispirata dalle tradizioni indiane di riciclaggio estremo, dove il riutilizzo e il riuso sono una parte fondamentale della cultura, l'installazione di Haptic mira a visualizzare la massa di rifiuti che viene prodotta attraverso i giornali gratuiti scartati. 100 giornali sono stati triturati, ordinati per colore e sospesi su una struttura di bambù, creando un soffitto multicolore ondeggiante
INfluence 2015, vista dell'allestimento allo Studio Egret West, Londra. Acme ha scelto i mattoni perché sono un materiale onnipresente nell'India occidentale che permetteva loro di creare qualcosa che, proprio come gli oggetti stessi, sta tra il primitivo e il sofisticato e di generare un senso di ripetizione con varietà, instabilità e leggerezza. I 7.220 mattoni delimitano l'area espositiva e creano semi-strutture informali per sostenere gli oggetti
INfluence 2015, vista dell'allestimento allo Studio Egret West, Londra. Le stoviglie in acciaio e la famosa scatola tiffin rappresentano l'India. Robuste, leggere, e facili da pulire, queste stoviglie hanno tuttavia un'estetica raffinata. Non decorate, pensate per l'impilabilità e l'igiene, hanno una riflettenza che permette loro quasi di scomparire mentre valorizzano il cibo e le salse colorate al loro interno. Il "muro" di Studio Egret West, fatto con duecento pezzi di stoviglie, crea uno schermo di specchi che si muove come un mobile gigante, riflette il resto della mostra e introduce un caos visivo simile alle scene di strada in India. Quando le parti si toccano i visitatori sentono il suono delle cucine indiane
INfluence 2015, vista dell'allestimento allo Studio Egret West, Londra
INfluence 2015, vista dell'allestimento allo Studio Egret West, Londra
INfluence 2015, vista dell'allestimento allo Studio Egret West, Londra
INfluence 2015, vista dell'allestimento allo Studio Egret West, Londra