Produrre musica e immagini colorate come denuncia
di un messaggio devastante che con scritte, luci al
neon e colori sporca e invade le nostre città. Il
messaggio recita “CONSUMA”, il writer gli si oppone.
Senza vendere nulla alla gente, mira a sovvertire
l'ordine delle cose, a riprendere il controllo degli
spazi urbani mostrando che è possibile riprendersi
tutto. Il suo territorio è quello metropolitano, dove
gruppi di 3-4 persone si organizzano in squadra e
diversificando i loro ruoli assaltano la città che
dorme. Non i monumenti, non i palazzi privati,
perché il writer di solito possiede un codice etico da
rispettare. Si tratta di una vera propria forma di
guerriglia urbana.
Konflitto ha iniziato a colorare muri dieci anni fa.
Era, dice, «“Una notte fredda”, siamo usciti in due e
armati di spray abbiamo scritto su un muro grigio del
nostro quartiere il nome della nostra crew: IRA! Era
una scritta grande, colorata piuttosto male e poco
“movimentata”, ma da allora il nostro quartiere è
diventato più nostro».
Di lì a poco il gruppo è andato allargandosi, poi la
decisione di fondare la Brigata Klandestina,
inizialmente composta di una decina di persone.
Oggi quelli della Brigata sono rimasti in tre, sono gli
stessi dell'IRA: Konflitto, Sam61 e Inc.B.
Konflitto racconta dieci anni di storie, colori, tanto
hip hop nel sangue e molte difficoltà, a partire dalla
campagna diffamatoria contro il writing messa in
atto dai media. Nei suoi discorsi risuona lo stesso
messaggio esposto da Eron quando scrive che «Il
vandalo è colui che imbratta senza sapere», mentre
«Il writer è un vandalo con creatività, gusto
estetico, rispetto per l'arte e consapevolezza di ciò
che sta facendo». Sulla base di queste idee è stata
possibile la collaborazione con la pittrice livornese
Anita Luperini. Un connubio che ha dato vita a
diversi progetti, tra i quali la reinterpretazione di
alcuni manifesti sovietici con cui è stata dipinta
l'Aula R, sede storica del Collettivo universitario della
Facoltà di Scienze Politiche di Pisa e culla
dell'antagonismo studentesco della città.
Di maestri dice d'averne avuti tanti Konflitto, buoni e
cattivi, molti e a volte in contraddizione tra loro:
filosofi, politici, scrittori e artisti. Ma sopra ogni cosa
i suoi graffiti urlano un messaggio, quello del
connubio “politica e indipendenza”. La politica, che
come l'hip hop unisce le persone che si trovano nella
medesima condizione e ne vuole il riscatto, e
l'indipendenza di un popolo, quello sardo, cui
appartengono i membri della Brigata Klandestina.
Così, il reale motivo per cui da dieci anni Konflitto
produce cultura underground alternativa a quella
egemone è sintetizzabile in una frase di Antonio
Simon Mossa: «Se noi dunque non promuoviamo lo
spirito di ribellione, se non suscitiamo l’atmosfera
della resistenza, se non creiamo uno stato di
tensione, diventiamo complici di costoro, allo stesso
modo traditori del popolo sardo e profittatori
indegni». Non meraviglia allora che sentendosi erede
spirituale dei padri muralisti che diecero voce alla
loro società, Konflitto abbia un sogno nel cassetto:
«Prima di morire, oramai mi restano solo 50-60 anni
da vivere, vorrei dipingere a Orgosolo».
Dieci anni di cultura underground nei disegni di Konflitto e della Brigata Klandestina
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- Federica Pau
- 14 novembre 2010