Una sera di dicembre del 1980, alcuni amici riuniti attorno a un tavolo iniziarono a chiedersi come spiegare l’idea che l’ornamento non dovesse più esser considerato un delitto.  La casa era quella di Ettore Sottsass, i compagni erano, tra gli altri giovani designer e architetti, Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi e Michele de Lucchi. Quella sera nasceva il progetto Memphis e l’omonima rivoluzionaria collezione di oggetti radicali. A quarant’anni da quel giorno, il collettivo milanese Paradisiartificiali sceglie di interpretare lo spazio di una stanza di 15 mq rendendo omaggio al Maestro. Un foglio di acciaio verde salvia ripiegato su sé stesso compone il corpo scala che connette la stanza al livello superiore mentre nicchie e cornici colorate ricavate a parete e oggetti dall’estetica eccentrica definiscono una dimensione quasi teatrale della vita domestica. I colori, la grana e la tessitura delle superfici e degli oggetti si mescolano, e, come in un rebus, lo spazio e i segni si fondono.